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GP Stiria e Austria 2020: le 5 cose che abbiamo imparato al Red Bull Ring


Avatar di Salvo Sardina , il 14/07/20

3 anni fa - Ecco cosa emerge dai primi due Gp della stagione 2020 di Formula 1

F1, 5 cose che abbiamo imparato nei GP Austria e Stiria

Dall'affamata (e apparentemente imbattibile) Mercedes, alla Ferrari ancora in cerca di sé: le 5 verità emerse dai primi due Gp del mondiale
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5 VERITÀ DI SPIELBERG La Formula 1 lascia il Red Bull Ring dopo due weekend in cui sono andati in scena i primi appuntamenti della stagione. Incidenti, sorpassi, sorprese, colpi di scena e qualche immancabile polemica hanno fatto da contorno ai primi e tanto attesi risultati sportivi di questo strano mondiale 2020. Analogamente a quanto fatto dopo i test di Barcellona (qui e qui) e in attesa di conferme o smentite nel Gp d’Ungheria del prossimo fine settimana, cerchiamo di ripercorrere insieme le verità emerse a Spielberg.

  1. Mercedes più forte di ogni (possibile) difficoltà

Nel corso dei test erano già sembrate velocissime ancor prima di svelare al mondo di aver sviluppato l’avveniristico dispositivo Das per mandare subito in temperatura le gomme anteriore modificando in corsa la convergenza. La Mercedes non si è adagiata sugli allori dei titoli mondiali conquistati dominando l’era dell’ibrido in Formula 1, non ha perso la fame di successi, ma ha continuato a lavorare e a stupire. E, arrivata in Stiria con una bellissima livrea total black in sostegno della causa antirazzista, ha concluso entrambe le gare al Red Bull Ring con due monoposto davanti a tutto il resto del gruppo. Due doppiette su una pista storicamente non favorevole a causa delle alte temperature, anche se poi soltanto una è stata confermata dalla Direzione gara, con Hamilton severamente retrocesso al quarto posto nel Gp d’Austria per via del contatto con Alex Albon. Una corazzata, che non sembra doversi preoccupare dei piccoli problemini tecnici emersi a Barcellona e ricomparsi anche a Spielberg: pur dovendo gestire l’affidabilità, le W11 di Hamilton e Bottas sono sembrate ancora una volta in grado di dominare la scena. Il settimo titolo consecutivo appare vicinissimo, anche se c’è ancora tanta strada da percorrere.

F1, GP Stiria 2020: Lewis Hamilton (Mercedes) sotto alla bandiera a scacchi F1, GP Stiria 2020: Lewis Hamilton (Mercedes) sotto alla bandiera a scacchi

  1. Solo Verstappen riesce a tenere il passo di Hamilton e Bottas

Sembrava essere l’anno in cui la Red Bull poteva di nuovo puntare al bottino grosso. Di sicuro, dopo le ottime impressioni del precampionato e il lavoro svolto da Honda per potenziare una power unit già decisamente cresciuta nel 2019, ci aspettavamo Max Verstappen e Alexander Albon in lotta per la vittoria nella doppia gara di casa. Così, evidentemente, non è stato. Nel Gp d’Austria, sono stati gli inconvenienti tecnici a mettere ko entrambe le RB16, anche se bisogna dire che Albon, sul finale, sembrava persino in grado di vincere grazie alla migliore strategia scelta per lui dal muretto. Con temperature più fresche e con le Mercedes non costrette ad alzare il piede per ragioni di affidabilità, nel Gp di Stiria solo Max Verstappen ha potuto lottare ad armi impari con i piloti di Stoccarda: Lewis è scappato via sin da subito dopo una pole stratosferica sul bagnato, mentre Valtteri ha beffato l’olandese – bravissimo a provarci fino alla fine a difendere la posizione – nei giri conclusivi dopo avergli recuperato un distacco di circa dieci secondi. Albon? Scomparso, a quasi 45 secondi dal leader: forse la vera misura della competitività della macchina, certo non un’iniezione di fiducia sul prosieguo della stagione.  

