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Una settimana con la Smart elettrica

Smart fortwo Electric Drive live: atto finale


Avatar Redazionale , il 18/01/11

13 anni fa - La storia di un long test con la Smart fortwo Electric Drive

Come sarebbe la vita di un pendolare se guidasse un'auto elettrica? Ci siamo messi nei suoi panni usando per una settimana una Smart fortwo Elecric Drive. Ecco cosa è successo, giorno per giorno.

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7° GIORNO – sera del 18 gennaio 2010
CHIUSURA IN BELLEZZA La Smart Elettrica ha chiuso a testa alta l'ultima giornata di prova. Quando l'ho riconsegnata alla Mercedes Benz Milano il contachilometri segnava 79 km, mentre la carica residua ammontava ancora al 32%. Non solo: come per incanto, durante le riprese del video, si è pure spenta la spia d'anomalia che stamane si era illuminata senza motivo. Il sospetto che si trattasse di un falso contatto è forte, anche perché, lo ripeto, tutto ha funzionato a meraviglia.

SEMILIBERTA' La buona prestazione odierna non è comunque riuscita a cancellare del tutto quella che è forse la sensazione più spiacevole che si ha al volante di un'auto elettrica: si sa sempre che non ci si potrà mai allontanare più di tanto dal tragitto abituale. E' un po' come se si avesse al collo una catena molto lunga ma non si fosse liberi davvero di andare dove si vuole o di far fronte a un imprevisto. Le cose cambieranno quando finalmente ci saranno le colonnine che permetteranno di ricaricare le batterie rapidamente e di allargare il raggio d'azione di queste macchine. In quel momento sarà interessante provare di nuovo la Smart e le sue rivali, contando magari anche su parcheggi riservati e liberi accessi alle ZTL o alle corsie preferenziali.

CITTADINA MODELLO In ogni caso, la Smart Elettrica si conferma alla fine di questa settimana un'ottima proposta. Leggera, agile e con gli organi meccanici disposti in modo furbo (motore sotto il bagagliaio e batterie sotto il pianale), è una cittadina modello in tutto e per tutto, a partire dal rispetto per l'ambiente. Leggendo la scheda tecnica si trovano una coppia massima di 120 Nm e una potenza di 41 cv ma al di là degli aridi numeri, quel che conta è la disinvoltura con cui si muove nel traffico e fuoriporta.

ARRIVEDERCI AL 2012 In chiusura, due parole vanno spese doverosamente l'aspetto economico. Al momento la Smart Elettrica non si può comprare e la produzione in serie partirà nel 2012. Per primi 100 esemplari pilota è stata scelta la formula del noleggio. Il contratto è quadriennale e prevede un canone mensile è di 400 euro più Iva (che sono poi 480), comprendente noleggio, manutenzione, auto sostitutiva, garanzia di 48 mesi e copertura assicurativa. Non è poco ma nemmeno una follia specie per chi usa tanto la macchina in città e ha poi costi per il pieno ridotti, visto che Enel propone ai clienti della Smart Elettrica una tariffa flat mensile a 25 euro.

7° GIORNO – mattina del 18 gennaio 2010
FINALE CON IL BRIVIDO
La settimana di convivenza con la Smart Elettrica si tinge in chiusura di giallo, anzi, a dire il vero di arancione. Questo è infatti il colore della spia del motore, che stamane si è accesa senza apparente motivo. Il resto della strumentazione non ha segnalato anomalie particolari e il viaggio è filato liscio, pur se in mezzo al traffico e alla nebbia, con 29 km percorsi usando il 20% della carica. Trattandosi di un esemplare che si può definire di preserie, a bordo della macchina non c’è il libretto di uso e manutenzione ma difficilmente lì si sarebbe trovata una spiegazione per l’accensione della spia. Di solito in questi casi il suggerimento è solo quello di rivolgersi a un’officina autorizzata e non credo che stavolta sarebbe andata diversamente.

6° GIORNO – sera del 17 gennaio 2010
TUTTO ACCESO
La penultima giornata della prova della Smart Elettrica si conclude con all'attivo 70 km e una carica residua del 42%. Questo dato avrebbe potuto essere addirittura migliore senza la nebbia, che ha imposto di accendere tutte le luci a disposizione e, a tratti, anche il tergicristallo, oltre all'impianto di climatizzazione e alla radio.

