Quest'anno ho guidato oltre 20 nuovi model year 2025 – si va verso quota 30 se consideriamo anche le ''non più novità'' – e quella di seguito è la classifica che ho stilato. Ci sono tante crossover, una enduro stradale, una modern classic, una maxi naked e un paio di sportive: ecco le migliori 10 moto del 2025 guidate dal sottoscritto. Buona lettura!
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Triumph Speed Twin 1200 RS - 10° posto

In fondo alla Top 10 c'è lei, Speed Twin 1200 RS, una delle Triumph più affascinanti. La Modern Classic mi ha conquistato a colpo d'occhio, merito di quella colorazione arancione che è uno spettacolo. Anche la componentistica di livello fa la sua differenza, tra sospensioni pluriregolabili Marzocchi-Öhlins e pinze Brembo Stylema. Insomma, l'avrete capito, la Speed Twin 1200 RS è bella, fatta bene e va... bene, ma mi è rimasto un dubbio. Sì perché è travestita da moto retrò ma è una specie di naked sportiva, ma sportiva forte. Un po' per la taratura sportivella del pacchetto sospensioni, ma soprattutto per le gomme – Racetec RR K3 in mescola media – la Speed Twin 1200 RS non sembra la moto perfetta per guidare disinvolti tutto l'anno. Quando l'abbiamo provata a Palma di Maiorca, a fine novembre di un anno fa, tra freddo e vento, non è che ci fossero le condizioni ideali per guidare col... coltello tra i denti e ho trovato più affabile la sorella Speed Twin 1200, tanto per capirsi (anche Danilo l'ha guidata e apprezzata di recente). Un gran potenziale, insomma, quello della RS, ma forse più adatto alla sparata della domenica in primavera/estate che non alla gitarella di tutti i giorni (con un paio di gomme un pelo meno racing, secondo me, il gioco è fatto). Poi la guardi... ma che bella è?!
Triumph Tiger Sport 800 - 9° posto

Un'altra Triumph, stavolta la Tiger Sport 800. Sorella maggiore della 660, ha introdotto un motore 3 cilindri da 798 cc bello pimpante, in pieno stile Triumph. A colpo d'occhio piace e, per merito della livrea gialla – abbastanza inusuale ma decisamente piacevole – cattura qualche sguardo in più. I suoi punti di forza sono certamente il motore, elastico sotto e bello grintoso in alto, la complessiva senzazione di leggerezza che trasmette e una buona dotazione di serie (con un prezzo molto interessante). Dopo averla guidata in condizioni davvero complicate – umido e pioggia – nel press test ed esserne rimasto soddisfatto, ho avuto occasione di provarla nuovamente nella nostra comparativa crossover sportive medie, rimanendo un po' deluso: durante il confronto con le avversarie, infatti, ho trovato una moto meno affabile ergonomicamente – il manubrio è piegato verso il pilota in un modo non troppo naturale – ma soprattutto una ciclistica meno gustosa di quanto ricordassi. Nell'uso nel misto, a passo svelto, abbiamo faticato di più per farle fare le stesse cose delle altre. Anche in questo caso questione di gomme? Chissà. Anche per lei, come per la Speed RS, spero di avere un'altra occasione: è così carina, con una buona dotazione, un motore brillante e un prezzo interessante – non sarebbe nella mia Top10 – che merita una seconda possibilità!
Honda Transalp 750 - 8° posto

La prima – spoiler: e unica – con ruota da 21'' in Top10 è Honda Transalp 750. La nuova Transalp mi ha stupito davvero. Sulle strade del Portogallo mi sono divertito da matti a guidarla e attenzione, sto parlando di asfalto. Sì perché non crediate che con il cerchio grande e le gomme semi-tassellate ci sia qualche genere di difficoltà a fare delle pieghe di tutto rispetto. Con la Transalp 750 ho piegato con grande soddisfazione, trovando una moto davvero equilibrata: rispetto al ricordo che avevo della precedente generazione, ho trovato un assetto meno mollaccione, più incline a sostenere le sollecitazioni fatte di frenate più decise – la forcella affonda ma è controllata – e pieghe ''importanti''. La Transalp, insomma, contribuisce a consolidare in me l'idea che crossover con ruota da 19'' e enduro stradali col 21'' siano ormai diventate delle perfette moto tuttofare, capaci di dare gran belle soddisfazioni su asfalto, senza nulla da invidiare a naked o sportive, anzi, offrendo un impegno inferiore e una vagonata di comodità in più. Sarà un caso che la Transalp 750 è tra le moto più vendute in Italia?
BMW F 900 XR - 7° posto
Dopo la Tiger Sport 800, ecco BMW F 900 XR. Anche lei prima provata in presentazione e poi riprovata nella comparativa crossover sportive che merita di essere chiamata in causa tra le migliori. La BMW è cresciuta molto, anche perché il model year 2025 ha portato novità come la forcella completamente regolabile o i nuovi cerchi, che portano quasi 2 kg in meno sulla bilancia. Sono modifiche importanti che regalano nuove chance per meglio performare nell'agguerrito segmento... Non è un caso che la BMW abbia ben figurato nel nostro confronto con le rivali, è un'ottima moto: il motore è ricco di coppia da subito, il cambio funziona bene – un filo duretto in qualche caso – mentre stabilità e precisione dell'avantreno fanno venire un sacco di voglia di andare, e andare... Tra le curve è una delle più divertenti e ora offre anche una dotazione più ricca rispetto a prima: certo, è una BMW, quindi un po' si paga, ma la F 900 XR offre davvero un pacchetto molto completo. Ottimo lavoro, BMW!
KTM 890 SMT - 6° posto

