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Prova

Alfa Romeo 4C


Avatar di Mario Cornicchia , il 26/09/13

10 anni fa - Supersportiva di peso (all’osso). Guarda il video

Tecnologia, monoscocca in carbonio e cura del dettaglio per tenere il peso ridotto al minimo come dev’essere per una sportiva di razza. Da pista e da strada. Guarda la Alfa Romeo 4C anche in video

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ITALIANS DO IT BETTER Quando è stata presentata al Salone di Ginevra, sembrava il solito gioco di stile per far scaldare i cuori di appassionati del marchio Alfa Romeo e di appassionati di bei giocattoli. Invece, ora la Alfa Romeo 4C è un’auto vera, oltre che essere una vera auto. Una vera auto sportiva prodotta, tanto per non sbagliare, nello stabilimento Maserati di Modena. In questi tempi di fughe di cervelli e di cialtroneria diffusa tutte italiane è bello vedere che un marchio all’avanguardia e ai primi posti nelle competizioni fino agli  anni 60, che ha toccato poi il fondo della banalità con la 155, ora firma un’auto degna della migliore tecnologia e sapore automobilistici tutti italiani. Perdonatemi lo sfogo nazionalcampanilista, ora ve la racconto.

VESTITO STRETCH Per raccontarvi la Alfa Romeo 4C parto dallo stile che, confesso, non mi esalta, non ci trovo la sensualità di una Jaguar F-type, per intenderci. Mi piacciono alcune viste, specie la coda, meno altre, come la bocca di ventilazione molto pronunciata che rende i parafanghi posteriori molto alti, forse troppo. Vista di fronte ha una bella dose di cattiveria e il trilobo Alfa, quel trifoglio fatto di scudetto e bocche laterali, la rende inconfondibilmente Alfa. Le luci naked, come le ha definite l’exterior chief designer Alessandro Maccolini, ricordano quelle delle piccole Smart sportive, coupé e roadster, e se vi piacciono vestite in carbonio, sappiate che la fibra è optional (1600 euro, irrinunciabile se volete evitare l’accostamento a Smart). Della 4C mi piace l’essenzialità del vestito, cucito stretch sulla meccanica, ridotto all’osso, con il lunotto Ferrari style che è un grande schermo sul motore.  Comunque, sullo stile ognuno la pensa a modo suo.

FABBRI? NO, FIBRA Ridotto all’osso è il peso, come deve essere su una vera sportiva, e così tutto è ridotto all’essenziale e questa filosofia lascia perdonare anche la spartanità dell’interno della Alfa Romeo 4C, anche quei comandi al volante da Panda che in molti hanno criticato. Non fermatevi alle leve sul volante, guardate la fibra di carbonio della sua monoscocca che compare nuda come autoclave l’ha fatta in molte parti dell’abitacolo, dalle battute delle portiere al tunnel centrale al pannello dietro ai sedili che vi separa dal motore. Guardate la splendida pedaliera in alluminio incernierata in basso, come dev’essere su una sportiva, e il poggiapiedi in alluminio davanti al passeggero. Guardate gli strumenti o, meglio, lo strumento che racchiude tutte le informazioni davanti al pilota, lì dove deve stare, come su una F1. Le leve funzionano bene? E allora fatevele piacere così come sono, la sostanza è un’altra.

WEIGHT WATCHERS La sostanza della Alfa Romeo 4C sta nel progetto. Monoscocca in fibra di carbonio che alla prova bilancia ferma l’ago a 65 chilogrammi. Tutte le parti strutturali sono realizzate in alluminio (35% del peso) compresa la campana dei dischi freno (meno 2kg a disco rispetto al disco tutto in ghisa). Carrozzeria in SMC, Sheet Moulding Compound, un composito che fa risparmiare circa il 20% de peso rispetto alla lamiera (per gli appassionati di numeri, SMC ha una densità di 1,5g/cc contro 7,8 dell’acciaio e 2,7 dell’alluminio), non si deforma nei piccoli urti, disperde bene la rumorosità ed è molto più malleabile, per cucire il vestitino bello aderente. Paraurti e parafanghi sono realizzati in PUR-RIM,poliuretano iniettato, per i medesimi motivi.

