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Peugeot 208 GTi


Avatar Redazionale , il 23/04/13

11 anni fa - Versatile e divertente, è la degna erede della 205 GTi. Guarda il video

Versatile e divertente, la Peugeot 208 GTi è la degna erede della 205 GTi. Il motore da 200 cv è brillante e generoso già ai bassi, mentre l'assetto sportivo non è troppo duro per l'uso quotidiano

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IL GIUSTO EQUILIBRIO Ma dove sta scritto che in un’epoca come questa, in cui la parola crisi fa da ritornello in mille discussioni, si debba per forza mettere una pietra tombale sopra la passione per le auto e sopra la gioia della guida sportiva? Francamente da nessuna parte. Con il giusto equilibrio tra telaio e motore ci si può divertire alla grande, anche senza spendere una fortuna. Lo sanno bene quelli della Peugeot: anche quando io ero ragazzo, hanno fatto sognare un’intera generazione – se non due – con la 205 GTi 1.900, una piccola bomba da poco meno di 130 cv e 880 kg di massa vuoto, che regalava emozioni a piene mani. GUARDA IL VIDEO.

DEGNA EREDE Oggi, a rinverdire i fasti di quella tradizione e a fare la gioia dei membri della tribù dei Piedi Pesanti, arriva la Peugeot 208 GTi, versione da sparo della nota 208, una compatta che si dimostra capace di cambiare disinvoltamente pelle con una diversa tinta della carrozzeria o con un pacchetto di accessori ad hoc. Qui, come dicevo, viene fuori la sua anima più sportiva, grazie a tanti dettagli che scadono comunque mai nel pacchiano. 

SEGNI PARTICOLARI Confezionata sulla base della variante a tre porte, la Peugeot 208 GTi si riconosce dalle sorelle tutte casa-e-ufficio per esempio per l’inedita mascherina che, alternando il nero lucido al cromo, crea l’effetto di una bandiera a scacchi in 3D. Altri segni particolari sono il profilo metallico che sottolinea i finestrini culminando nel logo GTi e i due terminali di scarico trapezoidali che fanno capolino dal diffusore posteriore, oltre ai fari con luci diurne a led, che danno alla piccola del Leone un’espressione più che mai felina.

FIL ROUGE A completare il quadro c’è poi uno stuolo di dettagli che fanno del rosso una sorta di… fil rouge. Si va dalle scritte Peugeot al bordino che sottolinea la calandra (quest’ultimo si può avere anche in altri colori, però, come ad esempio nelle tinte delle bandiere di alcuni Stati), passando per le pinze freno. La scena si ripete anche nell’abitacolo. Qui il rosso è utilizzato per le cuciture dei sedili (sportivi, con rivestimento misto pelle), della plancia  e del volante in pelle traforata. Quest’ultimo, così come sulle altre 208 vulgaris, è di piccolo diametro e permette di osservare al di sopra della corona gli strumenti, a loro volta con accenti rossi e separati da un piccolo dispaly a colori. Personalizzazioni finite? Nemmeno per sogno, perché, tra le altre cose, meritano di essere ricordati anche i listelli che sfumano dal nero al rosso, la pedaliera, il poggiapiedi e i battitacco in alluminio, come anche il pomello del cambio. Tutto ben fatto, con qualche plastica povera confinata più che altro sui pannelli delle porte.

BEN PIANTATA Se l’occhio ha la sua parte, ci sono comunque tutti i presupposti perché anche il piede destro abbia soddisfazione. Dal punto di vista del telaio, non è un caso che la Peugeot 208 GTi sembri meglio piantata sulla strada delle sorelle. La carreggiata anteriore si allarga di 10 mm, mentre quella posteriore di 20 mm, con i passaruota che fanno il possibile per dare un tetto ai cerchi da 17” con pneumatici 205/45, dotandosi di piccole archetti in tinta con la carrozzeria. Quanto all’assetto, molle, ammortizzatori, barra antirollio, culla anteriore e traversa posteriore hanno tutti una taratura specifica, più rigida, per permettere di sfruttare al meglio tutta la potenza del motore.

CAVALLO DI BATTAGLIA Sotto il cofano c’è uno tra i motori più riusciti della galassia PSA, il 1.600 16V THP da 200 cv, potenza che viene raggiunta costantemente tra i 5.800 e i 6.800 giri. Il bello di questo motore è che non fornisce però solo prestazioni maiuscole agli alti regimi ma le abbina a doti di tiro notevoli anche a un numero di giri medio-basso. Basti pensare che la coppia massima di 275 Nm resta a lungo stabile a partire dai 1.700 giri, grazie alla doppia fasatura variabile, all’alzata variabile delle valvole di aspirazione e alla tecnologia Twin Scroll del turbo, che aumenta la sua rapidità di risposta.