Lo giuro. La 890 SMT è l'ultima delle moto della comparativa crossover sportive (anche perché è rimasta esclusa solo la Tracer 9 GT). Anzi, prima di parlarvi della K voglio ricordare una cosa: queste moto sono davvero, tutte, ottimi prodotti. Diventa possibile apprezzarne (o ''disprezzarne'') le caratteristiche solo quando si confrontano da vicino: provate una Tracer 9 GT e ditemi che non è un'ottima moto. È impossibile. Poi la soggettività può farci preferire una piuttosto che l'altra, ma è oggettivo che la Yamaha sia un eccellente prodotto: quello che nello specifico mi ha... sconfinferato meno è che è un po' più pesante e un po' più orientata al turismo, più comoda, e preferisco ancora qualcosa di più ''fun''. Come la KTM per l'appunto – le ho rubato un po' di spazio, che possa perdonarmi – perché la 890 SMT non può non sorprenderti (e piacerti). Per certi versi è la solita KTM – attitudine ''pazza'' e tutta divertimento – ma poi ti soprende: cacchio ma è comoda! È una supermotard traversita, come ha fatto ad avere una sella confortevole, sospensioni capaci di assorbire così bene? Eppure ci riesce, ecco perché è nella gamma Sport Tourer di KTM. Per questo è una moto eccellente, perché ti ci puoi divertire come un matto e fare cose da motard, ma ci puoi andare fuori il weekend e tornare fresco come una rosa. E poi non risulta ostica, come a volte succede con le KTM se ci vai a spasso, si guida bene sempre. Brava KTM, mi sei piaciuta assai.
Ducati Multistrada V4 S - 5° posto

L'età avanza e la Ducati Multistrada V4 S è una di quelle moto capaci di accontentare i ''comodoni'', ma anche di assecondare i motociclisti con l'animo da pilota. Nonostante una prova molto bagnata – quanto ha piovuto in quella 2 giorni in Umbria – l'ultima generazione della Multistrada V4 S ha saputo fare un passo in avanti quanto a comodità – merito del DVO, il Ducati Vehicle Observer e di altre... chincaglierie – pur mantenendo il DNA racing delle moto di Borgo Panigale, con quel motore V4 che, se spinto nella parte alta del contagiri, fa tanto supersportiva (e ricorda un po' la MotoGP). Bella la Multistrada V4 S 2025, un concentrato di tecnologia con prestazioni pazzesche, ma sempre più gestibile dall'utente medio (certo, se date sfogo ai suoi 170 CV, non è proprio uno scherzetto). Peccato solo averla guidata pochissimo sull'asciutto, ma spero di rifarmi con l'anno nuovo, magari con l'aggiornatissima Multistrada V4 Rally 2026, in una comparativa...
BMW R 1300 RT - 4° posto
Più andiamo avanti e più ci sono moto comode, ''pacioccone'' (sì, lo so, sto invecchiando). È il caso della R 1300 RT di BMW Motorrad. La maxi bavarese è un'altra moto del 2025 – ma in realtà è un model year 2026 – che mi ha lasciato un bel sorriso stampato. Il suo difetto? È grande e grossa. Talmente tanto che offre una protezione aerodinamica assurda, non arriva un filo d'aria – ottimo se fa freddo, ma se fa caldo? – ma quel che stupisce ancor di più è la sua capacità di tramutarsi da elefante – 281 kg col pieno – in libellula, non appena si supera una certa velocità (diciamo 20-30 all'ora). Sembra disfarsi di buona parte dei kg di troppo e riesce a essere divertente e precisa anche tra le curve fatte col piglio veloce. In Dynamic, con l'optional DCA – Dynamic Chassis Adaption – l'assetto cambia non solo a livello di taratura, ma posteriore e anteriore si alzano (+3 cm e +0,8 cm): più luce a terra, moto più puntata sul davanti... insomma, da touring a sportiva di razza. Il motore boxer 1.300 è un portento di coppia, il cambio ASA non fa rimpiangere l'elettroattuato classico di BMW, anzi – in modalità manuale va divinamente, in automatico ha ancora logiche migliorabili ma se vai a spasso, che relax – e ti ritrovi a viaggiare su una... poltrona da oltre 200 km/h. Peccato che anche lei, come la Multi qui sopra, venda cara la pelle... Una moto definitiva – così l'ho definita – per la sua capacità di fare così bene in diversi ambiti (touring ma anche sport).
Tuono V4 1100 Factory - 3° posto