SILENZIO, SI GIRA Lo stereo, a ben vedere, si potrebbe ogni tanto anche tenere spento perché è un vero piacere godersi il silenzio assoluto in cui si muove la Smart Elettrica. Accelerando si sente giusto un sibilo, che non arriva mai a infastidire. Lo stesso vale anche per il rumore di rotolamento dei pneumatici, il cui battistrada è studiato apposta per fornire una resistenza minima. Chiaramente la silenziosità rappresenta un piccolo pericolo per i pedoni che potrebbero non capire che alle loro spalle si sta avvicinando una macchina. Meglio dunque prestare il massimo dell'attenzione per evitare a tutti, come minimo, un brutto spavento.

ULTIMO GIRO A MILANO Se il comfort non merita il massimo dei voti è giusto per la risposta secca delle sospensioni. Tuttavia, visti il passo, l'altezza e gli sbalzi della Smart, un assetto rigido è una scelta obbligata per ragioni anche di sicurezza. Domani la prova sarà un po' sui generis, visto che parte dei chilometri sarà percorsa girando il video che vedrete pubblicato più avanti. Nel tardo pomeriggio la macchina sarà quindi riconsegnata. A quel punto ci sarà spazio però per le considerazioni finali, comprese quelle sul prezzo, che sinora non abbiamo ancora valutato per evitare che potesse condizionare i giudizi.

6° GIORNO – mattina del 17 gennaio 2010
DI BENE IN MEGLIO
Più passano i chilometri e maggiore diventa l’affiatamento con la Smart Elettrica. Rassicurato dalla strada percorsa con una sola carica nei giorni scorsi, stamane l’ho usata nonostante dovessi fare una commissione nella zona sud della città e allungare quindi il mio classico giro. Il feeling con il pedale dell’acceleratore è ormai buono e riesco a muovermi spedito pur trattandolo con estrema dolcezza. I frutti si vedono: dopo 40 km tondi percorsi nel traffico della tangenziale, prima, e della circonvallazione, poi, la carica residua è ancora il 72%.

SI FERMI CHI PUO’ Quello che invece continua a non dare grande confidenza è il freno. La frenata rigenerativa, che tonifica le batterie, manda un po’ a farsi benedire la modulabilità e rende la risposta del pedale un po’ spugnosa e non sempre omogenea. Così ogni tanto ci si trova a rallentare più di quanto serva, mentre altre volte si ha l’impressione di arrivare un po’ lunghi e ci si trova a dover entrare in tackle sul freno all’ultimo momento.

5° GIORNO – pomeriggio del 16 gennaio 2010
ANDAMENTO LENTO
La prima ricarica completa porta con sé qualche sorpresa, se non altro per quanto riguarda i tempi necessari a terminare l'operazione. Fino a oggi tutte le volte che la Smart Elettrica era stata attaccata alla presa aveva ancora una discreta quantità di energia a disposizione e al mattino non era mai capitato di trovarla ancora con una carica parziale. Ieri però la cura ricostituente è iniziata tardi, verso 22, e stamane alle 9 l'indicatore dava buono solo il 90%.

A LETTO PRESTO Questa lentezza rappresenta un limite non da poco nell'eventuale uso reale quotidiano. Lasciando la Smart collegata alla presa per tutta la notte è infatti legittimo aspettarsi che al mattino, all'ora dell'uscita per andare in ufficio, le batterie siano in perfetta forma, cosa che invece non succede. Se nella giornata si è consumata tutta la carica e non si vogliono sorprese all'indomani, è bene mettere la Smartina a letto presto, rinunciando a tirar tardi in giro al volante

FACCIAMO I CONTI Dati positivi emergono invece sul fronte dei costi della ricarica, calcolati con uno strumento che permette monitorare e di tradurre in euro la corrente che viene assorbita attraverso la presa. A conti fatti, un pieno di energia ha un prezzo che all'incirca va da un euro e mezzo ai due euro e mezzo, a seconda della tariffa che può essere applicata. La cifra è molto interessante, se si pensa che permette di coprire un centinaio di chilometri. Sulla stessa distanza una Smart spende circa il triplo se viaggia a benzina e comunque ben più del doppio se alimentata a gasolio.

4° GIORNO – sera del 15 gennaio 2010
BANDIERA BIANCA
Alla fine non me la sono sentita di arrivare proprio fino all'esaurimento totale della carica della Smart Elettrica. Essendo sabato sera, non avevo voglia di scomodare qualche amico per farmi spingere a casa o, peggio, di chiamare il carro attrezzi. La prova si può dire comunque significativa, visto che ho sfruttato le batterie per ben il 97% e che quando ho parcheggiato la macchina il contachilometri parziale indicava 108 km, un risultato decisamente positivo.

