Le Dacia Sandero e Sandero Stepway 2013 cambiano il look e diventano più ricche e moderne. Restano low cost, sì, ma con sempre meno rinunce.
CARTA CANTA I numeri parlano chiaro: con una quota del mercato dei privati in costante crescita e ormai prossima al 3%, la Dacia rappresenta uno dei fenomeni più interessanti nel mondo delle quattro ruote. Anche chi guardava con una certa sufficienza l’arrivo di prodotti low cost prima che la crisi attanagliasse il settore, ora deve ricredersi e riconoscere al Gruppo Renault una certa lungimiranza nel pensare in epoca non sospetta una gamma di macchine capaci di badare al sodo.
AVANTI TUTTA Ora i vertici della Casa si guardano bene dal dormire sugli allori e fanno di tutto per prendere in contropiede chi non si è mosso per tempo, lanciando a raffica nuovi modelli (si pensi alle recentssime Lodgy e DoKker) e aggiornando quelli già a catalogo. L’ultima fatica degli ingegneri è il rinnovamento delle Dacia Sandero e Sandero Stepway 2013, le indiscusse best-seller della gamma rumena in Italia, con un totale di circa 50.000 esemplari venduti dal lancio.
LIFTING I designer sono intervenuti soprattutto sul frontale, che, sviluppandosi più per linee orizzontali, ha ora un’aria più importante e massiccia. La Dacia Sandero 2013 capitalizza il già buon equilibrio tra i volumi della prima edizione e dà pure un’aggiustata al lato B, dove spuntano luci di coda dal look più moderno e ricercato. Il tutto lasciando sostanzialmente immutate le dimensioni esterne: la lunghezza è infatti di 406 cm, giusto una manciata di centimetri più di prima, mentre la larghezza è di 173.
UNA TIPA TOSTA La metamorfosi è forse ancor più evidente con la Dacia Sandero Stepway 2013, che strizza l’occhio al fuoristrada leggero, con un paraurti bicolore più grintoso, modanature in plastica nella parte bassa dei lamierati e sui passaruota, oltre che con un assetto rialzato di 4 cm rispetto alla Sandero Vulgaris. In questo modo l’altezza minima da terra supera i 20 cm, quanto basta per affrontare più serenamente i rapporti occasionali a rischio con lo sterrato, complici anche le protezioni paracolpi anteriori e posteriori. Altri segni distintivi della Stepway sono poi i fendinebbia, le barre sul tetto e i cerchi da 16”, in luogo di quelli da 15 delle Sandero tutte casa e lavoro.
DI BENE IN MEGLIO All’interno la Stepway adotta un tessuto grigio specifico, mentre a fare da denominatore comune a tutta la gamma Dacia Sandero 2013 è un profondo restyling della plancia. Quest’ultima cerca a sua volta di darsi un tono e di dare un’idea di maggior qualità, specie nel caso degli allestimenti più ricchi, che possono sfoggiare dettagli cromati. Oltre a fare maggior scena, la consolle centrale è anche organizzata un filo meglio, con una migliore ergonomia per i comandi dell’eventuale climatizzatore e degli alzacristalli, che restano comunque nel complesso troppo in basso. Interessanti passi avanti sono proclamati anche in materia di silenziosità, con nuove guarnizioni e un uso più generoso di materiale fonoassorbente di qualità. Su tutta la gamma sono ora di serie, tra le altre cose, il servosterzo, l’ESP, il divano posteriore frazionabile e gli airbag laterali.
RICOMINCIO DA TRE Che la Dacia non sia più vista come la Cenerentola del Gruppo Renault lo testimonia anche l’arrivo nella gamma Sandero e Sandero Stepway 2013 anche di un motore di ultimissima generazione, il TCe 90, il 900 turbo benzina da 90 cv e 135 Nm, fiore all’occhiello anche della Clio IV. Il salto in avanti rispetto al vecchio 1.600 da 85 cv è epocale, con prestazioni brillanti (0-100 poco sopra gli 11 secondi) associate a un drastico taglio dei consumi (che ora sono compresi tra 5,2 e 5,4 l/100 km). Questo tre cilindri è l’unico cuore in comune a Sandero e Stepway, che, per il resto, offrono motorizzazioni diverse. La Stepway si può ordinare in alternativa solo con il turbodiesel 1.5 dCi da 90 cv, mentre la Sandero propone lo stesso motore a gasolio in configurazione da 75 cv. Con la medesima potenza si può poi ordinare anche un 1.200 aspirato, a benzina o a doppia alimentazione, benzina/gpl.
OK, IL PREZZO E’ GUIUSTO Veniamo così al listino, che mantiene prezzi allineati al passato, nonostante, come detto, la dotazione sia ora più ricca sin dalla versione base, ovvero la Sandero 1.2 75 cv Ambiance, che viene 7.900 euro se a benzina e 8.900 se bifuel, e da qui in poi è di serie anche il pack elettrico. La Dacia Sandero 1.5 dCi 75 cv Ambiance costa invece 9.650 euro. Con un sovrapprezzo che va dagli 800 ai 1000 euro si può invece passare alla versione Lauréate, che mette sul piatto anche volante e sedile di guida regolabili in altezza, fendinebbia, retrovisori elettrici e la radio Plug&Play.
