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Kia Soul Concept 2008


Avatar Redazionale , il 17/03/08

16 anni fa - L'anima coreana nella sua forma quasi definitiva.

L'anima coreana nella sua forma quasi definitiva. Prende le sembianze di una scatola a quattro ruote ben stilizzata e intonata ai desideri globalizzati del gusto giovanile. Glamour, tatuata o zen, ecco tre proposte-studio profilate sui possibili clienti.

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AVVICINAMENTO Continua il percorso di avvicinamento della Soul definitiva, dal concept alla produzione. Nel piedistallo circolare di Ginevra risplendevano tre intonazioni diverse per la prossima Kia, che strizza l'occhio ai giovani non solo nelle personalizzazioni ma anche nello stile di vita: forme squadrate con pochi fronzoli e tanta sostanza, leggasi spazio, per andare incontro alle esigenze di sportivi ad oltranza o appassionati di bricolage. Senza perdere di vista l'emozione e la ricercatezza, tentando di agganciarsi al trend che negli States ha decretato la fortuna della Scion xB. Al Salone di Parigi vedremo la versione definitiva.

NESSUNO STRAVOLGIMENTO Non un'anteprima assoluta: la Soul, che gioca (a partire dal nome) con il significato di anima e il nome della capitale coreana, rimane quasi invariata nelle forme. Già nel 2006 si era manifestata con il suo musetto carino, dominato dai fari trapezoidali e dalla boccuccia anteriore. Non manca il powerdome in bassorilievo sul cofano, il parabrezza raccordato con i vetri che sulla fiancata cedono la maggior parte dello spazio alle lamiere. Vista di tre quarti anteriore, complice la colorazione in nero del montante anteriore, riesce a ricreare un effetto molto in voga nei concept da salone: quello del tetto "flottante" che sembra sospeso a mezz'aria.

MISURE COMPATTE Un'anima piacente quindi, che nonostante le misure da utilitaria (supera di poco i quattro metri) e lo sviluppo in altezza riesce ad essere aggraziata. La vista posteriore mette in evidenza un montante posteriore robusto, con il gruppo ottico incastonato in posizione elevata. Mentre scendendo verso l'asfalto i passaruota muscolosi riescono a riequilibrare il taglio quasi verticale del portellone: sostituisce le doppie porte che adornavano il concept precedente. Opere di normalizzazione che non toccano la Soul nella sostanza. Il design appare equilibrato e ammiccante all'immaginario giovanile. Come i tre allestimenti, delle vere proposte-studio: ritagliate attorno a usi e costumi dei possibili acquirenti.

SOUL DIVA Negli States è facile vedere questo tipo di auto guidate da donne affermate, protagoniste della vita cittadina.La classica auto-aperitivo. Con l'anima Kia che diventa glamour.La cromia candida, non poteva essere altrimenti in questo momento, accompagna una versione pensata apposta per il gentil sesso, attento alla moda e consapevole che anche l'auto può diventare un accessorio importante per definire la propria immagine. Diva a cominciare dal nome. Tetto in vetro a tutta campata, finiture gold e un tono da acchiappaocchi, anche se invero non proprio moderato. Anche gli spazi abitativi si traducono in un trionfo di pelle bianca, alternata con finiture dorate e brillanti, mentre i sedili con fiori disegnati sono in pelle nera, scuri sono anche i tappetini morbidi e pelosi come quelli del bagno di casa. Lo stesso volante in pelle bianca richiede di essere appena usciti dalla sessione settimanale di manicure per non rovinarne il candore.

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SOUL BURNER Ma la Soul è un'auto globale, disegnata dai centri stile Kia sparsi per il mondo e pensata per piacere ai quattro angoli del globo, anche ai maschietti. Magari quelli un po' grezzi,che di fronte a volumetrie da furgonetta del latte storcerebbero il naso. Ecco il make-up da "dura". Tutta nera e tatuata la Soul diventa aggressiva, ai limiti del maranza. Vetri oscurati e strisce adesive sono un must. Giochi di sfaccettature e prese d'aria sono evidenziati da un rosso-arancio brillante che contrasta con la sobrietà della verniciatura base. Il nero opaco, che i super-raffinati del momento hanno decretato essere il colore per veri trend-setter, funziona come fondo per il tatuaggio del dragone in nero lucido. Cerchi colorati extralarge da 21 pollici e presa d'aria aggiuntiva sul muso, insieme all'eliminazione delle barre portatutto e al rimpicciolimento degli specchi, strizzano l'occhio all'immaginario fast and furious.

SOUL SEARCHER E, proprio come accade nel mondo reale, dove ci sono gli esibizionisti e i modaioli, ma anche le persone alla ricerca dei valori e dell'interiorità, ecco la proposta "Zen". Pochi fronzoli e tanta sostanza. A ben vedere quella più fedele al Dna orientale di casa Kia. La cromia torna sul candido, ma non ci sono brillantini e gioielli. Niente esagerazioni, anche le ruote abbandonano misure esagerate o cerchi cesellati per acquisire semplici copriruota dall'aspetto lunare. Unica concessione alla ricercatezza il powerdome anteriore ricoperto di pelle usata. Sarà un problema pulirla. L'alternarsi di toni sul grigio e sul panna si ripete anche negli ambienti interni, dove la pelle usata e la ricerca di semplicità, simile a quella di un ambiente domestico, dovrebbero riuscire ad allontanare gli occupanti dallo stress e dal traffico cittadino. Il tetto in vetro lascia lo sguardo aperto sulle nuvole.

YOUNG AT HEARTH La proposta tripartita della Soul non rappresenta solo l'anteprima di un modello prossimo alla commercializzazione. Ma anche un esempio di ricerca di posizionamento sul mercato: chi non ha storia, fascino o miti del passato cui fare riferimento deve sperimentare nuove strade. Le tre anime della Soul si tradurranno probabilmente in allestimenti meno estremi, eppure dicono molto del nuovo corso stilistico e di marketing di casa Kia. Fatto di attenzione ai dettagli e alle scelte di comunicazione: la Soul era l'unica auto di Ginevra accompagnata non solo da bellezze femminili ma anche maschili era proprio la Soul.


Pubblicato da Luca Pezzoni, 17/03/2008
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