Cosa accomuna tutte le grandi storie sporive di successo? La coincidenza delle condizioni ideali in quel preciso momento, che questo sia una' evento di pochi secondi - come i 100m in atletica - o diluito in un campionato, dove ogni appuntamento può nascondere insiedie. Lo sa bene Alessandro Del Bianco, neo Campione Italiano nella categoria CIV Superbike, che la scorsa stagione ha finalmente raggiunto l'obiettivo di aggiudicarsi il titolo, riportando Yamaha e la R1 davanti a tutti dopo 20 lunghi anni (l'ultimo fu Gramigni nel 2005), apice di un percorso non privo di imprevisti, occasioni sfumate, cambi di vita drastici e tanta dedizione.
''Testa, cuore, polso'' il documentario su Del Bianco
Per gli appassionati, Alessandro Del Bianco non è certo un nome sconosciuto, per tutti gli altri ecco una breve sintesi che spero dia un'idea: talento vero della Riviera - appartiene alla stessa generazione dei vari Bagnaia, Bastianini, Bulega etc - che ha vissuto il percorso canonico di chi proviene da una famiglia che non ha budget illimitato, e dunque sacrifici per far emergere il la stoffa, con quella voglia di arrivare e dimostrare che può essere grande alleata, ma anche insidiosa nemica. I primi anni di carriera per ''DB52'' sono così, lampi di talento che portano a numerosi titoli giovanili alternati a errori dettati da inesperienza e tanta foga.
Dal CIV Moto3 passa alle derivate di serie, prima Stock 1000 poi SBK insieme ai grandi di quegli anni. Un passo troppo lungo - per ammissione dello stesso riminese - che però è servito a ricalibrare il tiro e ripartire, senza mollare un centimetro, come ha tatuato sulla pelle. A proposito di tatuaggi, dei numerosi cosparsi lungo il corpo, quello a cui tiene maggiormente è quello sulla mano sinistra, una mantra da guardare ogni volta che sale in sella: ''Testa, cuore, polso'', titolo del bel documentario che trovate qui sotto, una videointervista che ripercorre passo passo tutte le tappe della carriera e che ci spiega, come in un mosaico, che ogni tessera è fondamentale per rendere perfetto il risultato finale: talento, allenamento, occasioni e tempismo, amicizie e affetti, tecnici preparati, fiducia e fortuna. Buona visione.
Un'alfiere per Yamaha
Dal documentario si capisce che Del Bianco non vede certo il suo titolo come punto d'arrivo, ma come trampolino di lancio per raggiungere traguardi ancora più ambiziosi. Al suo fianco ci sarà ancora Yamaha, che nel suo talento ha creduto, e che lo premierà schierandolo in tre differenti ambiti, dalla difesa del titolo italiano, al Mondiale Endurance, con quello spiraglio per il Mondiale SBK che rappresenta l'essere collaudatore ufficiale Yamaha nonché pilota pronto a subentrare in caso di necessità, come affermato da Niccolò Canepa, Road Racing Sporting Manager di Yamaha Motor Europe