NEW ENTRY Discorso diverso per la Stepway, che si presenta a sua volta in due allestimenti e che in Italia dovrebbe coprire circa il 60% degli ordini, stando alle previsioni. Quello d’ingresso prevede di serie anche fendinebbia e vernice metallizzata e viene proposto a 10.150 euro con il motore a benzina e a 11.650 con quello a gasolio. Tuttavia il vero colpo di scena viene con la versione top, la Prestige. E’ lei che esce un po’ dagli schemi low cost come comunemente intesi per offrire contenuti mai visti prima d’ora su una Sandero, come il navigatore Media Nav e il cruise control, in aggiunta al climatizzatore, agli specchietti elettrici, agli alzacristalli posteriori e al volante e al sedile regolabili in altezza. In questo caso per benzina e diesel i prezzi salgono rispettivamente a 11.600 e 13.100 euro ma per chi non vuole arrivare a tanto ci sono buone notizie: i vari accessori possono essere anche acquistati singolarmente a parte e ci si può cucire addosso la macchina come si vuole. Quale che sia la scelta, si può comunque contare su una garanzia di 3 anni o 100.000 km.
UN OCCHIO CHIUSO La Dacia Sandero 2013 accoglie chi guida con un sedile soffice e abbastanza grande, che – salvo che sulla versione base - ha una regolazione in altezza non comodissima ma comunque efficace, tanto che alla fine più o meno tutti riescono a sistemarsi come si deve anche se il volante non può avanzare né arretrare e resta piuttosto vicino alla plancia. Quest’ultima, come anche i pannelli delle porte, appaga più la vista che non il tatto, con qualche plastica un po’ economica ma, vista la fascia di prezzo, si può anche chiudere un occhio e passare oltre.
VIAGGIO NELLO SPAZIO Lo spazio a disposizione è abbondante, tanto in lunghezza quanto soprattutto in larghezza, e ciò vale anche per i posti dietro, nei quali, giusto per fare un confronto empirico in famiglia, si sta a memoria meglio che non sulla Clio IV. Anche il bagagliaio ha una capacità soddisfacente (dai 320 ai 1.200 litri, per gli amanti dei numeri), che permette anche di darsi ai piccoli trasporti eccezionali, avendo magari l’accortezza di non rovinare la soglia di carico, la cui lamiera non è protetta in alcun modo.
TETRIS Muovendo i primi passi, sono due le cose che si notano subito: la buona visibilità offerta dalla posizione leggermente rialzata e dalla forma della carrozzeria e il diametro di sterzata ridotto. Grazie a loro la Dacia Sandero 2013 si muove agile anche negli spazi stretti ed è indicata pure per chi non è un campione nel Tetris dei parcheggi.
NON VA KO Nel giro di poche centinaia di metri la Sandero e ancor più la versione Stepway si fanno apprezzare anche per il comportamento sullo sconnesso. Non bisogna infatti dimenticare che le Dacia sono macchine pensate per essere vendute a tutte le latitudini, anche in Paesi le cui strade sono devastate dalle buche, e il loro assetto vanta doti di incassatore da veterano del ring alla Vito Antuofermo. Avvallamenti, tombini e rallenattori vengono digeriti con disinvoltura, per la gioia delle terga e pure delle vertebre.
SENZA FRETTA Il compromesso raggiunto sul fronte della guidabilità è discreto ma con i presupposti di cui sopra non bisogna certo pensare alla Sandero come a un prodotto sportivo. Vuoi anche per il baricentro alto, in curva la macchina si appoggia in modo abbastanza evidente sulle ruote esterne e tende ad allargare la linea impostata man mano che si forza il passo. Ciò vale chiaramente a maggior ragione per la Stepway, alla luce della sua altezza da terra, ma bisogna comunque dire che entrambe le versioni restano sempre facili, sicure e prevedibili nelle loro reazioni, che si correggono in modo istintivo sotto l’occhio vigile dei controlli elettronici.
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Chi compra una utilitaria come la Sandero farebbe bene a mio avviso a puntare sulle motorizzazioni d’accesso, come il 1.200 da 75 cv, eventualmente in versione bifuel, visto che l’impianto gpl è installato direttamente in catena di montaggio e il lavoro offre quindi una certa garanzia. Con una differenza di prezzo tutto sommato ragionevole e avendo qualche prurito al piede destro da alleviare, si può però valutare anche il nuovo TCe 90. Questo tre cilindri si dimostra elastico sin dai regimi più bassi e lineare come un aspirato; il suo cavallo di battaglia sono i medi, specie nell’arco che va dai 2.500 ai 4.000 giri.
UN’ALTRA STORIA Per la Stepway varrebbe la pena di rompere il salvadanaio, sborsare 1.500 euro in più e puntare sul 1.500 dCi, soprattutto pensando a gite in montagna ed escursioni fuori dall’asfalto. In questi frangenti potrebbe infatti far comodo avere risposte più vivaci appena si affonda il piede destro sull’acceleratore ed è innegabile che il turbodiesel sia più corposo in ripresa. Il rovescio della medaglia è rappresentato da una voce più tonante del motore che si fa sentire soprattutto a freddo. In ogni caso il lavoro fatto dai tecnici in materia di silenziosità paga e solo quando si superano i canonici 130 km/h si sente una rombosità un po’ fastidiosa, che serve comunque a ricordare che i tutor sono in agguato…