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GIOCO D’AZZARDO Su una pista mitica, dove bolidi da oltre mille cavalli danzano tra tombini e marciapiedi, sfrecciando a pochi metri da uno dei casinò più celebri al mondo, i paragoni con il gioco d’azzardo talvolta si sprecano. Mai come in questo caso, si potrebbe dire che la Ferrari ha puntato tutto sul 16 rosso alla roulette di Monte Carlo anche se l’all-in, in fin dei conti, non ha pagato. Fuor di metafora: dopo il botto in Q3 alle Piscine, la trasmissione – che sembrava essere a posto dopo le prime investigazioni – non ha retto, lasciando all’eroe delle qualifiche Charles Leclerc solo l’abbraccio consolatorio con il principe Alberto, l’onore delle statistiche e quella casella vuota al vertice dello schieramento.
LA DOMANDA DEL GIORNO E anche se Mattia Binotto mette le mani avanti annunciando nuove analisi del semiasse danneggiato che potrebbero persino svelare un problema del tutto scollegato dall’incidente di sabato pomeriggio (nel caso, una coincidenza molto curiosa) c’è una domanda che mi frulla in testa da ore: ma se anche fosse? È stato davvero così sbagliato, nel feudo del gioco d’azzardo, provare a mettere comunque in pista il monegasco facendolo partire dalla pole position? Se ieri i meccanici avessero sostituito il cambio pagando le canoniche cinque posizioni di penalità in griglia, oggi il sentiment della tifoseria non sarebbe l’esatto opposto, con severe critiche per lo scarso coraggio del muretto a margine di uno sciapo sesto o settimo posto a un minuto dalla zona podio?
F1 GP Monaco 2021, Monte Carlo: Charles Leclerc (Ferrari) a testa bassa dopo l'incidente in qualifica
UNPOPULAR OPINION Aprendo i social o ascoltando le opinioni dominanti, lo zero in classifica raccolto da Leclerc viene quasi unanimemente considerato come prova del fatto che gli uomini Ferrari siano dei babbei. Ci sta, è assolutamente legittimo e peraltro non è neanche la prima volta (né tantomeno sarà l’ultima) per una scuderia verso la quale i media oscillano tra la critica esasperata e il del tutto opposto atteggiamento di stucchevole protezionismo. Ma, sorvolando sui dubbi circa la natura del problema tecnico e facendo finta (concedetemi questa licenza) che il ritiro di Charles a mezz’ora dal via della gara sia collegato al botto in qualifica, al contrario credo che la Ferrari abbia fatto bene a rischiare. A non sostituire, cioè, il cambio imponendo a Leclerc di partire sesto, a sfidare la sorte pur sapendo che le componenti interessate, una volta messa in moto la SF21, avrebbero potuto rompersi prima dei 78 giri del Gp di Monaco.
GP Monaco 2021, Monte Carlo: Charles Leclerc (Ferrari) a muro alle piscine nelle qualifiche
MONACO È MONACO Utile chiarire subito un concetto fondamentale: un discorso del genere non ha mai senso in nessun’altra delle piste che fanno parte del calendario mondiale di Formula 1. Ma a Monte Carlo vigono leggi totalmente diverse da quelle che solitamente possiamo applicare alle altre tappe iridate: i risultati delle prove libere sono già abbastanza significativi per quanto accadrà nel weekend, il Drs è inutile, le varie mescole di gomme danno un vantaggio marginale, l’usura degli pneumatici è pressoché nulla e persino la velocità generale della macchina può essere messa in secondo piano (entro certi limiti) dall’abilità del pilota e dalla sua capacità di spingersi a sfruttare ogni millimetro d’asfalto tra un guard-rail e l’altro. Insomma, Monaco è Monaco!
F1 GP Monaco 2021, Monte Carlo: Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)
SPALLE LARGHE Nel Principato non si sorpassa (quasi) mai se non ai box e centrare la pole position, a meno di partenze disastrose o di errori di guida in gara, è spesso garanzia di successo. E anche girando uno o due secondi più lenti rispetto agli avversari – per informazioni citofonare Sebastian Vettel, che nel 2018 è letteralmente impazzito alle spalle di un Daniel Ricciardo che ha corso metà gara (e vinto) senza quel centinaio di cavalli fornito dalla parte ibrida del motore – è possibile portare a casa il bottino grosso. Su altri circuiti, ovviamente, sostituire il cambio sarebbe stato non solo doveroso in via precauzionale ma anche l’unica strada oggettivamente percorribile. Ma, a Monte Carlo, la Ferrari ha fatto bene a rischiare: se Charles fosse riuscito a partire, anche con un problema tecnico di entità medio-bassa avrebbe potuto ambire a tener dietro Verstappen e compagnia cantante.
GP Monaco 2021, Monte Carlo: Charles Leclerc (Ferrari)
IN LOTTA PER COSA? Il fatto che quella del Principato di Monaco sia una pista unica nel suo genere è un tema che però non basta, da solo, a giustificare l’azzardo degli uomini di Maranello. Se il Cavallino fosse stato in lotta per il titolo, sperperare anche solo quattro o cinque punti sarebbe stato un vero e proprio suicidio sportivo. D’altronde, in questa stagione di tiratissima lotta al vertice stiamo imparando quanto possa essere fondamentale anche solo il punto extra del giro più veloce. La Ferrari (suo malgrado) sta giocando in un altro campionato, quello della lotta di centro classifica dove, al netto dell’obiettivo terzo posto, un successo parziale può fare la differenza tra un anno di mediocrità e uno in cui, banalmente, hai comunque-vinto-qualcosa. È la Coppa Italia della Juventus di Pirlo, quel trofeo magari a sorpresa che ti permette di salvare la faccia specie in un 2021 in cui i vertici della Rossa hanno sin da subito abbassato il livello delle aspettative rimandando di (almeno) 12 mesi le ambizioni di vittoria. Una specialità in cui la Red Bull di Max Verstappen negli ultimi anni è stata regina assoluta: non lottiamo per il titolo, ma se ci fosse anche solo una possibilità di vincere una gara, allora varrebbe la pena rischiare tutto per riuscirci. La Ferrari a Monaco lo ha fatto, Leclerc lo avrebbe fatto, se avesse avuto modo di scendere in pista. È andata male. Ma, se non ora, in quale altro momento sarebbe stato sensato provarci?