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Prova

Peugeot RCZ R vs RCZ Racing Cup


Avatar di Marco Rocca , il 04/04/14

9 anni fa - Track day nel segno del Leone

Abbiamo girato sul circuito di Imola per provare la Peugeot RCZ R e fare un giro anche sulla sorella da gara la RCZ Racing Cup. Due mondi diversi, due caratteri apparentemente lontani accomunati però dalle grandi doti di assetto della coupé francese.  

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SI PUO’ FAREEE! Che la Peugeot RCZ potesse sopportare potenze ben più sostanziose l’avevo capito quando la provai con il 1.6 THP da 156 cv. Non passò molto tempo prima di guidare la variante da 200 cv dello stesso motore e, anche in quel caso, con ben 44 cv in più, notai che il telaio e la tenuta della RCZ rispondevano così bene alle sollecitazioni, anche molto intense, da essere sottodimensionati rispetto alle reali potenzialità della RCZ. E’ naturale che anche in Peugeot si fossero posti qualche domanda a riguardo e la risposta non si è fatta attendere con la RCZ RA dispetto di un nome che è rimasto pressoché uguale a prima, eccezione fatta per la “erre” finale, è il motore il vero protagonista dell’ultimo grande upgrade di potenza con 270 cv e 330 Nm di coppia massima, rispettivamente +70 cv e + 50 Nm rispetto alla sorella minore da 200 cv.

IL CAMPO DI BATTAGLIA Sono appena arrivato nel circuito di Imola Enzo e Dino Ferrari e con me non ci sarà solo la Erre a farmi compagnia ma anche la sorella cattiva, quella messa giù da gara, la l’RCZ Racing Cup, con assetto da pista, cambio elettroattuato 6 marce e il motore 1.6 turbo che scarica a terra 250 cv (20 in meno della R) dovendo far fronte a un peso inferiore ai 1.000 kg. Che cosa vuol dire? Di sicuro che meglio non poteva andarmi ma anche che posso metterle a confronto direttamente sul campo. La RCZ R, variante stradale ultra pompata, e quella pompata e basta, la RCZ Racing Cup. Saranno poi così lontane tra loro? Iniziamo con ordine.  

QUANDO CI SI METTE PEUGEOT SPORT Sulla Peugeot RCZ R non è stato solo il motore a guadagnare potenza. Visto che in fase di sviluppo, l’auto è passata dalle mani della sezione Peugeot Sport, di professionisti che sanno che cosa fare e come, è stata dotata di un impianto frenante modificato: non un sistema rivisto ma del tutto diverso, decisamente più grande e potente. Cosi la Erre monta pinze freno fisse a 4 pistoncini di rosso dipinte firmate dall’inglese Alcon per mordere come pitbull dischi da 380 mm di diametro per 32 mm di spessore, flottanti e con una campana in alluminio così grossa da non essere poi così diversa dai  wok di Masterchef che contribuisce a disperdere meglio il calore. Tutto il pacchetto assicura prestazioni degne di nota, con uno spazio d'arresto da 130 a 0 km/h in meno di 61 metri ma soprattutto una resistenza alla fatica triplicata che in pista è proprio quello che mi serve per scongiurare l’ipotesi di trovarmi alla Rivazza a dover fare i castelli di sabbia in attesa della gru.

DA FUORI NON TE NE ACCORGI Se la guardi non te ne accorgi ma c’è tanta ciccia anche dove l’occhio non può arrivare. Per cominciare, per la Peugeot RCZ R è stata sviluppata una regolazione specifica del pacchetto ruote/sospensioni con carreggiate appena più larghe, incidenza e campanatura differenti rispetto alla 200 cv e cerchi più larghi (+ 0,5 pollici) rivestiti da pneumatici Goodyear Eagle F1 Asymmetric 235/40 R19. Sono state irrigidite anche le molle degli ammortizzatori del 14% all’avantreno e del 44% al retrotreno con un ribassamento dell’assetto di 10 mm. E poi c’è lui, il differenziale a slittamento limitato Torsen, perla più unica che rara in un panorama di traction control che simula mediante l’elettronica l’operato dei sistemi meccanici e che consente di sfruttare al massimo la notevole coppia già disponibile a partire da 1.900 giri/min a tutto vantaggio della motricità in uscita di curva e, visto che la massa è scesa a 1280 kg (-17 kg rispetto alla 200 cv), non può che far bene come lo sciroppo per la tosse. Se a tutto ciò aggiungiamo la possibilità di disattivare totalmente l’ESP allora non rimane che alzare gli occhi al cielo e gridare: grazie!

NON CAMBIA IL CAMBIO Il cambio invece è rimasto quello standard a sei rapporti, giusto appena allungato nelle singole marce che però vengono bruciate assai in fretta dal piccolo frullino turbo a iniezione diretta (dalla potenza specifica ragguardevole di quasi 170 cv/litro) che allunga fino a 250 orari bruciando lo 0-100 in poco meno di 6 secondi, 5,9 per la precisione. Il prezzo? Assolutamente non esagerato per le qualità offerte: 41.850 Euro. 