Ah, vi ho fregati. Dopo una sequela di moto ''comodone'' ecco un autentico emblema dello smanettone. Sì, l'Aprilia Tuono V4 è una bomba e no, non è una moto da motociclisti ''in pensione''. Quel che vi stupirà sapere è che qui su Motorbox non troverete una prova della Tuono V4 2025, perché non l'ho scritta. Cioè, la moto non l'ho provata con tutti i crismi del caso, però l'ho guidata. In occasione dell'Aprilia Pro Experience – esperienza pazzesca, con Bezzecchi e compagnia – alternandomi con RSV4 1100 Factory (della quale trovate qui la prova). Come ho raccontato proprio nell'articolo sulla Pro Experience, la Tuono mi è rimasta nel cuore. Sì perché se l'RSV4 è un mostro – ora un po' più mansueto – che richiede mani esperte e veloci per essere goduto a pieno, la maxi naked Aprilia è amica anche del motociclista medio. Attenzione, non sto dicendo che 180 CV siano per tutti, assolutamente, ma è interessante constatare come motore e ciclistica della Tuono siano fruibili all'amatore medio: va velocissima, ma le quote ciclistiche, la posizione di guida, rendono il gioco più facile. Al Misano World Circuit, dove l'ho guidata, mi sono sentito non sopraffatto – come spesso accadeva sulla RSV4 – ma in confidenza. Telaio e sospensioni sembrano essere più amichevoli, meno estreme: la senti accucciarsi in frenata, col largo manubrione la indirizzi in curva precisa e lei ti dà tutto quel che chiedi senza battere ciglio. Le migliori cose in quel di Misano, mentre seguivo Biaggi o Bezzecchi commentava il mio onboard ai box, le ho fatte proprio con lei. Una moto incredibile, che ti dà una confidenza pazzesca ma non ti stritola, come succede con alcune supersportive (sempre meno di frequente, a dire la verità). Il podio della mia Top 10 2025 si apre con lei, sua maestà Aprilia Tuono V4 1100 Factory, la maxi naked per eccellenza.
Ducati Panigale V4 S / Panigale V2 S - 1° e 2° posto
Vi ho fregati. Di nuovo. Sì perché non ho tradito le mie origini, la mia essenza e, nonostante la mia Top 10 sia colma di moto da viaggio, più comode, non estreme, al vertice della classifica non potevano che finirci le Panigale, V4 S e V2 S 2025. Tra l'altro devono andare insieme per forza, perché le ho guidate nello stesso giorno, durante il Pirelli Day, invitato per Motorbox da Ducati ad assaggiare due versioni speciali. Da una parte la V4 S Carbon – parafango anteriore e posteriore, ali e soprattutto cerchi in carbonio – dall'altra la V2 S con scarico aperto Termignoni e setting per la pista, entrambe gommate Pirelli Diablo Superbike. Alternandomi nei diversi turni tra l'una e l'altra, ho davvero messo a fuoco meglio che in qualunque altro modo le caratteristiche delle due sportive di Borgo Panigale. Da una parte la V2 S, con il suo motore sempre gestibile e , grazie al Termignoni, capace di allungare quel tanto che basta per non ''murare'' in uscita dalle curve (paragonata alla V2 S in configurazione di serie, guidata sempre in quella giornata): una moto che ti invoglia a spingere al 100% delle tue possibilità, senza metterti mai in difficoltà, ma anzi, dandoti la percezione di ''fare sul serio'' (lasciamo perdere che poi, tempi alla mano, il limite sia ancora molto distante).

Dall'altra parte c'è la V4 S che col pacchetto Carbon diventa ancor più affilata: meno peso, dove conta davvero – i cerchi – per una guida ancor più svelta. Della V4 S da 216 CV – oltre 90 in più della V2 S – stupisce comunque la facilità: è impressionante come a Borgo Panigale siano riusciti a rendere una superbike con targa e fanali così umana. In curva scende che è una meraviglia, frena da matti – tanto che ti viene voglia di portare sempre più avanti la staccata – e l'elettronica imbriglia così bene quella potenza assurda che non hai mai la sensazione di non avere controllo. L'unico problema è che restare attaccati a una moto così, tra accelerazioni e frenate, è roba da piloti veri, quindi se non sei allenato non puoi pensare di reggere per più di qualche giro. Da una parte una moto razionale, centrata, gustosa da guidare e che ti fa sentire di poter dare sempre di più, a caccia del tuo potenziale (è la V2 S). Dall'altra una moto pazzesca, esagerata, ma talmente evoluta e ottimizzata che non la trovi davvero assurda: ne avverti il potenziale immenso e ti senti piccolo-piccolo, sapendo di poterlo nemmeno lontanamente avvicinare. Risultato? Qualunque delle Panigale guidassi, mi sono divertito come un matto. Giornata spettacolare, la migliore del 2025, proprio come V2 S e V4 S.






