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Prova on/off

Honda Africa Twin 2016: cambio DCT o manuale?


Avatar di Mario Cornicchia , il 09/05/16

7 anni fa - Sugli sterrati sardi con l'Africa Twin e il cambio DCT

Mario è tornato sull'Africa Twin: stavolta nella splendida Sardegna, per un giro "on-off". Ottima occasione per provare anche il cambio DCT...

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VAI DI DOPPIA FRIZIONE Se la mia prima versione della nuova Honda Africa Twin è stata prettamente stradale, ora ho l’occasione di una versione 2.0, posso mettere alla prova la CRF1000L in condizioni differenti. Innanzitutto, posso provare il DCT, il cambio sei marce a doppia frizione, e poi ho modo di metterla alla prova fuoristrada. In realtà più che mettere alla prova offroad la nuova Africa Twin ho l’occasione di mettere alla prova me stesso, endurista da asfalto con poca dimestichezza con sterrati e pietraie. Quale terreno migliore se non la Sardegna per passare da On a Offroad? E quale cavia migliore per saggiare le qualità fuoristradistiche della nuova Africa?

MODI DI CAMBIARE Partiamo dal Dual Clutch Trasmission, il cambio doppia frizione, un must ormai per le auto sportive ma una rarità tra le moto. Honda peraltro non lo offre per le sue auto, arriverà sulla nuova NSX, ma è disponibile tra le altre moto Honda per la nuova Africa Twin. Nessuno si è stupito quando Honda lo ha reso disponibile per la famiglia NC, moto pensate per l’utilità quotidiana, ma ora fa discutere tanto per la Africa Twin 2016. Svelo subito il finale: dopo la prova anche io, grande fan del cambio automatico sulle auto da qualche lustro, non saprei quale scegliere. Va da sé che il cambio manuale è il solito, ottimo cambio Honda. Ma funziona maledettamente bene anche il DCT. La mia indecisione non deriva da come funziona ma da una mera questione di gusto.

QUESTIONE DI MODALITA' Un aspetto molto interessante del cambio DCT della CRF1000 L sono le differenti possibilità di utilizzo. Si può utilizzare in Drive o in tre differenti modalità Sport, si può intervenire sulle logiche di Drive e Sport con le due levettine sulla manopola sinistra per una manualità momentanea di cambiata oppure si può scegliere una modalità completamente manuale con il cambio che interviene soltanto a scalare quando si va troppo sotto coppia ma che vi lascia serenamente strapazzare il limitatore senza passare alla marcia più alta. C’è poi una modalità G che rende il movimento delle frizioni più adatto alla guida fuoristrada. A seconda del momento, della strada, del traffico e dell’umore si può scegliere la modalità più adatta.

IL DCT MI PIACE Il secondo aspetto interessante è che, come vi ho anticipato, funziona maledettamente bene. Funziona bene nella dolcezza delle cambiate, funzionano bene le sue logiche di cambiata, che scegliate Drive o uno dei tre livelli Sport, funziona con gran piacere nella modalità completamente manuale. Nel giro On/Off, duecento chilometri al seguito delle guide indigene di Sardinia Bike Experience tra le strade del Sulcis e dell’Iglesiente, ho guidato con piacere in manuale, un tocco e la marcia è inserita quasi istantaneamente, e mi sono lasciato trasportare dalle logiche D e S1 a seconda delle strade e del numero di curve in sequenza concentrandomi soltanto sulle curve. E ho provato la modalità G in fuoristrada.

DUAL CLUTCH E OFFROAD In fuoristrada il cambio DCT dà una marcia in più ai meno esperti e una comodità in più ai più esperti. Sfriziona, attacca e stacca, sceglie la marcia migliore senza lasciarvi mai con il motore ai regimi sbagliati in ogni condizione. In G, poi, va anche meglio, con cambiate più dirette: inoltre - ma questo avviene in tutte le modalità - il DCT capisce se siete in salita o discesa, agendo di conseguenza. In tutte le situazioni qualche cambiatina manuale per correggere il tiro a mio gusto me la sono concessa, ma del DCT ci si può fidare in ogni situazione. È necessario abituarsi un poco nelle partenze dosando bene il gas e con mano gentile: in questa situazione, magari quando si smanovra, la dolcezza di una frizione manuale è ancora la cosa migliore.

E GLI OSTACOLI SONO UN RICORDO In fuoristrada ho provato la nuova Africa Twin sia manuale sia con DCT. Se della prima gli esperti apprezzano la possibilità di giocare con la frizione (e i 10 kg in meno rispetto all'Africa automatica) con il DCT è senza dubbio tutto più semplice per chi non ha grande esperienza. Ma ciò che rende la guida offroad facile è tutta l’Africa Twin. Il suo bilanciamento dei pesi perfetto, le sue sospensioni eccellenti che già mi avevano impressionato sul pavé milanese, la sua posizione di guida in cui sei sempre bilanciato, seduto in sella o in piedi sulle pedane, il suo bel ruotone da 21 pollici, i suoi freni facili da dosare, il suo motore pronto e docile ai bassi regimi. Quello che davvero mi impressiona della guida offroad con la Africa Twin 2016 è quanto sia imperturbabile, inamovibile e granitica nel superamento degli ostacoli.

