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Prova su strada

Triumph Thruxton R 1200


Avatar Redazionale , il 16/03/16

8 anni fa - Ha un motore vivace e un assetto e a punto: che gusto nella guida!

Ha un motore vivace e un assetto e a punto: che gusto nella guida!

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COM’E’ Incremento della potenza massima del 41%, con un picco di 97 cv a 6.750 giri, e 68% di cavalli in più a disposizione a 4.500 giri, laddove cioè serve avere più birra quando si guida su strada. Bastano forse questi due dati per avere una misura del salto generazionale che fa la nuova Triumph Thruxton 1200. Se prima il nome Thruxton identificava infatti una versione sportiveggiante nella tranquilla famiglia Bonneville, oggi questa variante è a tutti gli effetti più un modello a se stante, che piega in modo deciso verso il mondo delle moto ad alte prestazioni. E questo cambio di filosofia è ancor più evidente con l’allestimento Thruxton R, l’unico disponibile al momento della prova stampa internazionale e pieno zeppo di componenti degni di una sportiva Doc.

MOSTRA I MUSCOLI La rivoluzione della Triumph Thruxton passa chiaramente anche attraverso le matite dei designer, capaci di tracciare linee più muscolose ma sempre e comunque classiche, rispettose del family feeling di Hinckley. La sagoma resta quella della cafè racer vecchia maniera ma con un tocco di modernità, che viene dal fatto di aver spostato visivamente la massa più in avanti, e con il bel codino appena sollevato.

SOTTO LA LENTE I componenti, dicevo: sono loro che fanno la differenza sulla Thruxton R, a partire dal bel serbatoio allungato, con un tappo a scatto tipo Monza, sotto cui si nasconde il tappo vero e proprio (chiuso a chiave), e con una fascia di metallo a sormontarlo. Restando nella parte alta, spiccano l’unghietta destinata a coprire la porzione della sella destinata al passeggero, bei semi manubri, alle estremità dei quali sono fissati gli specchietti, e la piastra di sterzo lucidata.

GRIFFE DI PRESTIGIO Gli occhielli ai suoi lati abbracciano una forcella dorata upside down Showa Big Piston con steli da 43 mm completamente regolabile. Ai suoi piedi sono montate - su attacchi radiali – pinze freno monoblocco Brembo a quattro pistoncini, che, comandate da una pompa sempre Brembo, mordono dischi da 310 mm, mentre al posteriore ce n’è uno singolo da 220 mm. A chiudere il reparto sospensioni ci sono poi due ammortizzatori Ohlins, a loro volta regolabili, che lavorano a braccetto con un forcellone in alluminio. Quest'ultimo fa capolino alle spalle di due silenziatori in acciaio spazzolato. Ho dimenticato qualcosa? Certo:le pedane Daytona R e i cerchi a raggi con canale in alluminio da 17”, su cui sono montati pneumatici Pirelli Diablo Rosso Corsa 120/70 e 160/60.

CUORE PULSANTE Completato il giro perlustrativo, vale la pena di tornare a lui, al bicilindrico 1200 dai cui dati salienti ero partito. In fondo, anche visivamente, è lui il protagonista della scena, con i suoi coperchi spazzolati, i finti carburatori e l’alettatura che fa il verso alle unità ad aria di una volta, anche se qui il grosso del raffreddamento è a liquido, con un radiatore lungo e stretto davanti alle travi del telaio. Neanche a dirlo, il motore è parente di quello della Bonneville ma gli ingegneri inglesi hanno lavorato di fino per affilare i suoi artigli. Albero motore alleggerito, tubi scarico dal diametro interno maggiorato e un airbox capace di far respirare meglio i cilindri sono i tre interventi più evidenti e i risultati sono quelli di cui sopra, assieme a una coppia massima di ben 112 Nm a 4.950 giri.

CHIP AL POTERE Anche se il look è nel complesso molto classicheggiante, la Thruxton è una moto molto moderna. Lo dicono le luci posteriore e diurna a led, la strumentazione analogica ma integrata da due display digitali,  l’acceleratore con sistema ride by wire e le tre mappe che permettono di regolare la risposta del motore a ogni rotazione del polso destro (Road, Rain e Sport). Come se non bastasse, ci sono anche di serie l’Abs, il controllo elettronico della trazione disinseribile, l’immobilizer e una presa Usb sotto la sella, per l’eventuale ricarica dello smartphone o del navigatore.