CON IL CONTAGOCCE E' interessante notare che, quando la carica della batteria scende sotto il 10%, la Smart Elettrica va in una specie di autoprotezione e impedisce al guidatore di delapidare in modo sconsiderato la poca energia residua. In pratica, l'elettronica vieta al motore di salire troppo di giri anche se si strapazza l'acceleratore, mettendo a disposizione la carica con il contagocce per farla durare il più possibile e dare maggiori speranze di arrivare a destinazione. Un pensiero carino, senza dubbio, anche se sentire una risposta così fiacca dal motore fa venire qualche brivido su per la schiena.

3° GIORNO – sera del 14 gennaio 2010
CHE NUMERI
La serranda del box scende a mo' di sipario sulla terza giornata di prova da cui la Smart Elettrica esce a testa altissima. I numeri parlano chiaro: nonostante nel viaggio di ritorno la performance sia stata meno brillante che in quello di andata, alla fine la strumentazione dice che i km fatti sono 69 e che le batterie hanno il 39% di carica residua.

RIENTRO IN SALITA Il peggioramento dei dati si spiega con il maggior traffico incontrato e con il fatto che i lunghi tratti di falsopiano che trovo al mattino in discesa, la sera sono invece in salita. E la Smart Elettrica sembra vestire malvolentieri i panni dell'arrampicatrice, richiedendo modi più sbrigativi con l'acceleratore per non perdere velocità.

FAREMO I CONTI Stanotte non metterò la macchina sotto carica e domani cercherò di spremere fino in fondo la batteria per due motivi. Da una parte vorrei vedere quanta strada si riesce a fare con una carica completa e se il consumo di energia resta omogeneo anche quando c'è poca carica negli accumulatori. Dall'altra vorrei provare a misurare poi la reale energia assorbita dalla Smart durante la ricarica completa, per capire anche i costi dell'operazione, grazie a un apposito strumento che avevamo in redazione.

3° GIORNO – mattina del 14 gennaio 2010
COLPO DI FORTUNA
Stamattina il viaggio con la Smart Elettrica è andato benone, al di là di ogni più rosea aspettativa. La Tangenziale Est era deserta rispetto ai normali giorni feriali: sembrava quasi che fosse sabato, invece che venerdì. In città è andata peggio ma per lamentarsi ci vorrebbe davvero una bella faccia tosta. Dopo 29 km, l’indicatore della carica residua indica un eccellente 81%, il che permette di dire che in condizioni particolari l’autonomia reale potrebbe anche essere superiore a quella dichiarata. Ce n'è abbastanza per essere sereni circa il rientro a casa di stasera. Quasi quasi potrei anche dare uno strappo al buon Luca Cereda, vicino di scrivania e che abita a qualche isolato da me; stamane gli ho lasciato prendere il treno temendo che fosse una zavorra...

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PIEDE FELPATO Nella strada fatta sinora mi sono fatto un’idea di come varino i consumi in funzione del tipo di percorso, concludendo che le macchine elettriche si comportano esattamente come quelle a benzina o a gasolio. Scontato l’uso di un piede molto felpato sull’acceleratore, il modo migliore per fare tanta strada è viaggiare a velocità costante. In Tangenziale si possono tenere gli 80 km/h senza farsi maledire da nessuno, perfettamente inseriti in prima corsia tra camion e utilitarie. La lancetta che indica l’assorbimento di potenza in kW rimane così a circa un terzo della scala, sulla prima tacca, quella del 10.

MEGLIO GUARDAR LONTANO In città, invece, è determinante abituarsi a guardare lontano e a prevedere le situazioni, così da riuscire a precorrere più strada possibile pelando l’acceleratore o, meglio ancora, in rilascio. In questo caso, infatti, non sono non si consuma energia ma addirittura si ricaricano le batterie, grazie al cambio di ruolo del motore, che veste i panni del generatore. Se in lontananza si vede il semaforo diventare rosso, per esempio, è bene tirar su il piede e sfruttare l’inerzia per viaggiare di conserva, avendo fatto fare una cura ricostituente agli accumulatori.

