Piccola, grande Jeep Renegade, lo stile lascia subito senza parole ma poi affascina. E si arrampica come una Jeep. Guarda il video
COM’E’ Ma sono impazziti?!? Lo ammetto, quando ho assistito all’unveal della Jeep Renegade allo scorso Salone di Ginevra questa è stata la mia reazione. Da Jeeper, poi, ho gridato al sacrilegio. Eppure, a ogni passaggio davanti allo stand Jeep ho iniziato a ricredermi. E, nel corso di questi mesi, il processo di avvicinamento allo stile inusuale della Renegade è continuato. Fino a quando è arrivato il momento di provare la prima Jeep esclusivamente prodotta non in USA: è realizzata in Italia, a Melfi.
NOT CONVENTIONAL Nella pletora di suvettine tutte con la faccia mediamente aggressiva, con linee mediamente spigolose, con profili mediamente sportivi e muscoli mediamente accennati, la Jeep Renegade spiazza tutti ed esce dal mucchio. Anche perché è una Jeep, non è una suvettina anche se è disponibile in versione FWD con la sola trazione anteriore, ma si trasforma alla bisogna in un vero fuoristrada Trail Rated nella versione Trailhawk.
IN MUTANDE Il frontale è tipicamente Jeep, con le sette feritoie verticali e bei fari tondi, tecnologici nella struttura ma tondi come l’antenata Jeep Willys su fondo nero o argento a seconda dell’allestimento. Tutta la parte bassa è protetta da una mutanda protettiva in plastica nera, dalla parte inferiore dei paraurti alle minigonne laterali e anche nel profilo dei parafanghi che sembrano ancora più muscolosi, squadrati e lontani dalle ruote, sottolineando l’aspetto offroad della Jeep Renegade. Nero è anche il tetto, percorso da robuste nervature, e il nero include le fasce sopra i vetri laterali, dando l’impressone di un tetto sospeso nel vuoto con un bel tocco di originalità. Due sono le opzioni per aprire il tetto: una con un doppio tetto in cristallo scorrevole e una tutta Jeep, l’opzione MySky con due tettucci smontabili.
SGUARDO A X Il pezzo forte del carattere Renegade è la coda, squadrata, con il montante verticale massiccio e un lunottino avvolgente come la visiera di un casco incassato sotto uno spoiler pronunciato. Le luci, poi, sono solide e sembrano applicate come quelle della Jeep Wrangler. La croce in mezzo alle luci ricorda un cerotto da fumetto ma riprende in realtà la nervatura a X della tanica di scorta in dotazione alla Willys. Non so se considerarla bella ma sicuramente ha fascino, è attraente e non rischia di confondersi con nessun’altra auto. Mi piace, il mio animo Jeeper ora è più sereno.
TEK-TONIC Anche l’abitacolo, che mi era sembrato più economico al Salone di Ginevra, è in realtà ben realizzato, nei materiali e nell'assemblaggio. Al centro della plancia campeggia il display da 6,5” (optional, di serie 5”) racchiuso in una cornice che ricorda la protezioni dei notebook Toughbook di Panasonic su cui campeggia la scritta in caratteri militari “Since 1941”. Fa parte della sindrome Biturbo di Renegade che, come la Maserati Biturbo aveva Tridenti sparsi un poco ovunque, ha simboli Jeep con i due fari e le sette feritoie sulla cornice degli altoparlanti, sulla carenatura dietro allo specchio retrovisore, sul pannello interno del portellone, sulle luci, sui sedili… Forse troppi, lo stile è già reso sufficientemente personale dal motivo Thoughbook, i designer Jeep lo chiamano Tek-Tonic, che si ritrova anche nella cornice degli altoparlanti come in quella della bocchette. Non manca nemmeno il maniglione davanti al posto del passeggero per le avventure offroad.
MULTICOLOR La Renegade propone una combinazione di colori interni su Longitude, due su Trailhawk e tre su Limited: tessuto nero con modanature Metal Diamond (Longitude), tessuto nero con modanature e cuciture a contrasto di colore rosso rubino (Trailhawk), pelle nera (optional) con modanature e cuciture a contrasto di colore rosso rubino (Trailhawk), tessuto Premium nero con modanature Metal Diamond (Limited), pelle nera (optional) con modanature Metal Diamond e cuciture beige (Limited) e interni in pelle bicolore (optional) BarkBrown/Ski Grey con modanature e cuciture a contrasto arancioni anodizzate (Limited). Ma gli inserti rosso rubino e arancione sono proprio obbligatori?
DOPPIO FONDO Il bagagliaio dimostra più dei suoi 351 litri di capacità dichiarati, un bel parallelepipedo regolare e a soglia zero, che si amplia fino a 1.297 litri se si abbassano i sedili posteriori. Il piano di carico è removibile e si può appoggiare sul fondo per avere la massima capacità oppure fissare ad altezza della soglia per comodità di carico e per tenere un ampio vano nascosto. È anche double face per adattarsi al tipo di carico. Per rendersi il più possibile versatile il sedile anteriore di Jeep Renegade si ripiega in avanti per far spazio a oggetti lunghi.
