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L'intervista

Jarno Zaffelli e i lavori di Spa: come si vince una scommessa fatta con l'autodromo


Avatar di Simone Valtieri , il 31/08/22

1 anno fa - Jarno Zaffelli ci guida alla scoperta dei lavori fatti a Spa Francorchamps

Jarno Zaffelli e i lavori di Spa: come si vince una scommessa fatta con l'autodromo

Jarno Zaffelli, titolare di Dromo Circuit Design, ci guida alla scoperta dei lavori fatti a Spa Francorchamps, svelando una scommessa fatta con l'autodromo
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Nel corso del weekend di Spa-Francorchamps abbiamo incontrato Jarno Zaffelli, titolare e fondatore di Dromo Circuit Design, la società italiana leader mondiale in fatto di progettazione e ammodernamento di circuiti motoristici. Nessuno sa farlo, e può farlo, meglio di Dromo, e leggendovi questa interessante chiacchierata in due puntate con l’appassionato e visionario Jarno, ne capirete a fondo il motivo.

Seconda puntata: da Zandvoort a Misano. E quel software unico

Il nostro racconto inizia con un giorno di ritardo. Avevamo appuntamento con Jarno Zaffelli nella giornata di venerdì 26 agosto nel paddock della storica pista di Spa Francorchamps ma, a margine delle prove libere del Gran Premio del Belgio di Formula 1, un camion l’aveva combinata grossa, andando a fare manovra all’Eau Rouge e danneggiando un cordolo dell’iconica curva fresca di riasfaltatura proprio grazie al lavoro dello studio Dromo. I camion sono uno dei peggiori incubi di Jarno e del suo team, tanto che – prima di iniziare la nostra chiacchierata nell’hospitality Pirelli – mi ha mostrato foto e video sorprendenti, relativi a quanti danni possano causare le disattenzioni di qualche “driver” di mezzi pesanti. A ogni modo, dopo una giornata di lavoro, il cordolo dell’Eau Rouge è stato ripristinato e tutto il weekend è corso via senza alcun tipo di problema.

Jarno, siamo a Spa, in uno dei templi del motorismo sportivo: come mai si è deciso di intervenire su una pista così iconica?

Per due motivi diversi. Innanzi tutto: Spa ha fatto un piano di spesa di 80 milioni per rimodernare la struttura proprio in vista del centenario di quest’anno. Il vecchio amministratore delegato Nathalie Maillet, scomparsa tragicamente lo scorso anno, voleva riportarvi la MotoGP e aveva impostato un piano quinquennale per capire le modifiche necessarie, il giusto equilibrio tra auto e moto. Le moto volevano più ghiaia e le auto dei track limits naturali, visto che a Zandvoort hanno funzionato, e quindi anche i cordoli andavano adattati. Il secondo motivo è che c’erano zone della pista da riasfaltare. Inizialmente l’asfaltatura era relativa al nuovo percorso per le moto ma lo scorso anno Lewis Hamilton era stato molto duro sulle “pezze” all’Eau Rouge, e quindi la FIA ha chiesto a Spa di valutare come cambiare quella curva per renderla più sicura.

Dunque avete iniziato con l’asfalto, all’Eau Rouge-Radillon e alla Jacky Ickx

Il nostro primo incarico è arrivato il giorno dopo Zandvoort. Ci hanno detto: “Abbiamo letto sui giornali che la curva più bella del mondo non è più a spa ma è la curva 3 di Zandvoort, la rivogliamo indietro”. Quindi siamo venuti qui e abbiamo iniziato cercando di capire quale fosse la storia dell’Eau Rouge, studiando le evoluzioni del tracciato e valutando cosa potevamo fare in modo da soddisfare le direttive della FIA che chiedeva di rallentarla. Abbiamo fatto un sacco di iterazioni ma siamo arrivati a dicembre con i lavori che erano già partiti per la prima tranche di 28 milioni e non c’era più tempo per modificarli sostanzialmente. L’unica cosa che potevamo fare – oltre a provare le nuove curve al simulatore nel frattempo con i piloti – era riasfaltare. La FIA e l’autodromo hanno detto di sì, ma noi avevamo una paura folle di toccare e riasfaltare questa curva, e quindi abbiamo fatto una progettazione pazzesca e utilizzato la curva 9 (Jacky Ickx) per formare i contractor. In un lavoro, seguire il corso d’opera è importantissimo. Tu puoi fare tutte le specifiche che vuoi ma devi seguire i lavori. Noi eravamo qua in dieci e i contractor in trenta. Abbiamo fatto tutti i lavori della 8 e della 9 e solo quando sono finiti ho autorizzato la fresatura della 2 e della 3 (Eau Rouge e Radillon n.d.r.). Finché non fossi stato certo che i contractor erano in grado di fare il lavoro, non gli ho fatto fare niente. Invece l’Eau Rouge e il Radillon l’abbiamo fatto in due giorni: uno fresato, uno asfaltato e chiuso.