SUPERSLIM L’avete capito, per la Alfa 4C sono stati attenti al grammo, diminuendo anche lo spessore dei cristalli (-15% di peso) e studiando ogni particolare, come le canalizzazioni della climatizzazione che sono ricavate direttamente nella plancia, evitando i tubi. Il climatizzatore è optional, gratuito come l’autoradio web. A voi la scelta. Tanti sforzi e tanta attenzione è stata premiata, con un peso a secco di 895 chilogrammi. Facendo il pieno di 40 litri di benzina, olio e liquidi vari si sta sotto quota 1000. Ottimo risultato per le sue dimensioni (398x186cm, 118 in altezza).

MILLESETTECINQUANTA Con il suo peso ridotto all’osso, meno di 4 chilogrammi pesano sulla sella di ogni cavallo del suo quattro cilindri 1750 turbo montato trasversale dietro ai sedili. Alla base c’è il 1750 della Giulietta Quadrifoglio Verde ma i cavalli da 235 passano a 240 e il peso diminuisce di 22 kg grazie a una serie di interventi tra cui un nuovo basamento in alluminio, iniezione diretta di benzina a 200bar, nuovi condotti di aspirazione, canne in ghisa speciale, segmenti dei pistoni a carico ridotto, fasatura Scavenging che ottimizza la combustione, otto contrappesi sull’albero motore. 240 cavalli a 6000 giri, 350Nm tra 2100 e 4000 giri di cui l’80% disponibile già a 1800 giri garantiscono alla Alfa Romeo 4C 258 km/h e 0-100 in 4,5 secondi, 4 secondi netti con le gomme Race sviluppate da Pirelli per la 4C.

MAPPE INCLUSE Il motore 1750 è abbinato al cambio 6 marce doppia frizione a secco TCT, ottimizzato per la 4C capace di cambiare marcia in 130 millisecondi con il pedale del gas premuto a fondo e dotato diLaunch Control. Motore e cambio della Alfa 4C cambiano carattere scegliendo quattro differenti mappature grazie al comando DNA Alfa Romeo posto sul tunnel centrale che per la 4C aggiunge la modalità più estrema Race: si spinge in avanti per cinque secondi la levetta del DNA e si limita al minimo l’aiuto dei controlli elettronici con l’ESC inattivo che si rianima soltanto nelle frenate più intense e l’ASR spento. Il differenziale elettronico Q2 rimane attivo. Più stradali le altre tre mappature canoniche del DNA: Dynamic per guida sportiva (motore reattivo e cambio rapido), Natural per il casa-ufficio (cambio automatico e Q2 soft) e All Weather quando la strada diventa scivolosa.

PARI E DISPARI Le sospensioni sono a doppio triangolo sovrapposto le anteriori e McPherson evoluto al posteriore. I dischi freno sono forati autoventilanti con disco in ghisa spazzolata e campana in alluminio (ant. 305x28mm con pinza fissa a 4 pistoncini, post 292x22mm). Le ruote hanno diametro e larghezza differenti tra anteriore e posteriore, da 17 (205/45) o 18 le anteriori e da 18 (235/40) o 19 le posteriori, per avere grande grip al posteriore oltre a sensibilità e precisione all’anteriore. Anche perché lo sterzo è diretto, senza servosterzo. Evviva.

NERA PER TUTTI Una vera supercar nella sostanza del progetto e nelle prestazioni pure. E, se girate pagina sul Come va, anche nelle emozioni di guida. Venduta a un prezzo accessibile rispetto al pacchetto. Non pochi soldi, certo, ma un prezzo ben proporzionato a quello che offre, da 54.300 euro su strada per la Alfa Romeo 4C base. Che è nera, ha di serie tutto il pacchetto meccanico/elettronico che vi ho descritto, i sedili in tessuto nero con cuciture rosse, la scocca dei fari naked in plastica, le pinze freno grigie, le palette del cambio al volante, la pedaliera sportiva e piastra poggiapiede per il passeggero in alluminio, gli specchi regolabili elettricamente e la predisposizione per l’autoradio.