MENU’ ALLA CARTA Così equipaggiata, la Triumph Thruxton R costa 14.900 euro, 2.000 in più rispetto alla base, meno raffinata a livello di freni, sospensioni, gomme e meno curata nei dettagli. Quando arriverà su strada, a cavallo tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, la moto potrà essere personalizzata con oltre 160 accessori, alcuni dei quali racchiusi in speciali kit preconfezionati dalla Casa. Quali sono i miei preferiti? Presto detto: un cupolino a ogiva che fa molto Anni 60, i silenziatori Vance & Hines e le piccole frecce a led. E ora è il momento di scorrere la pagina e di passare al come va.

COME VA Saltando in sella alla nuova Thruxton R si coglie in fretta come a questa cafè racer calzino ugualmente bene gli aggettivi modern e classic, che identificano la famiglia di modelli Triumph cui appartiene. Da una parte ci sono sella stretta e serbatoio snello (da 14,5 litri), che sono elementi tipici della vecchia scuola; dall’altra c’è invece una coppia di semi manubri ben vicini alla seduta, che, assieme a pedane ben centrate, definiscono una posizione di guida di quelle che piacciono oggi. Questo quadro stampa un sorriso a 32 denti sulla faccia del pilota. Chi guida appoggia bene i piedi a terra (la sella è a 810 mm da terra e ingombra pochissimo nella zona del cavallo), ha la sensazione di avere tutto ben sotto controllo e non sente il peso del busto gravare sui palmi e sui polsi in modo fastidioso, nemmeno dopo ore di guida.

GRAN BILANCIAMENTO Anche una volta in movimento la Thruxton R si rivela molto compatta: dati tecnici come l’interasse di 1.415 mm, l’avancorsa di 92 mm e il cannotto di sterzo aperto di 22,8 gradi la dicono lunga su quanto la moto dia quasi l’idea d’impugnare direttamente il mozzo della ruota anteriore. Una geometria del genere farebbe pensare sulle prime a una moto agilissima e poco stabile ma questa Triumph è invece molto equilibrata. Complici le misure furbe dei pneumatici, la moto è maneggevole, sì, ma la sua rapidità non si traduce mai in reazioni brusche e nervose: anche nei cambi di direzione presi d'infilata la moto si muove in modo armonico e graduale.

LA QUALITA' PAGA Nel misto, poi, entra in traiettoria senza incertezze, segue la linea impostata con precisione ed è anche sempre pronta a lasciare spazio a eventuali correzioni, qualora ci fosse da riguadagnare la corda di una curva interpretata male. Le sospensioni sono di qualità e si sente: forcella Showa e ammortizzatori Ohlins hanno una buona scorrevolezza, una taratura indovinata e parlano la stessa lingua, per limitare le oscillazioni quando s’incontrano buche e avvallamenti in piega. Anche i freni sono promossi a pieni voti: quello anteriore, in particolare, con pompa e pinze Brembo, è potente e modulabile e non sfigurerebbe nemmeno su una supersport.

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ROCK ‘N’ ROLL Dulcis in fundo, riflettori puntati sul motore, vero e proprio cuore pulsante della moto. Rispetto alla Bonneville, qui il bicilindrico intona davvero tutta un’altra musica. Con poche e sapienti modifiche i motoristi britannici sono riusciuti a cambiare carattere al loro 1200, che, in questa configurazione, si dimostra molto più brillante e rapido a salire di giri. Le tre mappature disponibili non influiscono sulla potenza massima ma rendono più o meno ovattata la risposta alle rotazioni dell'acceleratore. Selezionando Rain (e lo si può fare anche in movimento) si guida più sereni quando c’è poca aderenza e si vuole trattare in guanti bianchi l’eventuale passeggero; con la modalità Sport ci si regala una scarica d’adrenalina a ogni sgasata e con la Road si fa invece bene un po’ tutto.

MR MUSCOLO Come detto all’inizio, in termini di prestazioni la Thruxton R entra in una nuova dimensione rispetto al modello che rimpiazza. Ora questa Triumph può guardare senza timori reverenziali molte naked di ultima generazione e dare loro filo da torcere nel misto. Ai bassi il motore è elastico e sfoggia un tiro robusto, che lascia spazio a una progressione senza buchi ai medi, che sono il suo vero cavallo di battaglia. Volendo, si può anche insistere con il gas, per completare un sorpasso o per coprire un rettilineo in vista di una staccata. L’allungo non è però il pezzo forte della Thruxton ed è molto più redditizio sfruttare la corretta spaziatura dei rapporti, inserendo una marcia dopo l’altra, alla ricerca di una guida pulita e scorrevole. Ah, quasi scordavo: la frizione è anti saltellamento e funziona molto bene.

