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L'approfondimento

Tre ingredienti per un successo: ecco come ha fatto Hamilton a vincere in Bahrain


Avatar di Salvo Sardina , il 29/03/21

3 anni fa - Strategia, track limit e un'ingenuità... Gli ingredienti del successo di Re Lewis

F1,come ha fatto Hamilton a vincere il Gp Bahrain 2021?

Strategia Mercedes, track limit in curva-4 e una piccola ma decisiva ingenuità: ecco le tre ragioni che hanno permesso a Re Lewis di trionfare ancora una volta
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TRE INGREDIENTI PER UN SUCCESSO La Formula 1 torna in pista dopo la pausa invernale regalandoci subito una gara appassionante e spettacolare, combattuta fino all’ultimo giro e stavolta non soltanto per le posizioni di rincalzo ma anche per la vittoria. E mentre oggi, comprensibilmente, non si parla d’altro che del sorpasso decisivo di Verstappen a Hamilton – con tanto di “giallo track limit” poi risolto con la scelta di restituire la leadership al britannico della Mercedes – il rischio è di perdere d’occhio le vere ragioni che hanno consentito a Lewis di portare a casa un successo sofferto, sudato e pesantissimo in ottica classifica, perché ottenuto con una macchina (per una volta) inferiore rispetto a quella del rivale. Nell’approfondimento di MotorBox, le tre ragioni che hanno permesso a Hamilton di vincere il Gp Bahrain 2021, la corsa numero 96 della carriera.

Mercedes, una strategia… disperata, che ha funzionato alla perfezione

Già dai primi giri, è subito chiaro come Max Verstappen, a parità di gomme Medium, abbia una marcia in più rispetto alle due Mercedes di Hamilton e Bottas. L’olandese di casa Red Bull si lamenta per qualcosa di non perfettamente funzionante sul posteriore della sua RB16B, ma questo non gli impedisce di prendere il largo. La risultante è che Lewis non è mai in grado di attaccarsi agli scarichi del rivale né di aprire con profitto il Drs mentre Max accumula un gap che al giro 13 è di 1.9 secondi su Hamilton e addirittura 6.6 su Bottas. Un distacco consistente, di solito sufficiente per respingere ogni tentativo di undercut, ma non in questo caso: a far capire che anticipare il cambio gomme avrebbe fornito un vantaggio importante è Alonso, che rientra al pit al giro 11 e fa segnare subito parziali molto veloci – al giro 13 Fernando vola nel primo settore, rifilando tre decimi al leader Verstappen – convincendo la Mercedes a puntare sull’undercut. Scelta azzeccata, perché già dai tempi di Lewis nel primo e secondo settore della tornata successiva, è chiaro che Verstappen avrebbe perso la prima posizione fermandosi per coprire l’attacco del rivale inglese. Max dunque continua ancora per quattro giri, rientrando in pista con gomme Medium (Hamilton ha invece le Hard) e ben sette secondi da recuperare al nuovo leader. Verstappen però, forte di una macchina complessivamente più performante e soprattutto di nuovo treno di Pirelli “gialle”, inizia a volare e, chilometro dopo chilometro, si riporta sugli scarichi della Mercedes del sette volte iridato. È a questo punto che si presenta un altro dilemma per il muretto di Brackley: fermarsi per un altro pit-stop ed evitare l’eventuale undercut di Verstappen o proseguire rischiando il sorpasso in pista? La scelta ricade sulla prima delle due opzioni, con Lewis richiamato per il secondo cambio gomme (altro treno di Hard) nel corso del giro 28. E, cioè, esattamente a metà gara, con la necessità di percorrere altri 28 passaggi con le Pirelli “bianche” con cui prima aveva completato solo 15 giri. È qui che Hamilton sale in cattedra, girando su tempi molto competitivi pur gestendo con grande attenzione le gomme: così, dopo un 1:34.365 a pneumatici appena montati, Lewis si mantiene come un martello sul passo del 34 medio, che riuscirà a mantenere fino al traguardo (1:34.706 al penultimo giro).

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Il sorpasso irregolare: Max Verstappen e il giallo dei track limit “fantasma” in curva-4

Chiaro come uno dei momenti chiave della gara sia stato il sorpasso completato da Max Verstappen a tre giri dalla fine, sfruttando tutta la pista (e qualcosina di più) all’esterno di curva-4. La manovra dell’olandese è una spettacolare dimostrazione di forza, ma è – purtroppo, a termini di codice sportivo – irregolare. E se nella nostra consueta Var del lunedì abbiamo già affrontato gli aspetti regolamentari della manovra di Max, in questa sede è impossibile nascondere come siano stati proprio quei centimetri al di là della linea bianca che delimita la pista ad aver permesso a Hamilton di portare a casa il successo numero 96 della carriera. Certo è che, se il sorpasso si fosse completato regolarmente all’interno dei track limit, il forte pilota olandese sarebbe salito sul gradino più alto del podio. Sbaglia, invece, chi ritiene che Max avrebbe dovuto chiudere la radio e portare la macchina al traguardo senza ascoltare l’invito del muretto (e della Direzione gara) di cedere la posizione a Hamilton: la penalità era pressoché sicura e, se non avesse restituito la leadership, la Red Bull numero 33 non avrebbe avuto neppure altri due giri per tentare un sorpasso regolare. I tifosi del ventitreenne avranno legittimamente l’amaro in bocca per come sono andate le cose, ma certo non sarebbe stato granché meglio festeggiare una vittoria, per poi veder retrocesso Max a tavolino due ore dopo la bandiera a scacchi e la cerimonia del podio.

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L’errorino di Verstappen: una piccola ingenuità costata cara

Ok, ma come mai Verstappen, che al giro 54 sembrava averne molto di più di Hamilton, non è poi più riuscito ad affondare un altro assalto decisivo alla prima posizione del campione inglese? La risposta sta nell’ingenuità commessa dal talentuoso pilota Red Bull Racing, stavolta forse un po’ poco lucido negli ultimissimi giri di gara. Dopo aver ricevuto la comunicazione via radio dal proprio ingegnere di pista, Max cede immediatamente la posizione, spostandosi fuori traiettoria dopo curva-10. Una manovra corretta ma che ha probabilmente impedito al 33 di rifarsi sotto: Verstappen, in questo caso molto meno smaliziato del solito, è infatti andato a raccogliere sporco, sabbia e i tanti marble (i pezzettini di gomma che inevitabilmente volano fuori dalla linea ideale con il passaggio delle macchine) che si erano accumulati in quel punto nel corso della gara. Un pilota più esperto avrebbe forse costretto Hamilton a passare fuori traiettoria o si sarebbe spostato al ridosso della staccata della successiva curva-11, giocoforza un po’ più pulita perché zona naturale di sorpasso. Muoversi fuori linea in un punto dove probabilmente nessuno è più passato dopo la bagarre del primo giro è stata un’ingenuità che ha sporcato le gomme facendo perdere prestazione alla Red Bull che fino a quel momento sembrava impossibile da tenere dietro. Anche per un supercampione come Hamilton.

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Pubblicato da Salvo Sardina, 29/03/2021
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