LE MISURE CONTANO Che la Jeep Renegade sia una vera Jeep si vede a occhio, dalle misure canoniche del fuoristrada. Angolo di attacco 30°, angolo di uscita 34°, angolo di dosso 24° e altezza minima da terra 21 centimetri per la Renegade Trailhawk, la più attrezzata. Non si vedono alla prima occhiata ma sotto ci sono anche le protezioni per il sottoscocca. La carrozzeria è a scocca portante e le sospensioni sono indipendenti McPherson per le quattro ruote. L’articolazione delle sospensioni è un'altra delle misure importanti nel fuoristrada e la Renegade si difende bene con 170 millimetri all’anteriore e 205 al posteriore per un twist da offroad impegnativo. Gli ammortizzatori sono Koni con tecnologia FSD.
QUATTRO IS MEGLIO CHE DU Esiste anche in versione con la sola trazione anteriore, business is business, ma la vera Renegade si dota della Jeep Active Drive, la trazione 4WD a gestione elettronica con differenti programmi offroad tra cui scegliere grazie al Jeep Selec-Terrain. Dal programma Auto che sceglie automaticamente come gestire motore, cambio e ripartizione della trazione a programmi specifici per neve, sabbia e fango, con la possibilità di selezionare anche manualmente, a seconda del programma, anche il blocco 50/50 sui due assi. E si può attivare anche l’Hill Descent Control per regolare automaticamente la velocità in discesa. Va detto che il programma Auto scollega automaticamente quando possibile anche la trazione posteriore per contenere i consumi.
TRAIL RATED La vera Jeep tra le Renegade è la versione Trailhawk, la Renegade Trail Rated dotata di Jeep Active Drive Low che aggiunge le marce ridotte al cambio automatico a nove marce e tra le scelte disponibili per il Selec-Terrain il programma Rock e alza l’assetto di 20 millimetri migliorando l’altezza da terra e gli angoli canonici dell’offroad. E aggiunge anche piastre di protezione e gancio traino anteriore in rosso.
4x4 NON X TUTTI Motori Jeep Renegade si propone con cinque combinazioni tra trasmissione e motori (tutti dotati di Start&Stop). A benzina è disponibile il Turbo MultiAir2 1.4 con 140 CV, 230Nm a 1.750 giri, cambio manuale a 6 rapporti e trazione anteriore. Più ampia la famiglia a gasolio con il MultiJet II 1.6 litri con 120 CV, 320Nm a 1.750 giri, cambio manuale a 6 rapporti e trazione anteriore; il MultiJet II 2.0 litri con 140 CV, cambio manuale a 6 rapporti e trazione 4x4 e il MultiJet II 2.0 litri con 140 o 170 CV, 350Nm a 1.750 giri, cambio automatico a 9 rapporti e trazione 4x4.
UNA E TRINA Tre sono le Renegade disponibili, Longitude, Limited e Trailhawk, con prezzi a partire da 23.500 euro fino a 32.800 euro. La Renegade Longitude è già ben dotata, con cerchi da 16“ in lega, Cruise control, limitatore di velocità, sei altoparlanti, specchietti retrovisori esterni elettrici e riscaldati in tinta carrozzeria, fendinebbia, barre portatutto nere, sedile di guida regolabile, volante rivestito in pelle, illuminazione a LED e radio Uconnect 5.0 touchscreen con display a colori da 5“ e sistema vivavoce Bluetooth. Renegade Limited aggiunge cerchi in lega da 17", griglia in colore grigio chiaro, vetri posteriori e lunotto oscurati e barre al tetto grigio chiaro satinato come gli specchi, doppi terminali di scarico con finitura lucida, Forward Collision Warning-Plus, Lane Departure Warning-Plus, climatizzatore automatico bizona, rivestimento delle porte con inserti in vinile, display TFT a colori di alta qualità a visualizzazione multipla da 7“ del quadro strumenti. Renegade Trailhawk, oltre alla dotazione offroad, si caratterizza per cerchi in lega da 17 “ diamantati e verniciati di nero, pneumatici M+S snowflake, barre al tetto grigio scuro, mascherine della griglia, calotte specchi in grigio scuro satinato, stemma "TrailRated" sui parafanghi anteriori, fendinebbia anteriori, display TFT a colori premium a visualizzazione multipla da 7 “, pomello del cambio in pelle, torcia removibile e ricaricabile, sensore di parcheggio posteriore, vetri posteriori e lunotto oscurati e climatizzatore automatico bi-zona.
COME VA Avevo immaginato la Jeep Renegade più piccola. E compatta lo è davvero metro alla mano, con 423 centimetri di lunghezza massima per 180 in larghezza e 168 in altezza. Sono forse i 168 centimetri di altezza, oltre all’aspetto squadrato e muscoloso, che la rendono apparentemente più grande su strada, meno suvettina e più Jeeppetta. Ha una bella presenza, non me l’aspettavo. Da lontano, quando si diluiscono alla vista le sue originalità stilistiche, mi ricorda nelle proporzioni (e nelle dimensioni) la Cherokee anni 80/90, la XJ.
