Ve la ricordate la Felicity Ace? Era quella nave cargo che prese fuoco e affondò nell’Atlantico, nel febbraio del 2022, al largo delle Azzorre, portandosi dietro un carico da brividi: quattromila auto del gruppo Volkswagen.
Il naufragio della Felicity Ace e le Lamborghini Aventador Ultimae perdute
A bordo c’era di tutto. Audi, Porsche, Bentley, e – soprattutto – Lamborghini. Ma il colpo più duro per Sant’Agata arrivò con la notizia che tra le vittime dell’incendio c’erano anche 15 Aventador LP 780-4 Ultimae, le ultimissime prodotte prima della fine della serie.
Un disastro non solo simbolico, ma anche pratico: quelle vetture erano destinate ai clienti americani, già pronti a riceverle come “l’ultima V12 pura” del Toro.

La fine (e la rinascita) dell’Aventador
L’Aventador, in produzione dal 2011, era arrivata al capolinea proprio con la versione Ultimae, un canto del cigno per il suo V12 da 6.5 litri, 780 cavalli e 355 km/h di punta. Un mostro da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi, offerto in versione coupé e roadster, con prezzo base oltre i 450.000 dollari.
Quando la Felicity Ace scomparve tra le onde, sembrava che anche le ultime Aventador fossero destinate a rimanere un ricordo. Ma in Lamborghini non sono tipi da arrendersi a una tempesta.

La rinascita delle Aventador Ultimae
Il CEO Stephan Winkelmann, poco dopo l’incidente, annunciò una decisione senza precedenti: ricostruire da zero tutte le vetture perse. Non solo le Aventador, ma anche alcune Huracán e Urus finite in mare.
La linea di produzione, ormai ferme per far spazio alla nuova era ibrida, venne riattivata. Materiali ordinati, operai richiamati, turni riorganizzati. E la promessa mantenuta: ogni cliente avrebbe ricevuto la propria vettura, identica all’originale.
A settembre 2022, l’ultima Aventador (uno dei modelli più significativi della storia Lamborghini) è uscita di nuovo dallo stabilimento di Sant’Agata. Questa volta, per arrivare a destinazione e non... colare a picco nel tentativo.

Quando il mare inghiotte le supercar: la storia si ripete
Storie come quella della Felicity Ace ricordano quanto fragile possa essere la catena che lega passione, ingegneria e destino. Non è nemmeno un caso isolato.
Nel 2019 era toccato a una nave Grimaldi Lines portare in fondo al mare un carico di preziose auto, tra cui 1.000 Porsche 911 GT2 RS. All’inizio del 2025, poi, un’altra nave è affondata con ulteriori 3.000 veicoli a bordo, questa volta al largo dell’Alaska.
Ogni volta, oltre ai danni economici, resta un pensiero amaro. Le ore di lavoro, la cura dei tecnici, l’attesa dei clienti — tutto cancellato in un istante. E poi c’è la parte meno visibile ma altrettanto seria: l’impatto ambientale di un'intera nave e migliaia di auto sul fondo dell’oceano.
Un finale da tragedia moderna. Ma almeno, nel caso Lamborghini, con lieto fine: perché le ultime Ultimae, oggi, sono finalmente dove dovevano essere — nei garage dei loro legittimi proprietari.