...E poi avete modificato i cordoli.

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I lavori sui cordoli sono arrivati dopo quelli di riasfaltatura. La FIA non era certa della tipologia di cordolo da inserire all’Eau Rouge e così abbiamo fatto diverse proposte fino a che non è stata approvata quella definitiva. Siamo arrivati a costruire il cordolo fisicamente venerdì scorso, visto che in autodromo c’è sempre attività, e i lavori sono stati fatti tutti nei 10 giorni di chiusura prima del GP. Il problema è che abbiamo transennato e, nonostante ciò, dei camion ci sono passati sopra per fare manovra, quindi ieri abbiamo fatto una gran tirata, alcuni punti andavano ripristinati, ma oggi è tutto a posto. Ma che sudori freddi il giorno prima della gara...

Hai parlato di modifiche all’Eau Rouge: ho letto che ne avete studiato venti varianti, ma dunque si cambierà la traiettoria?

Questi sono i video dei test fatti (Mi mostra alcune immagini relative alle varianti studiate al simulatore). Il lavoro è stato fatto al massimo che si poteva, ma ho fatto una scommessa con l’autodromo: quando mi hanno detto che avrebbero voluto riasfaltare l’Eau Rouge gli ho detto: “Guardate che se la riasfaltiamo noi, poi non la modificate più”. E dunque probabilmente non si farà più. Dopo che l’abbiamo riasfaltata, non c’è più stata un’uscita di strada. C’è la nuova via di fuga, certo, ma le auto non escono più. Speriamo che non escano anche oggi e in futuro (spoiler: non sono uscite, in nessuna delle gare del weekend), però, fino a oggi, tu hai visto qualcuno che perde il controllo della macchina? Non ci sono stati incidenti, è la prima volta che a Spa non succede nulla all’Eau Rouge. Spa mi anche detto: “Jarno, hai fatto diventare l’Eau Rouge una curva noiosa”. Il nostro lavoro è renderla una bella curva, fatta bene, poi i piloti devono dare il massimo. Se queste macchine, all’interno di una curva costruita bene, non perdono più il controllo...

Non ci sono stati incidenti ma qualcuno si è lamentato che, con la ghiaia inserita in uscita di curva 1 alla Source, quando le macchine escono ne portano una gran quantità in pista (è successo soprattutto in Formula 2 e 3). Come si risolve questo problema?

Non li farai mai contenti tutti. A Zandvoort, comunque, stiamo sperimentando una nuova soluzione. Tu ti ricordi che l’anno scorso c’era la curva 11 che aveva dato lo stesso problema. Alla 10-11-12 abbiamo fatto questa cosa qua (Mi mostra la foto pubblicata qui sotto, un nastro di ciottoli bicolore). Con questa soluzione la ghiaia c’è lo stesso, ma l’abbiamo trattata con della resina epossidica. Risultato: la ghiaia è sempre ghiaia, ma sta ferma lì, le gomme ci “piallano” sopra il nero ma il sasso sta fermo, e l’abbiamo fatto nei primi due metri, quindi se le macchine ci passano sopra non la portano più in pista.

Qui a Spa, tra l’altro, hanno anche cambiato il tipo di ciottoli perché quelli precedenti foravano i battistrada.

Sì, abbiamo fatto tante pressioni affinché cambiassero, tu non hai idea. Il punto è che quelli che c’erano prima erano lì perché in inverno le cave sono chiuse per troppa neve e hanno messo quelli che han trovato. Poi quando siamo entrati per fare i lavori abbiamo visto la situazione. Noi cerchiamo sempre di seguire tutti i dettagli, per alcune cose ci riusciamo, ma non riusciamo ad arrivare sempre dappertutto. Qui avevamo segnalato il problema, poi abbiamo sentito Pirelli dopo la 24 ore di Spa nella quale si era verificato, e abbiamo fatto pressioni sull’autodromo e sui contractor. Alla fine siamo riusciti a ottenerne almeno la sostituzione dei primi metri.


Pubblicato da Simone Valtieri, 31/08/2022
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