SCALA COLORE Se non la volete nera o volete renderla più dotata o più preziosa, ecco gli optional ma il prezzo non decolla a razzo anche per i più esigenti. Bianca e Rossa costano 550 euro, grigia metallizzata 1000 e bianca perlata e rosso metallizzato 2500 euro in più. 1500 euro per i sedili in pelle rossa o nera, 2000 per i sedili in pelle e microfibra. 300 euro per le pinze freno nere, gialle o rosse, 1210 euro per i cerchi a 5 fori grigi o neri taglia 18/19” a cui abbinare per 1400 euro pneumatici Race Pirelli PZero, 1200 euro per l’assetto Racing. Oppure potete scegliere tra i due Pack da 3800 euro, quello Racing (cerchi 5 fori con pneumatici Racing, assetto e scarico Racing, volante pelle e microfibra) o quello Lusso (sedili pelle microfibra, scocca luci in carbonio cin fari Bi-LED).

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COME VA Anche se lo stile non mi stuzzica nel profondo, l’oggetto, per come è progettato e realizzato, mi affascina. La monoscocca in carbonio, le sospensioni corsaiole, il peso da microcar e il rapporto peso/potenza e i dettagli come la pedaliera-scultura e il suo interno spartano ma impreziosito da dettagli supertecnologici. È un bel attrezzo, non c’è che dire. Un bel giocattolo, anche nelle dimensioni compatte. È bassa, mi scorre vicina nel posteggio alla pista di Balocco una Fiat 500C e mi fa ombra. Carico Gianluca e il suo corpicione per andare in pista a fare le riprese video e lo vedo con l’abitacolo un po’ cucito addosso. Se siete caduti nella pentola da piccoli come Obelix meglio tenerne conto.

MAGRI TUTTI Al mio uno e settantotto l’Alfa Romeo 4C va a pennello, ho ancora buon margine sopra la testa e per arretrare il sedile, e le regolazioni del volante in altezza e profondità mi consentono di trovare l’assetto giusto per una guida correttamente e sportivamente  allungata. Lo spazio non manca e non si hanno restrizioni da supercar. I sedili sono esili, magri, ridotti all’osso nella struttura ma confortevoli e non sono troppo profilati per accogliere anche i meno snelli. Agli snelli profili più alpini forse non dispiacerebbero.

NO-LESS Non ci sono pulsanti Start sulla Alfa Romeo 4C, ma la solita chiave telecomando a forma di scudetto Alfa infilata nel blocchetto. Va bene così, tutto fa peso: poco spettacolo e si badi alla sostanza. Come il bel rombo che esce dal doppio scarico Racing, in dotazione alle 4C pronte a farsi strapazzare nella prima prova in anteprima. Un bel rombo roco, pieno, quasi urlato quando si tirano le marce. Un bel sound, sicuramente.

SENZA SERVO  Smanovro e mi dimentico subito che i tecnici (o il marketing?) Alfa hanno scelto di non mettere il servosterzo. Lo sterzo è sufficientemente leggero appena ci si muove tanto da non richiedere un periodo di prevolantistica in palestra. Mi ricordo in manovra avanti-indietro-avanti che, con il servosterzo,  ci siamo dimenticati tutti il vecchio trucco di riportare le ruote il più possibile diritte sfruttando gli ultimi centimetri prima di fermarsi e riprendere la manovra in senso contrario, per guadagnare sterzata e faticare meno. Alla seconda manovra me ne ricordo.

