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Harley-Davidson Fat Bob 2018: va come una naked


Avatar Redazionale , il 27/09/17

6 anni fa - Novità Harley-Davidson: prova su strada della Fat Bob 2018

Abbiamo provato la Harley-Davidson Fat Bob 2018: una Softail nuova nel look, nel motore e nel telaio, per una guida entusiasmante

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TUTTA NUOVA Il colpo d'occhio può trarre in inganno: se tra le culle del telaio a dar spettacolo è un bicilindrico a V di 45° dal look piuttosto classico, la nuova Harley Davidson Fat Bob 2018 è una moto straordinariamente innovativa per i canoni di Milwaukee. Tra gli otto modelli della nuova gamma Softail è quella che ha subito la trasformazione più profonda, come avevamo anticipato qualche settimana fa, e il bello è che riesce a guadagnare un sapore a una personalità al passo con le moderne tecnologie, per strizzare l'occhio a nuovi potenziali clienti, senza però scordarsi della tradizione che definisce l'identità del marchio.

PARTIAMO DAL LOOK Eccezion fatta per il diametro dei cerchi, che rimangono da 16", la nuova Harley Davidson Fat Bob non ha più nulla a che vedere con la precedente versione. Il frontale non ha più il doppio faro, ma un modernissimo e quasi futuristico faro singolo di forma rettangolare con tecnologia a LED, che la rende riconoscibile di giorno come di notte. Al posteriore la luce di stop è integrata negli indicatori di direzione (una soluzione già vista su altri modelli Harley, per la verità).

LA STRUMENTAZIONE La strumentazione è posizionata sul serbatoio: ha la lancetta del contagiri analogica, ma integra un display digitale che può mostrare velocità, contachilometri parziali, odometro e orologio. Alzando lo sguardo colpisce la forma del manubrio, che al centro ha una sezione molto generosa, per rastremarsi in prossimità delle manopole.

HA PURE LA PRESA USB I parafanghi hanno forme più squadrate e sono tanto corti che al posteriore è stato necessario aggiungere un supporto ad hoc per montare la targa. Le linee sono da vera muscle bike. Il lato hi-tech della Harley per il nuovo millennio è sottolineato dal sistema keyless di serie, che permette di inforcare la moto e partire senza tirare fuori le chiavi di tasca, e dalla presa USB nascosta dietro al cannotto di sterzo: per ricaricare lo smartphone o alimentare un navigatore GPS.

IL BICILINDRICO Dal punto di vista meccanico, il motore Milwaukee-Eight è il primo Harley Davidson dotato di doppio contralbero per smorzare le vibrazioni: non a caso è fissato al telaio in modo rigido e non tramite i tradizionali tamponi in gomma. Il telaio, d'altra parte, è stato completamente ridisegnato. Più compatto di quello della Fat Bob 2017, pesa 15 chili in meno, è più rigido del 65 per cento e garantisce maggiore luce a terra per piegare la moto in curva.

IL SALTO DELLA CICLISTICA La sospensione posteriore, completamente ridisegnata, ora sfrutta un mono ammortizzatore Showa regolabile nascosto sotto la sella: posizionato proprio dove nel precedente modello si trovava il serbatoio dell'olio. La regolazione avviene tramite un pomello visibile sul lato destro della moto. Firmata Showa è anche la nuova forcella. È del tipo a steli rovesciati, da 43 mm di sezione, e dotata di Dual Bending Valve: un aggiornamento che, come vedremo tra poco, porta enormi benefici sui percorsi misti.

IL LISTINO PREZZI DELLA FAT BOB I prezzi? Si parte da 18.000 euro per la Harley-Davidson Fat Bob 107, di 1.745 cc e 145 Nm di coppia (la potenza non viene dichiarata); che diventano 20.000 euro per la Fat Bob 114: con il motore di 1.868 cc e 155 Nm di coppia. Ma si sa che poi l'Harleysta D.O.C. Si fa prendere la mano dalle personalizzazioni.

IN SELLA! Appena monto in sella capisco che la nuova Fat Bob 2018 non è la solita Harley. Le pedane costringono ancora a una posizione delle gambe piuttosto allungata, ma a parte questo la seduta non è quella di una custom, ma di una naked. La sella è vicina al manubrio e mi permette di guidare più raccolto, garantendomi un maggiore e più preciso controllo del mezzo. Il manubrio rimane largo e facilita le manovre, ma il cannotto di sterzo inclinato di soli 28° – inedito per HD – dà alla Fat Bob un'agilità sconosciuta alle altre moto di Milwaukee e mi dà la sensazione che la moto sia leggerissima nonostante i suoi 306 chili in ordine di marcia.

