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Hyundai Santa Fe 2.2 CRDi 4WD Style


Avatar di Luca Cereda , il 25/03/13

11 anni fa - Un'alternativa alle solite note tedesche

Spazi e, ahimé, consumi americani per la Hyundai Santa Fe 2013. Che con un look più sportiveggiante si candida come outsider dei soliti suv tedeschi

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VITA NUOVA Della vecchia Santa Fe rimangono il nome e uno sbiadito ricordo, che svanisce dopo pochi chilometri. Per tenere fede alle origini la Hyundai Santa Fe 2013 è l’unica delle nuove Hyundai sopravvissuta alla nomenclatura moderna a mo’ di codice fiscale, ma si rinnova tanto quanto le Hyundai di ultima generazione. Soprattutto nel look, ora meno fuoristradistico e tendente allo sportivo.

COME CAMBIA Spariscono le rotondità. Spazio a linee tese e filanti, cintura alta e finestratura più stretta nella parte finale. Nonché a un lato B che sembra modellato dal chirurgo plastico, anche se la cifra della trasformazione sportiva la dà il tetto della Hyundai Santa Fe 2013, che, una volta scollinato il montante centrale, scende come uno scivolo dell’Aquafan. Non a caso, a fronte di misure variate di un’inezia tra una serie e l’altra in lunghezza (469 cm) e larghezza (188), in altezza la Santa Fe si abbassa di quasi 10 cm. E si vede.

OVATTATA Una presenza da suv premium, accentuata da alcune caratteristiche dell’esemplare in prova: livrea bianca abbinata a cerchi bruniti, taglia 19 pollici. Posteggiata sotto casa si fa notare, pur non avendo l’aria, e soprattutto le dimensioni esagerate, da suv spaccone. Fortunatamente, aggiungo, visto che per una settimana abbondante la Santa Fe 2013 diventa la mia factotum: dal trafficato casa-ufficio alla gita fuoriporta della domenica, passando per trasferte di lavoro e puntatine al supermercato, con annessa guerra per il parcheggio. Per tutti e due, il sottoscritto e la Santa Fe, l’ideale sarebbe una bella settimana bianca, visto il comfort che l’auto regala nei lunghi viaggi: abitabilità e carico in abbondanza unite a una silenziosità quasi tedesca. Invece la nostra convivenza si consuma nel tran-tran quotidiano.

VOLUMETRIE Perciò finisce che, ad esempio, malgrado le borse della spesa, dei 550 litri di bagagliaio (con altri 51 nascosti sotto il piano di carico, destinato a oggetti più piccoli) spesso me ne avanzano molti. Figuriamoci se facessi slittare in avanti il divanetto posteriore (scorrevole e dalle sedutte abbattibili singolarmente), sacrificando il più che onesto spazio tra le due file per portare la capacità del baule a quasi 700 litri. Il massimo del volume si ottiene a 1582 litri a divanetto integralmente ripiegato, senza tuttavia riuscire a ricavare una base di carico perfettamente pianeggiante.

PLANCIA BAROCCA All’interno la Santa Fe 2013 non offre solo spazio, però. E’ anche un’auto ben equipaggiata e curata, con una plancia tormentata, perfino troppo disegnata. Sicuramente moderna, complice lo schermo touch da 7’’, ben integrato, centro nevralgico dell’infotainment. Fa un bel salto in avanti anche la qualità dei materiali (i rivestimenti dei sedili sono in pelle) e delle plastiche: generalmente morbide in cabina di comando, più dure ed economiche in periferia, soprattutto nell’area del tunnel centrale.

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TERZO OCCHIO Tra gli optional da auto premium si segnalano i sedili posteriori riscaldabili. Tra i più utili, invece, la telecamera di retromarcia, un occhio in più nelle manovre in cui la Santa Fe 2013 rischia di muoversi come un elefante in una cristalleria. Per il resto della visibilità non ci si può certo lamentare. E lo sterzo, regolabile su tre livelli di assistenza (Normal, Comfort e Sport) grazie al Flexsteer, facilita le operazioni quando gli spazi si stringono, rendendo la Santa Fe meno goffa di quanto le sue dimensioni indurrebbero a pensare.

COCCOLATI La possibilità di regolare lo sterzo, che in Sport aumenta di consistenza, si apprezza anche nel misto veloce. Con un assetto che privilegia il comfort, ma sufficientemente rigido da non rendere indigesta una guida un po’ spinta, la Santa Fe 2013 disegna traiettorie pulite e precise senza coricarsi troppo.

DIESEL BRILLANTE Il 2.2 CRDi, poi, porta in giro con agilità le due tonnellate abbondanti di peso in ordine di marcia, grazie ai 197 cv e una coppia robusta, 421 Nm disponibili tutti già 1800 giri/min. Molto lineare nell’erogazione, questo diesel spinge molto bene ai bassi regimi e allunga deciso finché la lancetta non vede i 4.000. Da lì in poi tende a sedersi. I piedi pesanti forse gradirebbero un po’ più di verve in alto, ma delle prestazioni (0-100 in 9,4 sec) tutto sommato non ci si può certo lamentare. Anche al netto di qualche ritardo del cambio automatico sequenziale a sei rapporti di serie sul mio esemplare, tanto comodo in città ma poco incline ad assecondare chi ha fretta.

GOMITO ALTO E' bene ricordare che l'automatico non è una scelta obbligata, e nemmeno necessaria, se non si percorrano tanti chilometri in città. Anche perché, nel suo piccolo, penalizza i consumi. Con un 2.200 turbo da 197 cv e oltre due tonnellate da spostare le premesse per una fitta frequentazione con il benzinaio ci sono tutte e trovano riscontro nella pratica. Nel nostro test si viaggia lontani da 14,7 km/litro dichiarati dalla scheda tecnica: il computer di bordo dice poco più di 11 con un litro. E senza abusare del piede pesante.    


Pubblicato da Luca Cereda, 25/03/2013
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