2° GIORNO – pomeriggio del 13 gennaio 2010
LA SPIRALE
L’ordine è una gran cosa ma aprire il bagagliaio della Smart Elettrica e non trovare subito il cavo di ricarica può far venire qualche capello bianco in più (come se ne avessi bisogno…). Pochi, per fortuna, perché in effetti ci vuole un attimo per individuare lo sportello sulla ribaltina all’interno del quale è nascosto il connettore, con il suo bravo filo giallo a spirale e la spina schuko all’altra estremità. Tuttavia, se anche il filo fosse stato un po’ più lungo non sarebbe stato male: la lunghezza totale sarà di un paio di metri e mezzo, ma bisogna sempre considerare che, tirando tanto il cavo, bisogna fare i conti con un effetto molla, che rischia di fare uscire la spina dalla presa. Meglio insomma parcheggiare la macchina con il lato dello sportello del serbatoio vicino alla presa, perché è lì che si trova l’attacco per fare il “pieno” di energia.

DISCO ROSSO L’operazione di ricarica è comunque piuttosto semplice e se il giorno del ritiro qualcosa era andato storto, era stato proprio per una distrazione dell’addetto. Lungo il cavo c’è una plancia con due soli tasti: uno con scritto “test” e uno con “on”, con tanto di lucina che conferma l’inizio delle operazioni. Il segnale più evidente lo dà però l’attacco per il connettore. Quando la Smart Elettrica si sta ricaricando, attorno allo spinotto si accende un disco rosso che pare il cerchio di fuoco dove il domatore fa saltare le tigri: impossibile non notala.

SARA’… ELETTRIZZANTE Domattina farò il mio viaggetto verso Milano, sperando poi di riuscire a rientrare verso casa senza sorprese. Per mia fortuna già so comunque che negli ultimi chilometri, lungo la strada del ritorno, abbondano gli amici che non mi negherebbero una ricarica al volo e, all’occorrenza, anche un sistemazione notturna per la macchina tipo B&B, da intendersi stavolta come Box and Battery recharge.

SENZA RETE Buono a sapersi, anche perché oggi ho scoperto come mai non avevo mai visto le colonnine di cui parlavo ieri: semplicemente pare che non ci siano. Il 30 giugno scorso il Sindaco di Milano aveva annunciato che entro la fine del 2010 sarebbero stati installati 200 punti di ricarica ma non è andata così e per vedere attivata una prima rete bisognerà attendere ancora un po’. Voci ufficiali parlano di 64 postazioni operative entro marzo ma quel che è certo è che domani non potrò contare su nessuna rete di colonnine. Speriamo che il traffico sia scorrevole...


1° GIORNO – sera del 12 gennaio 2010
PRIMO BILANCIO
Ok, al termine del primo viaggio con la Smart elettrica lo posso riconoscere. Con quel 40% di carica che avevo a disposizione stamattina probabilmente ce l'avrei fatta ad arrivare fino a casa. Quando mi sono chiuso il box alle spalle il contachilometri indicava 37 km, mentre l'indicatore della carica diceva che era stato consumato il 41% di energia.

VITA SENZA RINUNCE E, a dire il vero, avrei potuto adottare anche una guida più risparmiosa. Sicuro di non aver problemi di autonomia, mi sono concesso il lusso di un po' di calduccio, usando a tratti anche il condizionatore, ho ascoltato un po' di musica mentre cercavo di evitare un ingorgo dalle parti di Cormano e mi sono pure tolto la curiosità di vedere cosa succede francobollando il pedale dell'acceleratore al pavimento.

MEGLIO A DESTRA La velocità massima è limitata a 100 km/h e confermo che per vedere i 110 indicati serve un bel discesone. Pochino, potrebbe dire forse qualcuno. Nella guida normale, però, non capita mai di sentirsi a disagio o di essere un intralcio per il traffico, a meno che non ci si butti sconsideratamente in corsia di sorpasso. Quella è una zona off-limits e nei trasferimenti da-casello-a-casello è meglio tenersi sulla destra.

CITTADINA MODELLO L'autostrada, d'altro canto, non è l'habitat naturale della Smart elettrica (e a ben vedere non lo è neanche delle altre Smart...). Non serve essere Sherlock Holmes per capire che il suo terreno ideale è la città ma qui la citycar tascabile sorprende davvero già dopo brevi tratti, facendo per certi versi meglio anche delle sorelle con motore termico. Un punto a suo vantaggio lo segna se non altro l'assenza del cambio, che con le sue cambiate soporifere è uno dei punti deboli cronici della tedeschina tascabile. La versione elettrica è monomarcia e la progressione è molto più fluida. Ooops... non l'ho messa sotto carica! Dovessi usarla dovrei scendere in box ma l'operazione la farò domattina, tanto - come spiegavo qui sotto - alla Smartina tocca una giornata di riposo.