GRAN CANYON Avete presente quei canaloni scavati dall’acqua, in genere obliqui ma non troppo da mettervi in difficoltà, magari pieni di ghiaia o pietre o terra smossa portata dal vento? Simpatici vero quando ci infilate la ruota anteriore? In genere li si evitano come la peste, ci si tiene alla larga passando quando possibile su terreno più solido. Con la nuova Africa Twin vi ci infilate tranquillamente senza problemi. Quando vi infilate nei primi due o tre pensate “oddio oddio adesso parteeee”, dal quarto in poi quasi non ve ne curate. E quelle belle salite sarde con le pietre spigolose su cui scivolate anche a piedi? Vogliamo parlarne? Ecco l’Africa si arrampica senza fatica apparente, anche montando gomme di serie stradali. Alla fine del giro mi sento quasi un bravo fuoristradista, ma so che in gran parte è merito dell’Africa.

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QUINDI, MANUALE O DCT? Il nostalgico della personalità stilistica della mia Africa RD03 che c’è in me viene sempre fuori quando scendo è guardo quei due fari anonimi, ma in sella la nuova Africa Twin è Africa al 100%. Come la sceglierei? Tricolour perché almeno il vellutino blu sulla sella mi ricorda la veccia Africa Twin. Oppure nera, un po’ postatomica, un po’ Africa Twin 2.0. Sul DCT, invece, ci devo ancora pensare…

IN QUESTO SERVIZIO
Casco SHARK EVOLINE PRO CARBON Un modulare decisamente particolare, l'Evoline Pro Carbon. A partire dalla mentoniera che, una volta aperta, si fissa a mo' di alettone sulla parte posteriore della calotta. Il meccanismo di apertura necessita però di un piccolo periodo di apprendistato e l'aerazione potrebbe essere migliore. In ogni caso, per essere un modulare non pesa tanto (1.610 g) e le imbottiture interne (rimovibili e lavabili) sono morbide, grazie al trattamento ai carboni di bamboo. Dotato di visierino parasole integrato, questo Shark è disponibile in sei taglie e offre una calotta in fibre composite, con cinturino a regolazione micrometrica.

GIACCA REV'IT! DEFENDER PRO GTX Una giacca – estiva – da motociclisti veri, questa Defender. L'anima da giramondo la vedi dalla capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche. Piove? Il giacchino interno (staccabile) in Gore-tex non fa passare l'acqua e stoppa il vento. La colonnina di mercurio raggiunge i 40°? Le numerose prese d'aria – quattro sul busto, due sugli avambracci e una sulla schiena – sono tornate proprio comode. Oltre a far sudare poco, la Dominator è una giacca che non ti fa diventare Robocop nei movimenti, è piuttosto leggera e ben dotata in fatto di tasche (tutte a prova di polvere). Ci si può regolare la vestibilità con cinghietti su fianchi, bicipiti e polsi. La sicurezza? Oltre alla protezioni su spalle e avambracci, questa Rev'it! è dotata di paraschiena integrato e bande riflettenti. Taglie da (occhio che veste attillata) S a XYL. Prezzo: 739,99 euro

PANTALONI REV'IT! DEFENDER PRO GTX Degni compagni di cotanta giacca, presentano due prese d'aria per gamba e protezioni su ginocchia e anche. Alla caviglia c'è una zip e una regolazione a velcro, con inserti riflettenti. Belle e utili (per non rovinare il serbatoio quando si guida in piedi) le fasce in vellutino nella parte interna della gamba, all'altezza del ginocchio. Volendo, i pantaloni si possono unire con zip alla giacca. Grazie alla buona ventilazione ho sofferto poco il caldone africano. Le protezioni non danno fastidio ma ricordate che questi pantaloni vestono abbondanti e regolari. Anche per loro interno in Gore-Tex staccabile. Qualità costruttiva notevole. Misure dalla S alla XXL. Prezzo: 499,99 euro

GUANTI REV'IT! SAND PRO Guantini leggeri ma resistenti, non traforati. Il palmo scamosciato migliora il grip, la struttura alveolare in PU iniettato sulle nocche pensa ad evitare danni in caso di caduta. Vestibilità comoda, chiusura semplice con velcro all'altezza del polso. Completano il quadro inserti in pelle di capra, pecora e bovina. Taglie S-XXXL. Prezzo: 99,99 euro

STIVALI TCX INFINITY EVO GORE-TEX Uno stivale che sopporta senza fare un plissé pietraie e guadi (grazie al Gore-Tex) ma, al contempo, non è scomodo da indossare: aperti i due ganci in plastica, che hanno una sola posizione di utilizzo, è tutta questione di regolare – con il velcro – la chiusura al polpaccio. Se non li avete mai usati, ricordate che sono più alti rispetto agli stivali da strada e, talvolta, trovare la leva del cambio al primo colpo può non essere semplice. Basta un po' di pratica, comunque. Una volta scesi dalla moto, vi farà piacere sapere che hanno anche una soletta piuttosto morbida. Così come la tomaia, in pelle pieno fiore. La suola è realizzata da Michelin. I numeri? Da 38 a 48.


Pubblicato da M. A. Corniche , 09/05/2016
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