GP Stiria 2020, Spielberg: Lewis Hamilton, Valtteri Bottas (Mercedes) e Max Verstappen (Red Bull) GP Stiria 2020, Spielberg: Lewis Hamilton, Valtteri Bottas (Mercedes) e Max Verstappen (Red Bull)

  1. La Ferrari è un disastro

Che in casa Ferrari qualcosa non funzionasse lo si era già capito dai toni sommessi – oltre che dalle prestazioni in pista – dei test di Barcellona. Nessuno, probabilmente neppure gli uomini al servizio di Mattia Binotto, però, si aspettava che la SF1000 fosse davvero così tanto indietro rispetto ai rivali. Di buono c’è che il secondo posto di Charles Leclerc ha esaltato i tifosi per caparbietà e talento, ma non ha illuso nessuno. E, con il secondo Gran Premio al Red Bull Ring, tutti i nodi sono venuti al pettine. A partire dalle prestazioni di una SF1000 che in due occasioni su due non è riuscita a portare entrambi i piloti in Q3 – incassando distacchi pesantissimi, ma questa non è una novità nell’ultimo decennio, sul bagnato – per poi giungere all’incidente (per il momento senza strascichi polemici) tra Leclerc e Vettel al primo dei 71 giri del Gp di Stiria. Oltre il danno di un doppio zero dopo una qualifica insufficiente, la beffa: anche a causa della pioggia del sabato, gli ingegneri non hanno avuto grandi riscontri sul funzionamento delle nuove componenti (fondo e ala anteriore) arrivate in fretta e furia giovedì da Maranello. Esame rimandato a Budapest, dove la Ferrari in cerca di risposte proverà altre novità con l’obiettivo di trovare una direzione da intraprendere per questa e per la prossima stagione in cui gli sviluppi saranno sostanzialmente congelati. Al momento, l’ipotesi più probabile è che i prossimi mesi diventino un calvario…

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  1. Lando Norris è bravissimo

Forte di una McLaren in crescita costante da quando, dalla Porsche, è arrivato Andreas Siedl a mettere ordine nel reparto corse di Woking, Lando Norris sta riscuotendo la possibilità di mettersi in mostra non soltanto sui social e con le gare online. Il ventenne inglese ha una forza comunicativa impressionante – e questo lo sapevamo già – ma anche un talento che gli permetterà di arrivare lontano, se avrà la macchina giusta per farlo. Intanto, con un terzo e un quinto posto, entrambi ottenuti con dei finali thrilling in rimonta prima su Hamilton e poi su Perez, Stroll e Ricciardo, Norris porta a casa 26 punti in due gare. Più della metà dell’intero bottino raccolto nel 2019, che gli valgono un terzo posto in classifica giusto alle spalle dei due Mercedes. Non durerà, perché le Red Bull e (forse) le Ferrari verranno fuori sulla distanza. Intanto, però, ci godiamo un altro fenomeno della generazione Playstation fare dei numeri da sballo anche su una monoposto vera. Carlos Sainz è avvisato…  

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  1. La Racing Point corre forte: si infiamma la lotta (anche politica) nel pacchetto di mischia

Osservata speciale nel corso dei test per la clamorosa somiglianza con la Mercedes W10 del 2019, la Racing Point ha mostrato in pista di avere anche le prestazioni in comune con l’ultima Freccia d’Argento iridata. Sergio Perez e Lance Stroll, se escludiamo qualche momento di incertezza legato all’affidabilità soprattutto nel Gp inaugurale, non solo sono tra i grandi protagonisti della stagione, ma hanno addirittura raccolto meno di quanto avrebbero potuto. La futura Aston Martin, insomma, corre veloce in pista e la rimonta a suon di sorpassi e giri veloci completata da Checo domenica scorsa (prima di infrangere il sogno di quarto posto sulla posteriore destra di Albon) non è passata inosservata, al punto che la Renault ha ufficialmente protestato con la Federazione per il sospetto passaggio di informazioni dal reparto tecnico Mercedes. Il risultato del Gp di Stiria, chiuso con Perez e Stroll al sesto e settimo posto, è adesso sub-judice in attesa dell’investigazione della Fia su quelle prese d’aria dei freni troppo simili. La lotta per il “migliore degli altri” (che per il momento coinvolge anche la Ferrari) passerà anche dalle aule dei tribunali…

F1 GP Stiria 2020, Red Bull Ring: Sergio Perez (Racing Point) alle spalle di Daniel Ricciardo (Renault) F1 GP Stiria 2020, Red Bull Ring: Sergio Perez (Racing Point) alle spalle di Daniel Ricciardo (Renault)


Pubblicato da Salvo Sardina, 14/07/2020
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