Case auto e transizione EV 2035: ecco cosa cambia dopo IAA 2025
(De)elettrificazione

"To BEV or not to BEV"? Come la pensano le Case auto... adesso


Avatar di Lorenzo Centenari, il 12/09/25

23 ore fa - Ad IAA Mobility, ancora posizioni contrastanti ma cresce il realismo

Tra chi tira dritto sull'elettrico e chi tira il freno a mano, posizioni ancora contrastanti ma cresce il realismo. Un riassunto da IAA
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Avanti tutta con l'elettrificazione, oppure no, scala una marcia, o meglio ancora accosta per ricalcolo percorso, intanto lancia una nuova auto elettrica via l'altra (ma anche qualche ibrida).

Risultato: manco gli addetti ai lavori (tipo: noi), su quel fatidico 2035, ci capiscono più niente.

Come ogni rassegna di settore, l’IAA Mobility di Monaco 2025 non è stato solo un salone dell’auto, ma un vero e proprio termometro politico e industriale per capire la direzione che imboccherà la mobilità europea e mondiale.

Circa il controverso bando europeo ai motori termici fissato per il 2035, le Case auto, le associazioni di categoria, le istituzioni stesse, sono arrivate all’evento con posizioni divergenti.

IAA Mobility 2025: anche un'arena di dibattito sull'auto del futuroIAA Mobility 2025: anche un'arena di dibattito sull'auto del futuro

Da un lato, i sostenitori di una transizione rapida e irreversibile verso l’elettrico, vista come pilastro della decarbonizzazione e della competitività futura dell’Europa.

Dall’altro, alza il volume il coro delle voci critiche, che mettono in guardia dai rischi di un approccio troppo rigido: infrastrutture insufficienti, costi elevati, dipendenza dalle materie prime, concorrenza asiatica, eccetera eccetera.

Monaco si è così trasformata in un’arena di confronto. Il risultato è un quadro complesso e sfaccettato. Spiace, ma non c'è altro termine migliore di incasinato.

Ecco una carrellata di dichiarazioni succedutesi e scontratesi nel corso della settimana di IAA Mobility. Un vero e proprio triplo concentrato di slogan e contro-slogan. Che in (gran) parte, contraddicono i proclami di qualche anno fa.

BMW: “Il 2035 è un errore”

Il CEO di BMW, Oliver Zipse, non ha usato mezzi termini: fissare una data rigida per la fine dei motori a combustione sarebbe “a big mistake”.

Oliver Zipse (BMW): ''Non commettiamo errori''Oliver Zipse (BMW): ''Non commettiamo errori''

Secondo il manager, la normativa UE ignora le emissioni lungo l’intera catena del valore, dalle batterie alla produzione di energia, e rischia di penalizzare l’industria europea senza garantire benefici proporzionati per l’ambiente.

Zipse ha insistito sulla necessità di una visione più ampia, che includa tutte le fasi produttive e consenta diverse soluzioni tecnologiche per ridurre l’impatto ambientale.

Da sempre prudente, ora BMW esce allo scoperto.

Mercedes: serve un “reality check”

Ancora più diretto è stato Ola Källenius, numero uno di Mercedes-Benz, che ha invocato un “reality check”, cioè una specie di ''tagliando'', sulle politiche europee.

“Se continuiamo su questa strada senza valutare le condizioni reali, rischiamo di andare a tutta velocità contro un muro”, ha dichiarato.

Kallenius: ''Non andiamo a sbattere contro un muro''Kallenius: ''Non andiamo a sbattere contro un muro''

Anche per Källenius, la decarbonizzazione deve essere perseguita ma “in modo tecnologicamente neutrale”, senza favorire esclusivamente l’elettrico a batteria e lasciando spazio a ibridi ed e-fuel.

La sua preoccupazione è chiara: senza aggiustamenti, l’industria europea potrebbe collassare sotto il peso della transizione.

Un tempo, Mercedes non la pensava esattamente così.

Stellantis: stop al 100% elettrico entro il 2030

Se BMW e Mercedes puntano il dito contro il 2035, Stellantis ha già rivisto i propri piani anche sul breve medio termine.

