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KTM Duke 125


Avatar Redazionale , il 15/03/11

13 anni fa - In sella alla KTM 125 Duke, la prima naked 125

In sella alla prima 125 stradale di KTM. La Duke 125 non sbaglia il colpo e centra l’obbiettivo. Una vera KTM, nemmeno troppo in miniatura.

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A CACCIA DI GIOVANI Il mercato si deve allargare, e la “torta” rappresentata dai giovani è importantissima perché è qui che si deve coltivare il cliente del futuro. KTM questo lo sa bene, non a caso la sua EXC125 enduro è da sempre la best seller del marchio di Mattighofen (nel 2010 venticinquesima moto più venduta in assoluto in Italia). Fino ad oggi, quindi, chi voleva “farsi il Kappa”, come dicono i giovani, aveva poche alternative. O la specialistica EXC 125 o… la specialistica EXC.

LA PRIMA DA STRADA Per questo il progetto della KTM Duke 125 è importantissimo per la Casa di Mattighofen; con questa moto il marchio KTM riesce ad attirare le attenzioni anche di chi fino a oggi non lo avrebbe mai preso in considerazione. Le carte in regola per fare bene la KTM Duke 125 le ha tutte, il marchio poi è “pesante”, molto riconoscibile tra i giovani che legano le moto arancioni alle innumerevoli vittorie nell’off road. In fondo si tratta di un ritorno alle origini, perché la prima KTM in assoluto nel 1953 fu proprio una 125 stradale.

IL PRODOTTO CONVINCE Ma è soprattutto il prodotto a essere convincente, perché la Duke 125 porta in dote, a un prezzo di assoluto interesse (3.900 € franco concessionario) una qualità e una dotazione difficilmente riscontrabili in prodotti analoghi o anche più costosi. La domanda ora sorge spontanea: come mai una naked e non una motard o una Enduro 4T?

COME LA VOLETE? Con moto così, KTM avrebbe avuto probabilmente vita più facile (arriveranno sicuramente in futuro…) ma la Duke 125 è qualcosa di differente, qualcosa che è nato dopo sei mesi di interviste con adolescenti di mezza Europa, che hanno chiaramente delineato la strada da seguire per questo progetto del tutto nuovo. Le risposte sono state chiare. Vogliamo moto da grandi non da bambini, una moto vera, la moto deve essere personalizzabile, la componentistica di buon livello (pare che i ragazzi intervistati fossero più esperti di quel che si pensi) e soprattutto deve costare poco.

VOGLIONO LA NAKED Il risultato è la Duke 125, una vera KTM, nemmeno troppo in miniatura, costata 3 anni di sviluppo, unica nel suo segmento (di naked 125 non ce ne sono, a parte qualche tentativo infruttuoso di Derbi e Aprilia con la GPR e la Tuono). La Duke 125 riesce quindi a distinguersi e a trasmettere sportività senza essere per forza una motard o una carenata (i due generi che vanno per la maggiore), ed è fatta davvero molto bene. In KTM hanno preso molto sul serio questo progetto: la Duke ha un motore completamente nuovo, progettato da zero per offrire le prestazioni ideali con 15 cv.

MOTORE AL TOP È raffinato questo monocilindrico bialbero in testa. Al punto che pesca un po’ di tecnologia anche dagli avanzatissimi motori delle cross: basti pensare alla distribuzione con corti bilancieri a dito, soluzione direttamente derivata dalla Formula 1, analoga a quella che troviamo sulla SX-350F di Cairoli, o sulla RC8, tanto per fare degli esempi, e poi l’iniezione Bosch o lo scarico sotto il motore, brevettato (richiamo alla 690 Duke), sono altri punti di forza di questo motore.

INDIAN PREMIUM La moto è assemblata in India, presso gli stabilimenti della Bajaj, ma tutta la progettazione e lo sviluppo sono stati fatti in Austria e si vede. A parte qualche particolare (come i due bulloni davanti al serbatoio, un po’ bruttini..) il livello di finitura è notevole e le prove di qualità del prodotto arrivano un po’ da tutte le parti, dalla ciclistica innanzitutto dove le sospensioni sono griffate WP, la forcella ha steli addirittura da 43 mm, il monoammortizzatore è regolabile, la pinza anteriore è radiale a 4 pistoncini (Bybre, che è il marchio dei prodotti Brembo nei paesi asiatici).

CHE CRUSCOTTO! Oppure arrivano dalla strumentazione, che pare quella della RC8 miniaturizzata e offre una quantità di informazioni degne di una GT, compreso il consumo, istantaneo e medio, la marcia inserita, il livello carburante, il tempo di guida ecc. Una strumentazione che vorrei tanto vedere, ad esempio sulla SMT…

COLPO D’OCCHIO E poi ci sono le pedane in alluminio forgiato (quelle posteriori asportabili non le hanno nemmeno le enduro 800, tanto per fare un esempio), il forcellone identico nella fattura (ma con misure ovviamente differenti) rispetto a quello della 690, pneumatici di misura “vera” (110-70- 150/60) e plastiche ben fatte. Insomma, la richiesta di avere una moto “vera” e non un giocattolo che KTM ha ricevuto dai ragazzi pare essere stata esaudita in pieno, così come quella della personalizzazione.

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PUOI FARLA “TUA” Tra sticker, parti speciali e luci a LED c’è, infatti, da credere che sarà difficile trovare in giro una Duke uguale all’altra. Però non cercate preparazioni per il motore, KTM solitamente specializzata nel realizzare infiniti kit power parts per le sue moto per la Duke non ne farà, sta dalla parte della legge in tutto e per tutto. E se questo potrà scontentare forse qualche ragazzino “furbetto”, che ama truccare la moto, tranquillizzerà invece il genitore (che poi è quello che spende i soldi) che potrà contare sul fatto che la moto resterà originale. Se volete provarla sappiate che ci sarà almeno una Duke 125 disponibile per ogni concessionario KTM in Italia.