TOUGH, RUGGED, STYLISH Massiccia nella presenza, protetta ma con stile. A bordo della Jeep Renegade si sale facilmente grazie all’altezza non camionale e alle porte che, oltre ad aprirsi quasi ad angolo retto rispetto ai fianchi, hanno una forma squadrata grazie al tetto piatto, rendendo l’accesso facile e senza contorsioni anche agli alti. Lo spazio a bordo si sviluppa in verticale. Anche gli alti siedono bene davanti senza toccare con la testa e chi siede dietro ha un buon spazio anche per le gambe con una posizione piuttosto verticale, non sdraiata.
SOLIDA MORBIDEZZA La qualità dell’interno è piacevole alla vista e sembra solida al tatto. La plancia è rivestita da un materiale morbido e compatto, la pelle optional dei sedili ha un tocco piacevole e appare morbida anche alla vista e anche la consolle centrale, con i suoi profili cromati, ha un aspetto non economico. Qualche plastica, come sui pannelli delle portiere ha un aspetto più ruspante e trovo un poco cheap le leve al volante per frecce e tergicristalli. Il volante, invece ha una corona non sottile e la pelle che la riveste ha un bel grip.
FALSA BASSA È alta, più di quanto avrei pensato anche se spingo al limite inferiore minimo il sedile. Il cofano è ben squadrato e non crea equivoci sugli ingombri e sovrasta abbastanza le altre auto. La posizione di guida non è alta quanto quella di una Range Rover o di una Toyota Land Cruiser ma l’effetto fuoristrada è molto vicino. Accompagnata alla sensazione di pesantezza, la Jeep Renegade trasmette una piacevole idea di sicurezza, di protezione, propria di fuoristrada di almeno una taglia in più.
SICURA TRA I KONI La sua altezza però non si sente nel comportamento su strada quando si affrontano le curve. L’aspetto dinamico che mi piace di più della Jeep Renegade sono le sue sospensioni, ben disegnate e con gli ottimi ammortizzatori Koni FSD a dire la loro. Hanno corsa lunga e sono ben frenate in ogni condizione. Quando si viaggia veloci in autostrada seguono bene gli avvallamenti e rispondono morbide sulle buche. Quando si viaggia in fuoristrada trasmettono davvero poche vibrazioni all’interno dell’abitacolo e seguono bene ogni sasso per avere il massimo grip e la massima stabilità. Confortevoli in rettilineo, sono validi punti di appoggio in curva, con la Renegade ben puntata sulle ruote esterne, senza coricarsi e solida anche quando, in appoggio, la strada si affossa o il fondo non è regolare.
SERVOMUTO Parlando di curve, il servosterzo elettrico ha bisogno di un poco di pratica, non è facile da dosare se non dopo averne compreso la logica di assistenza, con un poco di inerzia a inizio sterzata che non aiuta a capire come la sterzata continui. È un servo muto che non dice subito con chiarezza quanto sta accadendo alle ruote anteriori.
BOXY BUCA Se le sospensioni lavorano al meglio per garantire il massimo e il miglior assorbimento in ogni condizione, sul fronte del comfort acustico la Jeep Renegade si difende bene. La sua forma boxy, bella squadrata, buca bene l’aria e non produce fruscii o sbattimenti fastidiosi. La meccanica alza, invece, un poco i toni ma mai in maniera fastidiosa con il motore Multijet da 140 cavalli mentre la scocca è davvero ben isolata dalla strada. Anche sfruttando al massimo le doti velocistiche del Multijet, la velocità massima può tranquillamente diventare la velocità di crociera per il telaio granitico e il buon comfort acustico.
HOT STUFF Veniamo alle parti calde della Jeep Renegade. Provo per il primo test in anteprima il motore Multijet duemila da 140 cavalli abbinato al cambio automatico a nove marce. Il cambio fa percepire un poco le cambiate nei rapporti più corti, a volte con qualche strappo, mentre è impercettibile nel suo lavoro dalla terza in poi. Nelle cambiate manuali con la leva è piuttosto veloce. Il Multijet non è un brillantone ma se la cava bene. In realtà va compresa anche la logica del pedale dell’acceleratore che ha corsa lunga e, se sembra che sia un poco inchiodato premendo con discrezione, si scopre poi tutta un’altra verve se si preme a fondo.
OFFORAD Anche senza la dotazione da vera fuoristrada della versione Trailhawk, la Jeep Renegade Limited se la cava un gran bene quando il gioco si fa duro. Il telaio lavora bene e le sospensioni si fanno in quattro per aggrapparsi il più possibile al terreno anche questo si vorrebbe staccare dalle ruote. Articola davvero bene ed evita rimbalzi pericolosi quando il twist diventa impegnativo. La gestione elettronica della trazione rende tutto piuttosto facile, non si sente nei passaggi da due a quattro ruote motrici su strada e trasmette la giusta coppia su ogni ruota per sfruttare al meglio gli appigli. It’s a Jeep, baby.