MIX VINCENTE Tirando le somme, la Thruxton R va a rappresentare un qualcosa di nuovo nella gamma di Triumph e a stuzzicare il palato dei motociclisti più esigenti con un inedito mix di piacere di guida e look da cafè racer. In questo senso la R fa davvero molto sangue: i pezzi speciali che la caratterizzano appagano la vista e fanno la felicità degli appassionati più feticisti. Nel contempo riescono però a fare la differenza anche su strada, rendendo la moto efficace e divertente come mai era stata.  

IN QUESTO SERVIZIO (vedi gli ultimi scatti della gallery)

AGV RP60 BONNEVILLE GLADIATOR Questo jet ha un bel taglio old style e dà subito una sensazione di notevole qualità. Le finiture sono molto curate, a partire dalla chiusura a doppio anello per arrivare all’interno, che punta sul marrone ed è completamente removibile e lavabile. Degne di nota anche le impunture in rilievo sul bordo della calotta. Quest’ultima è realizzata in fibra e garantisce una notevole protezione, pur mantenendo il peso del casco sotto il chilo (960 gr, per la precisione). La calzata è piuttosto comoda e solo nella zona delle orecchie avrei preferito un’imbottitura più fasciante. Nella confezione è incluso un visierino parasole in stile cross Anni 70. Io però consiglio vivamente la visiera a bolla, che si vede nelle foto e che garantisce un bel salto di qualità in fatto di protezione. E’ un optional che costa una trentina di euro e ha il pregio di non distorcere la visuale.

DAINESE BLACKJACK Questo giubbotto coniuga un aspetto vintage a un taglio urban e la sua morbida pelle bovina lo rende particolarmente comodo da indossare. Il fatto di essere alla moda non è un limite dal punto di vista tecnico, grazie alla cerniera per il fissaggio ad eventuali pantaloni coordinabili, alla regolazione in vita e alla fodera Tech Frame, che regola la temperatura interna. In materia di sicurezza si segnalano le protezioni suoi gomiti e sulle spalle, oltre alla predisposizione per ospitare il paraschiena. Le due tasche esterne e quella interna sono protette da una zip e decisamente ampie. L’unico appunto si può fare al collo, che resta un po’ largo anche quando viene chiuso con l’ultimo bottone. Le misure disponibili sono dalla 46 alla 60..

DAINESE X-RUN I guanti Dainese X-RUN hanno taglio corto e un aspetto decisamente sportivo. Il loro biglietto da visita sono le nocche Ergo-Tek in acciaio, che lasciano una buona mobilità alla mano pur assicurando una notevole protezione in caso di urto. La vestibilità è comoda, con un giusto rapporto tra l’ampiezza del palmo e la lunghezza delle dita e con una semplice regolazione sul polso tramite Velcro. Perfetti per la stagione estiva ma adatti anche alla primavera e all’autunno, Gli X-RUN hanno rinforzi sul palmo e sul mignolo e, grazie alla buona sagomatura, non infastidiscono neppure nella guida arrembante.

DAINESE BONNEVILLE SLIM Questi jeans sono il prodotto giusto per chi cerca un capo di pesantezza media e vestibilità slim, che si presti bene a un uso in borghese ma senza rinunce dal punto di vista tecnico. Caratterizzati da una punta di blu indovinata, i Bonneville hanno protezioni morbide Pro-Shape sulle ginocchia, che non danno nell’occhio ma che assorbono bene gli eventuali impatti. Anche gli inserti con maglina in fibra di kevlar sono molto discreti ma limitano i danni al fondo schiena in caso di scivolata. La qualità percepita è elevata, grazie un’attenzione maniacale al dettaglio. Un esempio? Se si risvolta l’orlo si scoprono una cucitura rossa e un inserto rifrangente, identici a quelli sulle tasche posteriori.

DAINESE ANFIBIO CAFE’ Questa scarpa appartiene alla collezione vintage, quella caratterizzata dal nome 36060, che corrisponde al codice di avviamento postale della storica sede Dainese di Molvena. L’anfibio è realizzato con pelle di grande qualità e ha rinforzi sulla caviglia, sul tallone e in punta, oltre che, chiaramente, nella zona della leva del cambio. L’interno ben rifinito e ha un rivestimento morbido e sottile che assicura comfort e traspirazione. Lo spazio a disposizione nella parte della pianta e delle dita è molto mentre l’ultima annotazione è per la suola, che esce di fabbrica con un’aria già vissuta, per esaltare l’aspetto vintage.

Allegato Dimensione
I dati delle Thruxton e Thruxton R.docx 1873 Kb

Pubblicato da Paolo Sardi, 16/03/2016
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