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Prova su strada

Yamaha XV950


Avatar Redazionale , il 02/05/14

9 anni fa - Ha passaporto giapponese ma è americana dentro

Con la Yamaha XV950, la Casa di Iwata cerca di sfidare i mostri sacri della categoria. Ed è fin troppo chiaro: ruota anteriore da 19 pollici, bicilindrico a V e look simil-bobber, ingredienti per proporre l’alternativa concreta

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DAL VIVO RENDE! Devo ammetterlo: non sono un grande amante del genere custom. Però di Harley-Davidson ne ho guidate parecchie, un po’ di esperienza in materia ce l’ho. E quando Yamaha presentò la XV950 al mondo intero, versione Bobber della nota Midnight Star, non mi disse granchè. Questa moto però bisogna vederla dal vivo: ci sono tanti dettagli e attenzioni che, in foto, si perdono via, e che per una moto così sono il succo della questione. Parlo delle alettature dei cilindri, incurvate, della strumentazione completa, chiara e digitale. Avanti così. E poi l’insieme è armonico, non sembra la brutta copia giapponese dell’Harley. A non convincermi del tutto ci sono la staffa che copre il terminale, un po’ fuori luogo, e qualche svista stilistica, come il largo uso di fascette.

METÀ E METÀ E alla fine, tra le custom provate, la Yamaha XV950 è la giusta via di mezzo, la scelta più razionale. Perché unisce il carattere focoso e non facile dell’Harley, quindi telaio quasi rigido e sospensioni con poca escursione, alla precisione giapponese, ingrediente principale della ricetta Kawasaki. La Yamaha sta lì nel mezzo, perché vibra ma non troppo, è rigida ma controllata. Insomma mi piace molto questo suo stare a metà, sul filo che divide le due scuole di pensiero: Harley e Kawasaki.

QUI MOTORE E poi, sarà anche l’unica a non poter essere guidata con patente A2, ma il motore della Yamaha XV950 ha di sicuro l’erogazione più gasante del lotto. Merito anche della cubatura in più, ma la potenza e la pastosità di questo bicilindrico ad aria sono semplicemente un’altra cosa. Fluido e regolare, vibra poco e spinge tanto, soprattutto – un po’ a sorpresa – in allungo. Non ha l’attacco quasi brutale dell’Harley ma la coppia è generosa a ogni regime. Solo la voce di scarico è un po’ sommessa, mi piacerebbe sentirlo stappato e libero di far sentire al mondo le sue note coinvolgenti.

GUIDA DA CUSTOM D’altra parte, la guida della XV950 è da custom vera ma senza troppe rinunce sul fronte confort. La posizione è buona per avere controllo: pedane all’altezza e distanza corretta (forse solo un po’ larghe), manubrio bello ampio e sella bassa che più proprio non si può. Il peso c’è, consistente, ma con il baricentro così in basso non è un problema. Perché la Yamaha si fa guidare facile e subito, i comandi sono tutti morbidi, non servono particolari periodi di apprendistato. La frenata c’è, potente, come anche l’ABS, la guida è spigliata e anche stabile. Insomma trovare qualcosa di cui lamentarsi è difficile. Ne devo dire una? Il pavè si sente, non come sull’Harley ma si sente.

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Foto di Andrea Schiavina


Pubblicato da Alessandro Codognesi, 02/05/2014
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