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Prova

Harley-Davidson Street 750


Avatar Redazionale , il 27/03/14

10 anni fa - E' divertente e facile per tutti. I prezzi partono da 7.800 euro

L'Harley-Davidson Street 750 ha un cognome un po' ingombrante ma ha le qualità per farsi apprezzare, a partire dal fatto che è facile e divertente. I prezzi partono da 7.800 euro e c'è anche una versione per chi ha la patente A2

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EVENTO EPOCALE Spero che nessuna altra Casa mi faccia una scenata di gelosia se dico che, di tutte le novità del 2014, l’Harley-Davidson Street 750 era quella che ero più curioso di provare. Il primo motivo è presto detto: il lancio di un nuovo modello di Milwaukee è qualcosa che non si vedeva da quasi quindici anni, dai tempi della V-Rod, e quindi “bucare” l’evento sarebbe stato peggio che perdersi un concerto di Bruce Springsteen a San Siro. In seconda battuta la moto sembra fatta apposta per far discutere: sarà all’altezza della tradizione, pur strizzando un occhio ai giovani e al gentil sesso e guardando con l’altro anche ai cosiddetti mercati emergenti, con un listino abbordabile e una spiccata vocazione urbana? Vediamolo subito.

TAGLIO NEOCLASSICO Da un punto di vista estetico l’Harley-Davidson Street 750 dice qualcosa di nuovo, mantenendo comunque una chiara impostazione custom, con la forcella aperta (il cannotto è inclinato di 32°, per un’avancorsa di 115 mm) e ornata da soffietti in gomma. Attorno al faro c’è un piccolo cupolino che richiama quello della XLCR Café Racer del 1977, resa anche immortale da Michael Douglas nel film Balck Rain. Il serbatoio in metallo dimostra anche più dei suoi 13,1 litri di capacità e si sposa bene con la forma dei fianchetti, mentre il lato B, con una moderna luce a Led, è un po’ troppo in carne per fare strage di cuori. Lo stesso si può dire dello scarico 2 in 1, che spara leggermente all’insù, seguendo un’inclinazione ripresa anche dalle sovrastrutture.

ALTI E BASSI Il ponte di comando è piuttosto minimalista, con un unico strumento, il tachimetro, integrato da una serie di spie. I blocchetti elettrici, dal canto loro, hanno un’aria un po’ economica e lo stesso vale per altri dettagli, come il parafango posteriore, il clacson o il pedale del freno. A fare chiudere un occhio anche sui molti cablaggi a vista sono però altri particolari di pregio, come per esempio i bei cerchi in alluminio a sette razze.

MISTER X Protagonista della linea è anche il nuovo bicilindrico a V di 60° raffreddato ad acqua e chiamato Revolution X. La sua cilindrata è di 749 cc (alesaggio e corsa sono rispettivamente di 85 e 66 mm) e ha una distribuzione monoalbero con quattro valvole per cilindro. All’alimentazione provvede un’iniezione elettronica Mikuni che dosa la benzina con il contagocce, visto che il consumo medio dichiarato è di soli 5,74 litri sulla canonica distanza di 100 km. Un altro numero sempre importante quando si parla di custom è quello della coppia, che qui ha un picco di 60 Nm a 4.000 giri, mentre come sempre in Harley stanno sul vago quando si parla di potenza. Dopo un lavoro di indagine degno dell’Inquisizione spagnola, posso confermare come siano previste due versioni, una da 42 kW (57 cv che dir si voglia) e una da 35 kW, per chi ha la patente A2.

DATELE DEL TU Per mettere ancor più a loro agio i neofiti la nuova nata di Milwaukee piazza la sella a soli 709 mm da terra e fa fermare l’ago della bilancia a soli 206 kg a secco, che diventano 222 in ordine di marcia. Passando alla ciclistica, il telaio della Street è a doppia culla in acciaio, un must per la categoria, così come lo sono i due ammortizzatori posteriori cromati, regolabili nel precarico. Le ruote hanno misure particolari: quella anteriore è da 17” con gomma 100/80, mentre quella posteriore è da 15” con pneumatico 140/75. Quanto ai freni, davanti c’è un disco singolo lavorato da una pinza a doppio pistoncino, uno schema che ritorna anche al posteriore.

FACCIAMO I CONTI L’ultimo numero è forse quello più importante per una moto come la Street, che deve trovare una sua dimensione proprio allargando il bacino dei potenziali clienti del marchio H-D ed è ovviamente il prezzo. Se si ordina la moto in nero lucido, l’assegno da staccare è di 7.800 euro, mentre se si opta per il nero opaco o per il rosso si devono mettere in preventivo 200 euro in più, anche se poi si sa che personalizzare la moto è uno degli sport preferiti degli harleysti, quindi, alla fine, vedremo probabilmente in giro Street di tutti i colori. In tema di customizzazione, occorre ricordare come la Casa abbia già predisposto un catalogo con decine e decine di accessori originali, che si andrà ad ampliare poi nel corso del tempo. Le consegne inizieranno durante la primavera e c’è quindi tutto il tempo di girare pagina e leggere il come va prima di correre eventualmente in concessionaria…

IN QUESTO SERVIZIO
Casco Caberg Doom Legend
Occhiali Caberg by Bertoni
Giubbotto Alpinestars Interceptor
Pantaloni Mottowear City X
Stivali Stylmartin Legend
Guanti Alpinestars Arctic 

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SPECCHIO DELLE MIE BRAME La sella a 709 mm da terra è una gran cosa per manovrare in sicurezza in ogni condizione ma francamente temevo che fosse un po’ troppo bassa per me, che supero il metro e ottanta e sulla bilancia arrivo quasi al quintale in ordine di marcia. Insomma, avevo paura di sembrare l’orso Yoghi sulla moto dell’amico Bubu e invece posso dire che l’Harley-Davidson Street 750 supera abbastanza bene la classica “prova vetrina”. Lunga 2.225 e con un interasse di 1.534 mm è bassotta ma ben proporzionata, la tipica taglia unica che veste tutti con la seduta che crea anche una buona triangolazione con le pedane, leggermente avanzate, e il manubrio largo, che offre un buon braccio di leva.

