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Prova

Suzuki S-CROSS


Avatar Redazionale , il 26/09/13

10 anni fa - La crossover per la famiglia

Preannunciata a Parigi, vista a Ginevra, la nuova Suzuki S-CROSS si propone ora sul mercato con i connotati per mettere pace in famiglia e soddisfare tutti

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FIGLIA DELLA PRIMA CROSSOVER La mamma dell’attuale Suzuki S-CROSS è certamente la Suzuki SX4, ben più nota sul territorio italiano per la versione a marchio Fiat, denominata Fiat Sedici. Antesignana delle crossover, senza contare le Subaru, che da sempre possono essere considerate crossover ante litteram, la Suzuki SX4 venne presentata al Salone di Tokio nel 2005, mentre quella che tutti considerano la mamma di tutte le crossover, la Nissan Qashqai, esordì ufficialmente a Parigi nell’ottobre dell’anno successivo. Essere i primi, visti i risultati ottenuti, non sempre è garanzia di vittoria.

L’EREDE DIVERSA La nuova Suzuki S-CROSS anagraficamente è certo figlia della SX4 ma non vuole diventarne l’erede, cioè non vuole sostituirla nella stessa fascia di mercato, perché la nuova arrivata è più lunga e più grande, certamente meno sportiva nell’indole e nell’aspetto, ma più crossover da famiglia, come ribadisce la stessa campagna pubblicitaria. Mentre la SX4, oggi, perché resta comunque ancora a listino pur con un solo allestimento, ha come concorrenti le crossover di taglia piccola, Juke, Mokka & C. per intenderci; la nuova Suzuki S-CROSS vuole sfidare la Qashqai e tutte quelle nella fascia media, che sono parecchie.

SFIDA LANCIATA Non tanto e non solo nelle misure la Suzuki S-CROSS richiama la Nissan, ma lo fa anche nell’aspetto. Senza essere sfacciata, perché ha comunque una sua personalità, nel taglio dei due volumi il richiamo alla Qashqai è evidente. Personalmente trovo meglio riuscita la parte posteriore: i fari che si allargano molto fino ad abbracciare il montante sono piacevoli e realizzati con cura, con una parte sul portellone e l’altra sul montante. Mi convince meno il cofano motore, che, per ragioni aerodinamiche ma forse anche per l’impatto con il pedone, sembra avere una gobba sopra alla calandra, anch’essa non particolarmente brillante. Trovo ben disegnati, invece, i proiettori anteriori, anche se non particolarmente originali: il disegno è proporzionato, la linea filante sopra al parafango è sportiva e la versione con le luci diurne a Led non è sfacciata o sgraziata, come spesso accade.

FIAT LUX Una delle migliori realizzazioni della Suzuki S-CROSS è il tetto vetrato. Regala tanta luce all’abitacolo, anche alla fila posteriore, ma soprattutto è elegante e raffinato il meccanismo d’apertura. Perché il tetto è realizzato da due vetri, quello posteriore, quando si apre elettricamente, scorre in un vano tra il tetto e la plafoniera, mentre la parte anteriore si solleva e arretra parecchio. L’apertura così realizzata è veramente grande.

DUE MILLESEI E DUE TRAZIONI Due sono i motori che equipaggiano la Suzuki S-CROSS, entrambi da 1,6 litri, uno a benzina e l’altro a gasolio. Il primo è l’evoluzione del classico 4 cilindri VVT (con fasatura variabile lato aspirazione) sottoposto però a una pesante cura dimagrante, per ridurne gli attriti interni e il peso complessivo, a tutto vantaggio dei consumi e delle emissioni. Al banco fa segnare 120 cavalli e 156 Nm a 4.400 giri/min. Il secondo è il ben noto efficiente turbodiesel 1,6 prodotto da FPT (Fiat Powertrain Tecnoligies), common rail di ultima generazione: stessa potenza del benzina (120 Cv) ma 320 Nm di coppia massima, a 1.750 giri. Entrambe le motorizzazioni possono essere accoppiate a due sistemi di trazione: 2WD (cioè a trazione anteriore); e 4WD ALL GRIP il nuovo sistema di trazione integrale a controllo elettronico, che approfondisco in dettaglio nella sezione “come va”. Sia il diesel sia il benzina hanno un cambio manuale a sei rapporti e solo per il benzina è disponibile un compatto CVT, cambio a variazione continua, in grado di contenere ulteriormente i consumi.  

GAMMA MOLTO COMPLETA Le combinazioni tra motorizzazioni, differenti sistemi di trazione, cambi, allestimenti ed equipaggiamenti, producono una matrice che genera 24 voci nel listino. Per una vettura giapponese sono tante. Ma a guardarlo meglio si capisce che alcune diversificazioni, nella concezione europea o ancor meglio tedesca, sono da considerarsi come degli optional. La nuova Suzuki S-CROSS è disponibile in quattro allestimenti: Easy, Style, Top e Star View. Il primo (Easy) è riservato alle sole versione 2WD ma è già abbastanza ricco: il benzina determina il prezzo d’attacco di 19.400 euro, mentre la gamma diesel parte da 22.000 euro. Meglio dare qualche altro riferimento. La diesel 2WD con l’allestimento più completo, con il tetto apribile e la pelle sui sedili, costa 27.500 euro, ma con l’aggiunta della trazione integrale (Suzuki S-CROSS 1.6 DDiS 4WD All Grip Star View) non supera i trenta mila: 29.700 euro, che è poi il prezzo più alto di tutta la gamma.