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COME VA Non inizierò con il solito discorso da matusa: “ah se l’avessi avuta ai miei tempi una moto così”, perché ai miei tempi avevo molto di peggio e mi divertivo come un matto lo stesso. E oggi non occorre essere un ragazzino per divertirsi con una moto come la Duke. Alla presentazione che si è tenuta nella classe di un noto istituto tecnico milanese, più che dei ripetenti sembravamo i nonni degli alunni: uno con la pancetta, uno senza capelli, l’altro (il peggiore) vestito da giovane ma con i capelli bianchi. Quando siamo stati in sella, però, lo spirito “coglione” dell’adolescente si è riappropriato di noi. Stoppies, sgommate con il freno posteriore, garette all’ultimo sangue ad ogni semaforo, mancava la cartolina nei raggi e avevamo completato tutto il repertorio.

MOTO VERA La Duke ha assecondato lo spirito casinaro dei presenti mostrando doti non comuni per la categoria. Volevano una moto vera i ragazzi? L’hanno avuta, la Duke ha dimensioni importanti, perfette per le stazze oversize dei sedicenni dei giorni nostri, non è molto più piccola di una 690 Duke, ma al tempo stesso è snella e con una sella che consente anche a chi non è un gigante di poggiare bene i piedi a terra. È matura ma non intimorisce, quindi, perfetta per il primo approccio con cambio e frizione.

AL LIMITE CON GRINTA Il monocilindrico KTM rientra al limite nella legge dei 15 cavalli, e si dà da fare per soddisfare la voglia di sportività di chi la Duke la guida. Gira bene, prende i giri volentieri e allunga fino agli 11.000 giri con grinta e con un sound allo scarico molto gratificante. La potenza è quella, inutile girarci intorno, ma la Duke piace per come la eroga. La curva di coppia è consistente anche ai medi, per cui non occorre tirare il collo a tutte le marce per andar via spediti, come accade su qualche concorrente. In alto (oltre gli 8.000 più o meno c’è anche un cambio di carattere che dona al mono KTM un temperamento sportivo) il limitatore a 11.000 giri indicati (agli alti regimi arriva anche qualche vibrazione) smorza le velleità, ma quello che si percepisce è che questo motore potrebbe fare molto, ma molto di più se non fosse “blindato” dalla legge..

NON SOFFRE IL SECONDO Dovendo realizzare anche il video (sarà on line tra qualche giorno) ho scorrazzato per un po’ anche con l’operatore sul sellino posteriore e la piacevole sorpresa è che la Duke non soffre nemmeno il passeggero. Anche in due a 5-6000 giri, aprendo il gas la ripresa c’è, il motore non affoga, e non obbliga a scalare. I rapporti sono ben spaziati tra loro, solo la sesta sembra un filo lunga e fa “cadere” parecchio i giri, ma in ogni caso il motore la “tira” senza problemi e quello che ho potuto rilevare è che i 110 km/h (veri rilevati da GPS) si raggiungono sia da solo sia in coppia; il motore quindi convince sotto tutti i punti di vista e da rilevare sul libretto nero c’è stato solo qualche spegnimento al minimo quando però si giocava un po’ troppo con il gas… Se poi volete vedere cosa si riesce a fare con soli 15 cv guardate le foto nella gallery, in cui lo Stuntman (anzi sarebbe meglio chiamarlo stunt boy) sloveno Rok Bagoros, compie qualche evoluzione…

CICLISTICA OK Ma è la ciclistica a dimostrare di essere davvero matura. A bordo della Duke 125 non si ricevono sensazioni molto differenti da quelle che si ricevono guidando una Duke 690 ad esempio. Certo le sospensioni sono meno evolute, il monoammortizzatore mi è sembrato un po’ sfrenato, ma la forcella mi è piaciuta molto per come trasmette feeling al pilota. La moto è agile, leggera, mai nervosa e soprattutto dà molta fiducia e ha una ciclistica divertente, con una luce a terra degna di nota. Una vera KTM insomma, con cui sarebbe bello organizzare un trofeo dedicato ai giovanissimi, da disputarsi nei kartordomi perché il potenziale c’è tutto.

BYBRE(MBO) TUTTO OK Anche la frenata è da moto vera, la Bybre non avrà la griffe di mamma Brembo, e non arriverà alla potenza di un impianto da GP, ma non delude, anche se occorre una certa forza sulla leva (non regolabile) per “staccare” decisi. Questione più di pastiglie che di impianto, che mi è sembrato in forma. In questo caso va detto anche che l’efficienza degli impianti frenanti delle 125 sportive degli Anni 90 era ancora migliore, ma erano anche altri tempi, e altri costi…. E anche le gomme, realizzate dalla indiana MRF su specifiche KTM, che a bocce ferme mi avevano fatto storcere un po’ il naso, si sono invece dimostrate più che valide a livello di grip e di profili. 

PROMOSSA A GIUGNO Alla fine, il progetto Duke 125 convince, la naked KTM si piazza nella fascia bassa dei prezzi ma ha una qualità da premium e un design che colpisce lo sguardo. La base è solida, molto solida tanto che una moto così con un motore più grosso (350 ad esempio, come si sono lasciati sfuggire a mezza bocca in KTM) potrebbe interessare anche a chi la scuola l’ha finita da un pezzo..


Pubblicato da Stefano Cordara, 15/03/2011
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