UNA PIAZZA E MEZZA Se il pilota ha di che sorridere, il passeggero se la passa un po’ peggio ma in fondo si sa che le custom sono per tradizione moto a  una piazza e mezza, più che vere matrimoniali. La Street non fa eccezione in questo senso, offrendo al secondo una porzione di sella non particolarmente grande e pedane un po’ vicine alla seduta.

ESTENSIONE VOCALE Una volta in movimento, la Street mostra di avere una sua precisa personalità, ben diversa da quella della Sportster. Il motore, per iniziare, ha una molto voce molto urbana, da vero cittadino modello. Il suo timbro è meno caldo e caratteristico rispetto alla Sportster ma sull’altro piatto della bilancia può mettere una maggiore…. estensione vocale: la Street è infatti molto regolare ai bassi e all’occorrenza sa cambiare rapidamente registro, per prodursi in acuti di tutto rispetto. In altre parole, accetta di buon grado di viaggiare in sesta anche sotto i 60 km/h, senza strappi e pronta a riprendere in modo fluido. Allo stesso tempo, però, il bicilindrico Revolution X sa anche allungare con una decisione sconosciuta alla 883 quando si prova a tirare il collo a una marcia. Il tutto, tra l’altro, con il supporto di un reparto trasmissione piuttosto a punto: la leva del cambio ha una corsa non brevissima ma assicura innesti silenziosi e discretamente precisi , mentre la frizione si lascia modulare bene pure da mani non esperte.

FACILE FACILE Anche il comportamento è a prova di neofita. Baricentro basso, manubrio largo e pneumatici non troppo paffuti assicurano alla Street 750 una gran maneggevolezza, che permette di destreggiarsi a meraviglia nel traffico, che ci sia da sgusciare in spazi angusti o da esibirsi in passaggi quasi trialistici tra le macchine. Questa Harley  non si sente comunque un pesce fuor d’acqua nemmeno uscendo dai centri storici. In autostrada fila via dritta come un fuso, senza ondeggiamenti e alleggerimenti, e quando ci si avvicina ai limiti del Codice sono le vibrazioni a fare da campanello d’allarme, dato che iniziano a farsi sentire proprio attorno ai 130 km/h. La loro frequenza non è quella tipica delle good vibrations tanto care agli harleysti ma da qui a dire che diano fastidio ce ne passa. Per il resto il comfort si può definire buono: quella del cupolino è una presenza poco più che simbolica, che toglie aria giusto dallo stomaco, ma la sella non provoca indolenzimenti precoci e le sospensioni fanno il loro dovere sullo sconnesso, facendo sentire solo le buche più secche.

GRATTA E VINCI La taratura è un buon compromesso e permette al pilota smaliziato di togliersi pure qualche soddisfazione nel misto. Alla faccia di quote ciclistiche tranquille, la Street si lascia guidare molto bene. La nuova arrivata di Milwaukee segna sotto questo profilo un passo avanti rispetto alla Sportster e non è difficile arrivare a grattare in tutta sicurezza pedana (a sinistra) e paratia dello scarico (a destra) quando si guida il modo allegro.

ASSENTE NON GIUSTIFICATO Anche i freni sono promossi, modulabili e con una potenza adeguata alle prestazioni, ma sinceramente avrei preferito trovare nella lista degli optional l’Abs, specie pensando che la Street si rivolge anche a motociclisti di primo pelo. Il sistema antibloccaggio non è invece disponibile e non lo sarà probabilmente fino al momento in cui diventerà obbligatorio per tutte le moto di nuova immatricolazione.

UNA STORIA NUOVA In conclusione, credo che la Street sia davvero facile e piacevole, grazie anche a un motore che fa bella figura tra le mura dei centri storici come nelle uscite fuori porta. Sono quindi convinto che abbia le qualità per compiere la missione assegnatale, ovvero portare nuova clientela giovane in casa Harley e far crescere il marchio su alcuni mercati esteri, dove tra l’altro sarà proposta anche in versione 500. Per raggiungere questo obiettivo importante, la Street deve però naturalmente allontanarsi un po’ dalle altre Harley e scendere a qualche compromesso da un punto di vista della cura costruttiva. Accettarlo non è facile, specie per gli aficionados più tradizionalisti. Tuttavia, prima di parlare di lesa maestà, questi ultimi farebbero bene a pensare ai patiti di Porsche, che, dopo aver disprezzato la Cayenne, ora benedicono quel modello che porta nel bilancio della Casa soldi che servono a sviluppare meglio i bei modelli a loro più cari. Con la Street la scena potrebbe ripetersi…


Pubblicato da Paolo Sardi, 27/03/2014
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