PORTE APERTE ADESSO 28 e 29 settembre sarà il fine settimana del debutto nelle concessionarie, che potranno proporre prezzi di lancio particolarmente interessanti. Il prezzo d’attacco della Suzuki S-CROSS 1.6 VVT 2WD Easy, scende dai 19.400 euro a 16.400, in caso di rottamazione o permuta.

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ENTRAMBE Sono riuscito a provare entrambe le versioni a gasolio: la 2WD e la 4WD All Grip, entrambe nell’allestimento più ricco, Star View, con sedili in pelle e il profondo tetto apribile. Sono vetture solo apparentemente simili ma abbastanza diverse nel comportamento dinamico.

NERO E GRIGIO Gli interni, come tradizione Suzuki, sono fortemente caratterizzati dal nero o comunque da varianti intorno al nero. Piacevoli al tatto tutti i materiali a portata di mano, buone le escursioni delle regolazioni di sedile e volante. La posizione di guida non è sportiva e sdraiata ma abbastanza seduta e rialzata. Come si suol dire, si domina il traffico dall’alto. Direttamente dal volante si comanda tutto il sistema di infotainment, che risulta l’elemento meno integrato nel resto della plancia. Un impianto 2 Din (cioè alto il doppio di una vecchia autoradio) che sembra quasi un prodotto after market. Si comanda anche con il touch screen, è efficace tanto come radio e stereo, quanto come sistema di navigazione, ma con quella cornicetta nera un po’ triste, non si intona benissimo con il grigio scuro del resto della plancia, e men che meno con il profilo color alluminio che disegna l’esagono in cui il sistema e le bocchette d’aerazione sono inglobate. E' comunque l'unico neo in una plancia sobria, in cui spicca il bel cruscotto, con gli strumenti circolari bordati di blu.

PRIMA LA DUE Avviato il motore, si apprezza subito la buona insonorizzazione, anche a freddo. Apro subito il tetto, che fino a circa 80 km/h non disturba troppo con fruscii aerodinamici. Ottimo il cambio, con innesti precisi e veloci, e buona appare anche la progressione del motore, anche dai regimi più bassi. Al primo impatto non trovo un feeling favoloso con il volante, forse perché l’assistenza elettrica lo rende troppo diretto e al contempo un po’ ovattato nelle sensazioni che trasmette alle mani. L’assetto è molto più votato al comfort rispetto alla SX4, che, invece, era sportiva e piuttosto rigida. È soprattutto l’avantreno a risultare un po’ troppo cedevole, sia nelle frenate decise, sia negli scarti improvvisi. Nulla che infici la sicurezza ma la sensazione non è certo di avere per le mani una vetturetta sportiva. La tenuta di strada risulta comunque buona e, una volta che si posiziona in appoggio, la Suzuki S-CROSS risulta stabile nella conduzione delle curva, anche in velocità e anche, soprattutto, in accelerazione.

SANO SOTTOSTERZO Quando esagero volutamente, il sottosterzo diventa evidente ma rassicurante anche per chi non ha l’indole corsaiola. Si corregge con naturalezza, anche se, sempre a causa dell’avantreno morbido, la reazione al tiro-rilscio, se fatto bruscamente, tende ad alleggerire troppo il retrotreno. Ma se chi guida non ha velleità corsaiole farà felice anche la suocera (citata anche nello spot pubblicitario), che apprezzerà il giusto comfort anche nei posti posteriori.

QUATTRO IN UNO Passo alla 4WD, ma prima è bene capire come funziona il nuovo sistema 4WD All Grip. Realizzato con un giunto con frizioni a controllo elettronico, il sistema offre quattro modalità di funzionamento: Auto, Sport, Snow e Lock. Non esiste più la funzione che esclude totalmente il giunto, quella che sulla vecchia SX4 lasciava tutta la trazione alle ruote anteriori, anche se pare che la percentuale di coppia normalmente inviata al retrotreno nella modalità Auto sia molto bassa. Nella modalità Sport, il giunto agisce con maggior prontezza alle richieste sull’acceleratore, anch’esso più pronto. In Sport aumenta, in modo dinamico, la percentuale di coppia inviata al retrotreno ma ho avuto la sensazione che anche il servosterzo risultasse meno morbido (finalmente!). La modalità Snow si adatta a tutti i terreni a scarsa aderenza, non soltanto alla neve: la trazione è sempre sulle quattro ruote ma la ripartizione avviene in modo dinamico. Su Lock, invece, il giunto resta bloccato, ripartendo pariteticamente tra i due treni; il blocco si sblocca quando si supera una certa velocità ma avviene così progressivamente da non risultare percettibile.

PIU’ SPORTIVA La Suzuki S-CROSS 4WD, nell’impiego normale, non risulta particolarmente diversa dalla due ruote motrici, la musica cambia se si comincia a chiedere di più. Anche su Auto, ma soprattutto su Sport, il comportamento in curva è differente. Meno propensa al sottosterzo, la 4WD chiama l’accelerata ben prima dell’uscita dalla curva. Si può guidare anche con un bel po’ di grinta in più, senza mettere in difficoltà il sistema di trazione, che ha dimostrato sullo sterrato, una buona rapidità nel trasferire, quando occorre, più coppia al retrotreno.

BUON MOMENTO Benché sia il momento delle crossover più piccole, le compatte non mollano la presa. Il segmento è l’unico che registra dati positivi, quindi ben venga una nuova crossover di fascia media, anche da parte di chi da anni è paladina delle 4x4 compatte come Suzuki. Chissà mai che non riesca a sfruttare a proprio vantaggio questa una fase in cui pare che la Qashqai,in odore di rinnovamento, stia cedendo qualche posizione.


Pubblicato da Roberto Tagliabue, 26/09/2013
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