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Passando dal banco dinamometrico alla strada, questi numeri si traducono in un tempo nello scatto 0-100 di 6,8 secondi, più o meno gli stessi necessari per passare anche da 80 a 120 km/h in quinta marcia. Il chilometro con partenza da fermo è invece coperto il meno di 27 secondi e francobollando il pedale dell’acceleratore al pavimento si possono raggiungere i 230 km/h. Il tutto grazie a un peso ragionevolissimo per gli standard attuali, pari a 1.160 kg compreso il pieno di benzina. E, a proposito di benzina, il consumo medio dichiarato è pari a 5,9 l/100 km.

NASCE RICCA La Peugeot 208 GTi costa 21.950 euro, una cifra tutto sommato interessante, viste la caratteristiche, le prestazioni e la dotazione di serie. Quest’ultima comprende, tra le altre cose, il climatizzatore automatico bizona, il cruise control, i sensori di parcheggio posteriori, i fendinebbia, i sensori crepuscolare e pioggia e lo schermo touch da 7”, che con 565 euro supplementari può essere dotato anche di navigatore.

ARIA DI CASA Sulla Peugeot 208 GTi si respira la stessa atmosfera particolare tipica di tutte le 208. Il posto di guida ha infatti un’impostazione sui generis, con un volante piccolo e con gli strumenti rialzati, che si leggono sopra la parte superiore della corona e non sotto come sulle rivali. GUARDA IL VIDEO.

TUTTO PER LUI La scelta dei progettisti si sposa bene con l’indole sportiva della GTi, alla quale possono essere mossi giusto un paio di appunti: il volante è un po’ troppo inclinato in avanti e la seduta resta leggermente distante dal pavimento anche nella posizione più bassa. Nel complesso bisogna però riconoscere che i sedili sono belli e ben conformati, così come il volante. Per il resto il passeggero anteriore è trattato in guanti bianchi e può lamentarsi al limite per l’assenza della maniglia al tetto cui aggrapparsi quando a chi guida si chiude la vena, mentre chi siede dietro, una volta raggiunto il divano senza nemmeno tanti contorsionismi, gode di una sistemazione accettabilissima anche per viaggi a medio lungo raggio. Poche storie, però: pur essendo una macchina pratica e versatile, adatta al casa-ufficio come  a portare gli amici al lago, la Peugeot 208 GTi è una sportivetta fatta soprattutto a uso e consumo del pilota, per stampargli un sorriso compiaciuto al primo tratto misto affrontato in modo un po’ allegro.

GLI INDIZI Il primo indizio in tal senso lo dà lo sterzo, molto consistente tra le mani, piacevolmente diretto e sensibile, che permette di affrontare le curve con movimenti misurati delle mani e avendo sempre una chiara idea di come stiano le cose tra il battistrada e l’asfalto. Il secondo indizio viene invece dall’assetto, che non ha una taratura estrema ma è comunque ben più sostenuto rispetto a quello delle 208 qualsiasi. GIOCO DI PIEDE Complice anche il lieve allargamento delle carreggiate, la GTi entra in traiettoria con una perentorietà sconosciuta alle sorelle e percorre poi la linea impostata senza coricarsi tanto sulle ruote esterne, mantenendosi neutra fin tanto che non si rinchiude il buon senso nel cassettino portaoggetti. Il limite di tenuta è molto elevato e c’è la possibilità di gestire bene il comportamento giocando di fino con il piede destro. Entrando a gamba tesa sull’acceleratore, il muso allarga verso l’esterno (innescando nelle marce basse anche qualche reazione allo sterzo), mentre in rilascio è la coda a recuperare terreno, chiudendo la linea. Il tutto sotto l’occhio vigile dei controlli elettronici, poco invasivi anche quando ci si muove sui fondi bagnati (l’ESP è comunque escludibile)

W L’ELASTICITA’ Dal canto suo, il motore si dimostra all’altezza della situazione, iniziando a spingere con forza ben prima dei 2.000 giri e ha una progressione che non accusa flessioni sino all’ingresso nella zona rossa della lancetta del contagiri. Arrivare a tanto non ha però in gran senso, visto che cambiando marcia un po’ prima si ricade in una fascia molto favorevole della curva di erogazione: in questo modo si fa tanta strada in modo spedito, senza tanto stress per la meccanica e con poco impegno per chi guida. La generosità del 1.600 THP viene comoda nell’uso quotidiano, quando la macchina non fa una piega nemmeno quando è costrutta a mordere il freno in coda, nel traffico. In queste situazioni, così come nei trasferimenti extraurbani, è possibile lasciare inserite le marce lunghe e fare affidamento sull’elasticità, risparmiandosi un frequente ricorso al cambio che, in ogni caso, si dimostra rapido e preciso negli innesti.


Pubblicato da Paolo Sardi, 23/04/2013
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