A MOLLA Leggere, le auto sportive devono essere leggere. Meno peso uguale più accelerazione, frenate più facili e handling d’istinto. Ecco la formula magica. Certo, la 4C è ridotta all’osso ma c’è anche tanta tecnologia che la tiene a dieta e concorre alle superprestazioni. Sul tema accelerazione i numeri ve li ho già detti e ora confermo che si sentono tutti anche nella schiena, anche senza Launch Control. Anche perché con peso leggero, tanta coppia bassa e un bel grip al posteriore parte da fermo come una molla. Spinge, spinge eccome e il cambio non fa perdere tempo e velocità nelle cambiate, veloce ma morbido anche nella configurazione Race.

STACCO AI 50 I freni portano da 100 a 0 km/h in 35 metri. Pochi, vero? Non solo, la sensibilità del pedale invita subito a piazzare delle gran belle staccate, anche a chi è abituato alla guida su strada e non alle staccate. E la staccata si fa davvero all’ultimo metro.  Al cartello dei 200 metri? Nooo 150? Noooo 100?!? Nooo. 50? Sììììì! E arrivare lunghi è difficile. Con poco peso da fermare non sono necessari dischi grandi come tavolini da bar e pinze popolate di pistoncini come un plotone.

SULLO SCIVOLO Se per caso la staccata la sbagliate proprio e arrivate lunghi ci pensano sempre il peso contenuto e anche l’ottimo telaio ad aiutarvi a rimediare. I pesi sono distribuiti 40/60, c’è tanto grip sulle ruote posteriori che fare un sovrasterzo di potenza partendo da fermi non è proprio facile facile. Anche se il muso non si alza e non si scarica è più facile provocare un sottosterzo e tirare diritti. In velocità la musica cambia e la coda si fa scivolare verso l’esterno che è un piacere. Arrivate lunghi in curva?  Anche se la curva sembra irrimediabile mollate i freni e buttatevi dentro, la 4C vi segue in corda, anche se la traiettoria è un angolo quasi retto. Avete esagerato un poco nel dare gas in curva? Mollate il gas, la coda ci mette una pezza, si butta all’esterno, vi rimette in traiettoria con una facilità da bambini. Così la coda si usa per entrare più veloci e prepararsi alla curva successiva. Basta un minimo di prontezza di riflessi, ma ce la può fare anche il pilota non espertone. Peso e telaio rendono le manovre ardite facili e controllabili sempre e senza patemi d’animo. Un vero giocattolo. Il telaio della Alfa Romeo 4C vi parla, basta ascoltarlo. 

QUOTIDIANA Un giocattolo che nell’uso di tutti i giorni è piuttosto rigido ma che si fa apprezzare. Il sound c’è ed è una piacevole compagnia. Anche ai 240 che ho raggiunto in pista la Alfa Romeo 4C ha anche un discreto comfort acustico, non è la sportivona essenziale e spaccatimpani. In velocità lo sterzo senza servitù fa sentire la strada, fa tenuto con fermezza ma senza indolenzirsi le braccia, fa sentire al volante di un’auto e non di un elettrodomestico. Anche se i moderni servosterzi sportivi sono eccellenti, senza è un’altra cosa. E nel tutti-i-giorni anche motore e cambio si fanno apprezzare, pronto a borbottare il primo anche sotto i 1500 senza problemi con il cambio che già è dolce in Race, figuratevi in Natural. I più pratici sappiano che non manca nemmeno un bagagliaio ricavato dietro al motore, un pozzetto sufficientemente capace per due borse da finesettimana (se la compagna di viaggio è spartana nel suo beauty case).

MADE IN MODENA L’Alfa Romeo 4C mi sembra il trait-d’union tra sportivette estreme ma difficili da usare tutti i giorni come la Lotus Elise, per esempio, e sportive perfette ma anche ormai un poco troppo sterilizzate nella guida. C’è chi parla di baby Ferrari, o di Ferrarina voler non posso. Beh, guardatela come volete, comunque nasce a Modena…


Pubblicato da M.A. Corniche, 26/09/2013
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