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UN CUORE GRANDE COSÌ Il motore di 1.868 cc si avvia con un boato sommesso: imperioso, ma civile e rispettoso delle norme sull'inquinamento acustico. L'effetto del doppio albero anti-vibrazioni si sente subito. La personalità dei bicilindrici americani non si è persa e le good vibrations sono ancora piacevolmente avvertibili nel sottosella, ma in movimento non arrivano alle pedane e sono contenutissime al manubrio, a tutto vantaggio del comfort nelle tratte autostradali. Il tiro ai bassi regimi del Milwaukee-Eight 114 è impressionante, addirittura sensazionale, e non potrebbe essere altrimenti vista la cilindrata. In accelerazione benedico la forma della sella, che mi trattiene saldamente il fondoschiena e mi aiuta a non venire disarcionato.

QUASI SPORTIVA Va detto però che questo Milwaukee-Eight ha una personalità quasi da motore diesel: dà il meglio tra 2.000 e 3.500 giri e mi costringe a usare parecchio il cambio nel momento in cui voglio alzare il ritmo della guida. Il che viene naturale per via della forcella che, come ho anticipato, fa davvero fare un salto di qualità a questa Harley Davidson quando si affrontano i percorsi tortuosi. In ogni circostanza trasmette un feeling eccellente, quasi sportivo, e garantisce un controllo ottimale della Fat Bob 2018: soprattutto nelle frenate, che grazie al doppio disco flottante anteriore hanno finalmente tutta la potenza che si richiede a una moto moderna.

AMPI MARGINI L'unico appunto riguarda la gomma anteriore, ora cresciuta fino a raggiungere i 150 mm di sezione: sulle prime mi disorienta perché faccio fatica a percepirne il lavoro sull'asfalto così come il limite di aderenza. Invece, scoprirò in seguito, l'appoggio che offre è fenomenale e basta prenderci un po' la mano per guidare spediti in tutta sicurezza. Tanto, con un profilo così panciuto, non si arriverà mai a far lavorare il pneumatico fino ai limiti della spalla.

IN QUESTO SERVIZIO

CASCO SHARK SPARTAN CARBON Realizzato interamente in carbonio e kevlar, lo Spartan Carbon è un casco sport-touring leggerissimo e anche molto ben insonorizzato, grazie all'utilizzo di imbottiture e soluzioni tecniche specifiche: studiate al computer con software CFD (Computational Fluid Dynamics). Sulla parte posteriore della calotta ci sono due spoiler con estrattori d'aria integrati e un inserto a pelle di squalo sul meccanismo della visiera contribuisce a ridurre i fruscii in velocità. Completano la dotazione il Pinlock, di serie, il visierino parasole estraibile e il cinghiolo con chiusura a doppio anello.

GIACCA REV'IT! IGNITION 2 Un giubbetto poliedrico e versatile, in misto pelle/tessuto, che va bene per tutte le stagioni grazie ai due inserti interni: uno termico ed un altro impermeabile e antivento. Togliendoli entrambi, l'Ignition 2 diventa una giacca estiva, super-traspirante. Naturalmente non mancano protezioni omologate CE su spalle e gomiti, oltre all'inserto per il paraschiena.

GUANTI REV'IT! FLY 2 Guanti estivi in pregiata pelle bovina e caprina, con protezioni sulle nocche e taglio corto, sul polso. I polpastrelli permettono di digitare sugli schermi di smartphone e navigatori.

SCARPE STYLMARTIN SUNSET EVO Grigie, in tessuto e camoscio cerato, con lacci verde acido a contrasto e una suola ben invecchiata, le Stylmartin Sunset Evo hanno non hanno l'aspetto dei capi tecnici, ma anzi si abbinano bene a un look alla moda. Sulla moto però fanno la differenza, nel malaugurato caso di caduta, grazie alle protezioni sul malleolo e sulla punta. Protezioni che non compromettono la comodità quando si va a passeggio. Più indicate nella bella stagione, in inverno il tessuto traspirante non è garanzia di impermeabilità totale ma a catalogo le Sunset Evo esistono anche tutte di pelle.


Pubblicato da Elvio Menegaz, 27/09/2017
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