Il responsabile europeo Jean-Philippe Imparato ha annunciato l’abbandono dell’obiettivo di vendere solo auto elettriche entro il 2030: “Gli obiettivi europei per il 2035 non sono più raggiungibili per nessun costruttore”.

A sua volta il nuovo CEO del gruppo, Antonio Filosa, ha chiesto all’UE misure di sostegno concreto: incentivi per l’acquisto di auto ibride, programmi di rottamazione per i veicoli più vecchi e regole meno stringenti sui veicoli commerciali leggeri.

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Volvo: ''No turning back''

Tornato alla guida di Volvo nel 2025, Håkan Samuelsson è un’altra voce che guarda al futuro con chiarezza, ma anche con realismo. Ecco cosa ha detto.

“L'industria dell'auto sarà elettrica, non si torna più indietro”. E ancora: “In circa 10 anni, tutte le auto saranno elettriche e costeranno meno”.

Volvo coerente con la propria agendaVolvo coerente con la propria agenda

Trasformazione irreversibile e crollo generalizzato dei listini prezzi, quindi. Ma allo stesso tempo, il manager svedese mette in guardia.

“Ci saranno nuovi attori dominanti. Nel nuovo mondo, ci saranno due o tre marchi cinesi molto forti. Alcune aziende si adatteranno alle nuove circostanze e sopravviveranno. Altre no”, sottolineando la pressione che la concorrenza del Dragone eserciterà sui Costruttori occidentali.

Fan del full electric sin dalla notte dei tempi, Volvo insiste (vedi anche sotto).

Associazioni di categoria: tra prudenza e pressioni

Il fronte delle associazioni riflette la spaccatura dell’industria. L'italiana ACEA e la tedesca VDA, oltre al potente sindacato IG Metall, hanno presentato una richiesta congiunta a Bruxelles per rivedere il bando del 2035, giudicato irrealistico senza correzioni immediate.

All’opposto, oltre 150 aziende dell’elettrico, tra cui la stessa Volvo e Polestar, hanno firmato una lettera aperta all’UE in cui invitano a non indebolire il target, definendolo essenziale per attrarre investimenti, garantire fiducia nei mercati e mantenere la leadership europea nella transizione green.

Bando Diesel e benzina dal 2035: che dice oggi l'UE?Bando Diesel e benzina dal 2035: che dice oggi l'UE?

La posizione delle istituzioni europee

A scanso di equivoci: Bruxelles, almeno ufficialmente, non arretra.

Il Green Deal prevede che dal 2035 in Europa non possano più essere immatricolate auto nuove con motori a combustione che emettono CO2. Sono in discussione soltanto possibili eccezioni per gli e-fuel e altre tecnologie a impatto nullo.

Il 2025 rappresenta però un anno di snodo, perché è previsto un riesame della normativa. Le pressioni industriali potrebbero quindi portare ad aggiustamenti, pur senza intaccare l’obiettivo finale della neutralità climatica.

Porsche fra le apripista sugli e-fuelPorsche fra le apripista sugli e-fuel

Un settore in bilico tra ambizione e realismo

Dal confronto di Monaco emerge dunque un quadro più o meno di questo genere:

  • tutti riconoscono la necessità di una transizione a basse emissioni;

  • tutti divergono sui tempi e i mezzi per raggiungere il traguardo.


Sul passaggio al full electric dal 2035, è ancora battagliaSul passaggio al full electric dal 2035, è ancora battaglia

Da una parte, i sostenitori del 2035 lo vedono come un impegno non negoziabile per affrontare la crisi climatica e garantire la competitività del Continente.

Dall’altra, i critici temono che un percorso troppo rigido possa indebolire l’industria, aumentare i costi per i consumatori e spingere il mercato europeo nelle mani della concorrenza asiatica.

L’IAA Mobility 2025 ha mostrato un settore profondamente diviso ma consapevole che il futuro sarà a zero emissioni. La domanda non è se accadrà, ma come e quando.

L’Europa dovrà decidere se mantenere la sua linea dura o aprire a compromessi, bilanciando la lotta al ''cambiamento climatico'' con la tutela del suo (vitale) tessuto industriale.

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Pubblicato da Lorenzo Centenari, 12/09/2025
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