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Prova speciale

Yamaha Super Ténéré Marocco - Day 3


Avatar Redazionale , il 09/02/11

13 anni fa - Terzo giorno in Marocco con la Super Ténéré, nuovi scenari, lo stesso grande fascino.

Terzo giorno in Marocco con la Super Ténéré, nuovi scenari, lo stesso grande fascino.

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SIAMO ALLA FINE Il raid in Marocco volge al termine e siamo sulla via del ritorno, ma prima c’è ancora tempo per un ulteriore cambio di scenario. Nella valle del Draa, il fiume che nasce nell’alto Altante, la vita scorre rigogliosa. Dove c’è l’acqua c’è la gente, e dove c’è la gente ci sono villaggi, uno dietro l’altro, tutti costruiti sulle rive del fiume. Dovremmo fare tutto asfalto ma la voglia di polvere è ancora tanta e qui non ci vuol tanto a trovarla, perché di fianco alla strada asfaltata ce n’è sempre una sterrata, basta cercarla. E noi la cerchiamo e ci buttiamo nei palmeti che nascono sulle rive del fiume. Dagli spazi immensi del deserto siamo a quelli angusti (e molto polverosi) delle strade che corrono accanto al fiume.

AMA GLI SPAZI Come tutte le maxi enduro, la Super Ténéré, che tanto gode quando ha spazio libero per lanciarsi, negli spazi stretti soffre un po’, ha le sue inerzie e i suoi tempi, inutile pensare di farla girare “sul paletto” perché non ci sta. Quando si è in un percorso stretto, quindi, meglio prendersela comoda e guardarsi il panorama piuttosto che fare i brillantoni. Di polvere ne mangiamo ancora tanta comunque, tra case di fango e palme ci avviciniamo a Ourzazate guidando in un contesto di una bellezza a tratti drammatica. L’ultimo tratto è ancora di asfalto, c’è qualche “drittone” (che percorriamo a velocità autostradali e cui la Ténéré protregge per me alla grande) e c’è ancora da scalare il passo di 1700 metri che abbiamo già valicato l’altro ieri. Ormai abbiamo preso la mano anche con le Karoo che, quando il tassello si abbassa e si arrotonda un po’, iniziano a muoversi meno e diventano anche valide gomme stradali.

SU ASFALTO Ovvio, non si deve esagerare, la moto va sempre guidata comunque in modo fluido e morbido, senza troppa aggressività, ma anche sulle curve del passo ci si riesce a divertire, con il traction control (che qui, lo ricordo è di serie) che tiene a bada il posteriore e se tenuto sul livello 2 consente anche qualche divertente derapata controllata.  Tra l’altro, la forcella che ieri avevamo irrigidito per la sabbia rende la moto più gradevole e “svelta” anche se, ovviamente, copia un po’ meno le piccole imperfezioni. Il mono invece, che ieri era stato allentato completamente nel precarico, lo abbiamo irrigidito di nuovo, pur se meno rispetto all’assetto standard, trovando un miglior compromesso tra comfort e guidabilità.

PROVA SUPERATA Alla fine la Yamaha supera ogni scetticismo, è davvero una moto universale, capace di portarti in ufficio, di farti viaggiare alla grande, e di farti attraversare l’Africa. E in questo viaggio ha dimostrato una robustezza a prova di bomba. La conta dei danni alla fine si limita a qualche fianchetto, un manubrio storto, un paramano crepato, una pedana spezzata. Molto poco, considerando le angherie a cui l’abbiamo sottoposta.

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RIENTRO ALLA BASE Asfalto liscio, un minimo di traffico, strade addirittura illuminate, un paio di semafori. Ouarzazate ci accoglie con una dose di “civiltà” a cui dopo due giorni di villaggi di fango non siamo quasi più abituati a frequentare (comunque lontanissima dal caos inquinato delle nostre città). E’ l’epilogo del viaggio, il problema è che quando inizi a viaggiare in questi posti e con queste moto vorresti sempre allungare la strada, deviare in quella piccola stradina, vedere il panorama dall’alto di quella collina. Ogni bivio una scusa per allungare il giro. A prescindere dalla marca o dal modello, se avete una maxi enduro il consiglio che vi posso dare è di provare a fare un viaggio del genere. E' davvero meno difficile di quel che si pensi e quando lo avete fatto vi prende la malattia dell'Africa. Assicurato.

SENZA SOSTA Quanto a me, quando sono con questo stato d’animo io non mi fermerei più e mi verrebbe voglia di tornare in Italia in moto. Invece domattina ore 5 ci tocca l’aereo. Ma già ci stiamo organizzando con Alessandro Beltrame, la nostra guida, per tornare da queste parti, c’è un’oasi sacra a 100 km da M’Hamid che dicono sia uno spettacolo…

PS
Ringrazio tutto lo Staff di Tom42 (http://www.tom42.it/) agenzia gestita dal grande Toni Merendino specializzata in viaggi in moto che ci ha organizzato questo Raid e ci ha assistito durante il viaggio.


Pubblicato da Stefano Cordara, 09/02/2011
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