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Ford Mustang 2010


Avatar Redazionale, il 30/01/09

15 anni fa - Arrivano i miglioramenti promessi

Quando la base di partenza è una delle Mustang più riuscite di tutti i tempi non ci si possono aspettare rivoluzioni. Arrivano così i miglioramenti promessi su qualità e interni e un filino di potenza in più per alcuni propulsori. E anche un nuovo pony sulla griglia anteriore: non accadeva dal 1964.

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NUOVO PONY Dopo un lustro tocca rinnovarsi. Ancora e per l'ennesima volta anche quando, forse, non ce ne sarebbe stato bisogno. La generazione Mustang uscente ha raccolto unanimi consensi di critica e pubblico, arrivando a risvegliare anche i sopiti entusiasmi della prima ora. Tipicamente yankee e sfrontata, con il suo muso da squalo ha rilanciato il revival Muscle Car,poi seguito da Camaro e Challenger. Ford ha svelato le sembianze del Model Year 2010, in mostra al Salone di Los Angeles.

CATTIVA E MIGLIORATA La Mustang rimane se stessa e si evolve sul sentiero della cattiveria estetica, tentando di recuperare alla voce qualità percepita. Vero tallone d'Achille fino ad oggi,specialmente per gli interni con plastiche dure e porose come quelle delle piste per automobiline. Dettagli insignificanti per automobilisti rudi e selvaggi ma importanti per un pubblico allargato. Un segno comunque di attenzione da parte di Ford, che ha ascoltato le critiche e i desiderata di fan estremisti o semplici simpatizzanti. Torna comunque a merito dell'Ovale Blu aver capito che non era il caso di rovinare un equilibrio stilistico azzeccato.

NASONE Tutto come prima, con solo qualche ritocchino per interpretare al meglio lo spirito contemporaneo. Basta guardarla nel muso per cogliere i primi affinamenti. Il nasone diventa più prominente e la griglia della mascherina esibisce sempre il cavallino in corsa, ristilizzato per l'occasione. Può sembrare un'inezia ma la muscolatura più evidente e la postura fiera la dicono lunga sul ritrovato orgoglio del quadrupede, oggetto di approfonditi studi di visual communication. E' il primo restyling dal 1964.

LOMBROSIANA E sempre nella mascherina incassata si trovano ai lati estremi i fari rinnovati e che integrano gli indicatori di direzione, mentre affogati nell'oscurità ci sono i due occhi tondi dei fari supplementari. Vale solo per i modelli con il V8, mentre per le Mustang dal cuore tranquillo continuano ad essere posizionati in basso nel paraurti. Nel complesso la sagoma si schiaccia verso l'asfalto, mentre il cofano viene segnato da un powerdome elaborato al centro e dagli intagli delle lamiere ai lati dello stesso. Il paraurti acuminato al centro mantiene le forme squadrate ed ospita una presa d'aria centrale quasi morigerata. Un profilo cattivo su cui Lombroso avrebbe potuto dire la sua.

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MUSCOLI ESIBITI Rimangono poi, lievemente affinati i segni distintivi come la fiancata alta e scavata da giochi di superfici, la portiera lunga e il C pillar ben piazzato a far sembrare ancora più piccolo il finestrino per i passeggeri posteriori, mentre il lunotto che scende su una coda appena accennata quasi da fastback. Con fanali che integrano elementi al led e si ispirano, come del resto quelli anteriori, a varie edizioni del passato, strizzando l'occhio alla memoria degli affezionati storici. Peccato solo per la parte inferiore del paraurti posteriore in plastica nera, con poco sforzo si sarebbe potuto fare meglio. Anche se poi, per giudicare compiutamente l'estetica sarà meglio attendere le versioni speciali, a cominciare dalla Shelby con stripes cerchi e personalizzazioni che possono fare la differenza.

TRA LE PORTE Dove invece Ford ha lavorato in modo pesante è all'interno del guscio abitativo, nascosto dalle portiere.Plastiche, finiture, sistemi multimediali, tutto è stato pensato per riuscire a dare un'aria di ben fatto. Vedi la consolle centrale e le bocchette dell'aria, come la finitura in alluminio. I due orologi tondi, cromati ai bordi, presentano una scenografica retro-illuminazione color indaco. Un autentico lavoro di cesello ha consentito anche di regalare al guidatore qualche centimetro aggiuntivo di spazio.

MOTORONI E poi si arriva al cuore sotto il cofano, cosa sarebbero le Muscle Car senza una grande messe di cilindri e cavalli? L'Ovale Blu conferma come entry level il V6 trapiantato dall'attuale generazione. Mentre il motore giusto, il V8 da 4,6 litri, guadagna una manciata di cavalli passando da 300 a 315. Principalmente grazie ad una presa d'aria fresca nascosta sotto la mascherina. Anchela curva di coppia si rinforza leggermente, mentre Ford suggerisce caldamente di usare carburanti premium per innalzare ulteriormente i valori: i motoroni sono pensati per bere benzine di qualità.

INCREMENTI E DECREMENTI Rimane prevedibile in tempi ravvicinati una sequela di preparazioni motoristiche, leggasi edizioni speciali, per tenere desta l'attenzione degli smanettoni. I ragazzi del team di sviluppo invece ci tengono a far notare la particolare cura dedicata all'insonorizzazione. Oggetto di copertura i rumori molesti, vibrazioni e rotolamento, mentre il sistema di scarico è stato ottimizzato per fare arrivare nell'abitacolo il rombo giusto, quello degli otto cilindri a V, che su una Muscle Car non deve mai mancare.

GUARDARE AL PASSATO PER INDOVINARE IL FUTURO Dopo oltre nove milioni di esemplari venduti la Mustang rappresenta un'icona viaggiante. E anche se lo spirito Muscle Car potrebbe sembrare quasi anacronistico, ci vediamo (almeno in parte) i veri valori a cui dovrebbe ispirarsi il mondo americano a motore per risorgere. Auto potenti, emozionali e a buon mercato. Allegre e che non se la tirano. Magari attualizzate anche in versione ecologica. Chissà cosa ne pensano i grandi manager delle Big Three mentre si spostano rigorosamente con Jet privati che inquinano molto più di tante auto sportive.

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Pubblicato da Luca Pezzoni, 30/01/2009
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