1° GIORNO – pomeriggio del 12 gennaio 2010
FALSA PARTENZA
“Scusi ma lei quanti chilometri deve fare oggi? Perdoni la domanda ma la faccio perché chi ha messo sotto carica la sua Smart si è dimenticato di schiacciare un pulsante e ha inserito solo la spina. Così adesso le batterie non si sono ricaricate e sono solo al 40%.E’ cominciata così, stamane, con una falsa partenza, la mia avventura con la Smart fortwo Electric Drive, che avrei dovuto ritirare e che invece giace ancora nel garage della Mercedes-Benz Milano. Con una quarantina di chilometri da fare entro sera e non avendo modo di sfruttare alcuna presa in redazione, non me la sono sentita di rischiare.

A STASERA Sulla carta avrei potuto fare 54 km ma nel traffico, con le luci accese, magari anche con un briciolo di riscaldamento e - perché no? - con la radio accesa, avrei corso il pericolo di restare in strada. Tornerò stasera a prendere la Smart fortwo Electric Drive e con lei rientrerò verso casa, con l’idea di vivere poi una settimana da “pendolare elettrificato”, alla scoperta di quali siano realmente a oggi i pro e i contro nell’uso quotidiano di una macchina di questo tipo, priva di motore termico. D’altro canto la mia situazione è ideale per fare l’esperimento: abito a circa 30 km da Milano e macino quindi 60 km al giorno, equamente divisi tra autostrada, statale e città.

TUTTO SOLO Questa non è la mia prima volta in assoluto con un’elettrica: ho già guidato la Renault Fluence e la Peugeot iOn ma i test precedenti si sono sempre svolti sotto lo sguardo paterno dei tecnici delle rispettive Case. Qui tutto sarà più vero, solo soletto per Milano e il suo hinterland, alla ricerca magari delle fantomatiche colonnine di ricarica che alcune mappe disponibili in rete indicano e nelle quali sino a oggi, sinceramente, non mi sono mai imbattuto.

TURN OVER Dopo la prima presa di contatto che avverrà a breve, nella giornata di domani la Smart Electrc Drive starà però a riposo. Con un paio d’impegni mattutini in giro per la Brianza rispolvererò la moto, sfidando il gelo. Sarà anche elettrica ed ecologica, la Smart, ma le code le fa lo stesso e su quattro ruote finirei con l’arrivare in ufficio in ritardo. Senza contare che mi troverei di nuovo sul filo del rasoio con l’autonomia: la prima uscita la voglio fare tranquillo, studiando per bene il consumo. La userò magari la sera, visto che la macchina scatenerà di sicuro la curiosità di amici e parenti e alla fine qualcuno riuscirà a convincermi ad accompagnarlo da qualche parte. 

PRIMO BILANCIO Ok, al termine del primo viaggio con la Smart elettrica lo posso riconoscere. Con quel 40% di carica che avevo a disposizione stamattina probabilmente ce l'avrei fatta ad arrivare fino a casa. Quando mi sono chiuso il box alle spalle il contachilometri indicava 37 km, mentre l'indicatore della carica diceva che era stato consumato il 41% di energia.

VITA SENZA RINUNCE A dire il vero, avrei potuto adottare anche una guida più risparmiosa. Sicuro di non aver problemi di autonomia, mi sono concesso il lusso di un po' di calduccio, ho ascoltato un po' di musica mentre cercavo di evitare un ingorgo dalle parti di Cormano e mi sono pure tolto la curiosità di vedere cosa succede francobollando il pedale dell'acceleratore al pavimento.

MEGLIO A DESTRA Alla fatidica domanda “Quanto fa?” ora posso dire che per vedere i 110 indicati serve un bel discesone. Pochino, potrebbe dire forse qualcuno. Nella guida normale, però, non capita mai di sentirsi a disagio o un intralcio per il traffico, a meno che non ci si butti sconsideratamente in corsia di sorpasso. Quella è una zona off-limits e nei trasferimenti da-casello-a-casello è meglio tenersi sulla destra.

CITTADINA MODELLO L'autostrada, d'altro canto, non è l'habitat naturale della Smart elettrica (e a ben vedere non lo è neanche delle altre Smart...). Non serve essere Sherlock Holmes per capire che il suo terreno ideale è la città ma qui la citycar tascabile sorprende davvero, facendo per certi versi meglio anche delle sorelle con motore termico. Un punto a suo vantaggio lo segna se non altro l'assenza del cambio che è uno dei punti deboli cronici della tedeschina tascabile. La versione elettrica è monomarcia e la progressione è molto più fluida.


Pubblicato da Paolo Sardi, 18/01/2011
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