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SEMPRE UNA GIOIA Lasciatemi dire che il tracciato di Imola è uno dei più belli al mondo. Saliscendi, staccate violente, rettilinei dove poter allungare e sentire la cattiveria del motore. Lo scollinamento cieco della Piratella, le Acque Minerali, la salita che immette nella Variante Alta e la staccata al cardiopalma della Rivazza: uno spettacolo.

PRIMA LA ERRE La prassi vuole che si vada in crescendo e quindi la prima su cui mi accomodo è la Peugeot RCZ R. Noto subito sedili più avvolgenti rispetto alla RCZ standard che mi regalano una posizione di guida ancora più sportiva. Esco dalla corsia dei box e comincia la festa. I giri salgono con un sound roco e graffiante e la spinta si fa robusta a partire dai 2.500 giri fino a lambire, in zona rossa, i  7.000 indicati. 70 cv in più si sentono subito con un’irruenza sconosciuta alla 200 cv. Prima variante del Tamburello, sinistra destra veloce, sento uno sterzo ancora più preciso rispetto alla sorella meno dotata nel trasmettere i miei comandi e ciò che avviene sotto le ruote anteriori. Arrivo alla Tosa, quinta, quarta, terza, il cambio non si impunta ed è abbastanza svelto e puntuale nella selezione dei rapporti. L’autobloccante meccanico, inoltre, assicura una buona stabilità in frenata e la capacità di “stringere” le traiettorie. Certo, un cambio a doppia frizione sarebbe stato più veloce ma volete mettere la goduria di un manuale? Il motore spinge forte e la Piratella arriva in un attimo. Si scollina senza vedere dove si va e mi affido alla tenuta della Erre che non delude, anzi. Scorre precisa come un treno sui binari, l’avantreno rivisto impartisce gli ordini, il posteriore esegue senza esitare, la R non si scompone e  trasmette fiducia. A voler staccare i controlli elettronici, invece, diventa un po’ nervosetta e i trasferimenti di carico si fanno più evidenti. Acque Minerali, Variante Alta verso destra con il piede giù e la paura di arrivare lungo alla Rivazza e invece… i freni fanno benissimo il loro lavoro e la R, senza scomporsi più di tanto imbocca di nuovo il rettilineo dei box.  

POI QUELLA DA GARA La Peugeot RCZ Racing Cup è un’auto omologata per la pista e in quanto tale offre all’interno tutte le seducenti scomodità di una vettura nata per le competizioni, dal sedile ultra profilato privo di regolazioni, passando per la cintura a sei punti, al finestrino di sottilissimo plexiglass fisso. Al minino la Racing Cup fa già più casino della R in pieno rettilineo ma è musica per le orecchie. Prima dentro e partenza usando la frizione, poi cambierò solo con i paddle al volante. In corsia box strattona e ha bisogno di salire di giri per essere più fluida. Via dai box, prima variante a sinistra e la RCZ Racing sembra già un’altra auto. Ok sulla bilancia, come detto, fa segnare solo 995 kg che insieme al grip degli pneumatici slik Avon genera un’aderenza spaventosa e tutto si compie così rapidamente che non te lo aspetti. Il cambio elettroattuato Sadev a 6 marce regala un calcio nella schiena a ogni cambiata e l’assetto granitico portato in dote dalle sospensioni affidate ad ammortizzatori Öhlins è stupefacente e permette ingressi in curva più veloci del pensiero. Il motore sembra spingere di più per il suono assordante, poi butto un occhio al display di fronte a me e in fondo al rettilineo tocco i 220 come sulla R, questione di rapporti corti al cambio, mi dico. Rispetto a quest’ultima i freni sembrano mordere meno, per la mancanza del servofreno, ma si tratta di farci la mano, anzi il piede! nel tirare pestoni pazzeschi, dopodiché ci si ferma anche in un fazzoletto.

NON E’ COSI DIVERSA Sarei bugiardo nel dire che in pista mi sono divertito di più con la RCZ R. Ovviamente non c’è paragone tra un’auto che nasce per vivere in pista e una fatta per circolare in strada. Due mondi diversi come il giorno e la notte che non si incontreranno mai. Nonostante ciò però ho potuto apprezzare il lavoro di affinamento fatto sulla Peugeot RCZ R che ha dato i suoi frutti anche in pista al cospetto di una vettura da gara senza mostrare il minimo complesso di inferiorità. Non dimentichiamoci che le grandi qualità della Racing Cup non sono altro che la proiezione estrema di una base di partenza già molto efficace mutuata dalla coupé RCZ. Ecco perché la R ha tutte le carte in regola per candidarsi a pieno titolo tra le vetture più divertenti e piacevoli da guidare su strada, anche senza la trazione posteriore.     


Pubblicato da Marco Rocca, 04/04/2014
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