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Ducati Monster 1200 R: guarda il video


Avatar di Andrea  Rapelli , il 15/10/15

8 anni fa - La naked Ducati più potente di sempre

160 cv per 180 kg a secco: la Monster 1200 R diverte anche in pista

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CHE RICETTA Un serbatoio, una sella, due ruote. E il telaio a traliccio. Quando uscì, nel 1993, la Monster era pura essenza di moto. Oggi, con la Ducati Monster 1200 R, si aggiunge alla ricetta anche un bel po' di cattiveria. Un paio di dati su tutto: 160 cv e 180 kg (a secco), per la naked più potente mai uscita dagli stabilimenti di Borgo Panigale.

GASSATA Basta guardarla, anche con aria distratta, per capire che la Ducati Monster 1200 R è ben diversa dalla S e dalle altre Monster lisce. Solo il serbatoio non è cambiato: il codino ha una nuova sovrastruttura, è più alto e scopre lascivamente la Pirelli Diablo Supercorsa SP da 200 posteriore. Le pedane pilota e passeggero sono separate, oltre che ricavate dal pieno. Forse, la parte meno riuscita esteticamente è il cupolino, che non s'integra proprio alla perfezione con il resto del muso.

STRAPPALACRIME La R è questione di dettagli, di particolari che ammiri quando la moto è ferma. E sul cavalletto, credetemi, questa Monster si fa proprio guardare, con quei cerchi Marchesini che definirei strappalacrime e quel giro dei collettori di scarico così tornito e tondo – ma anche necessario per rispettare l'Euro 4. Difficile trovare un particolare fuori posto, anche nella zona del motore.

TESTASTRETTA Già, il cuore: si tratta del Testastretta DS 11° portato a 160 cv (a 9.250 giri) grazie a tutta una serie di interventi. Fra i tanti, corpo farfallato da 56 mm, impianto di scarico con tubi da 58 mm di diametro e una più bassa guarnizione dei cilindri, che ha fatto crescere il rapporto di compressione da 12,5:1 a 13:1. Il limitatore cala la mannaia a 10.500 giri mentre a quota 7.750 giri avrete tutta la coppia disponibile (13,4 kgm). Con il plus di tagliandi non da moto da cross: bisogna passare in officina ogni 15.000 km o dodici mesi.

MENO PESO Se le quote di avancorsa, angolo cannotto e interasse non cambiano rispetto al resto della gamma (89 mm, 24°,3 e 1.509 mm), la Ducati Monster 1200 R si alza però di 15 mm sia davanti sia dietro (la sella è a 830 mm da terra), per aumentare l'angolo di piega fino a 50°. Parallelamente, il nuovo codino, i cerchi e le pedane in alluminio hanno permesso di limare 2 kg, per un totale di 180 kg a secco e 207 in ordine di marcia.

ÖHLINS E BREMBO Splendida la forcella – strano vederla nera – con steli da da 48 mm di diametro, trattati al TiN. Come il mono, è anche lei pluriregolabile e, quindi, ritagliabile sulle proprie esigenze. Oltre a tutto ciò, gli specialisti di Öhlins hanno fornito anche l'ammortizzatore di sterzo, pure lui regolabile. L'impianto frenante Brembo, invece, è uguale a quello della Monster 1200 S: pinze radiali monoblocco che agiscono su dischi da 330 mm davanti, singolo da 245 mm dietro. L'ABS by Bosch, di serie, è regolabile su tre livelli d'intervento e si può disinserire.

CHIP&CHIP Il capitolo “aiuti elettronici” prevede, di serie, il Ducati Safety Pack, con ABS e controllo di trazione DTC. Quest'ultimo è regolabile su 8 livelli, dal più basso al più alto. Scegliendo poi fra i tre Riding Mode (Urban, Touring e Sport) si modifica, oltre all'intervento del DTC, anche la risposta dell'acceleratore drive by wire e il controllo del sollevamento del posteriore in frenata. Il tutto si può fare anche a moto in movimento: solo i settaggi di ABS e DTC si possono smanettare a moto ferma e al minimo.

HOW MUCH? In concessionaria da gennaio, la Ducati Monster 1200 R parte da una base di 18.490 euro (in Rosso Ducati) per arrivare fino a 18.690 euro in Thrilling Black, inaspettatamente elegante visto dal vivo. Ricca, poi, la gamma degli accessori, che vanno dagli scarichi by Termignoni a parti speciali in carbonio e alluminio come parafanghi, serbatoi liquidi freno e frizione... Un mondo, insomma.

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CASCO AGV CORSA Piccolo e con una calzata estremamente precisa (ma anche confortevole), l'AGV Corsa è l'anello di congiunzione fra un casco da strada e uno da pista. La calotta in fibra tricomposita (carbonio-vetro-aramidica) offre robustezza e leggerezza, per 1.350 g totali. Anche dopo svariati giri, infatti, il collo non si affatica. Merito, anche, della buona aerodinamica, con spoiler posteriore. Piuttosto silenzioso, vanta anche un'ottima chiusura della visiera e una buona aerazione. Occhio: la presa d'aria sul mento si libera con una levetta dall'interno della mentoniera, non facile da trovare in movimento.

TUTA DAINESE RACING P. ESTIVA Una tuta elegante, questa Dainese. Con una pelle morbida che si adatta bene al corpo e rimane sempre molto aderente. Nonostante l'abbia usata per la prima volta, non ho accusato problemi particolari: solo un leggero fastidio nella zona delle ginocchia. Qualità, tipologia di pelle, cuciture e chiusure zip sono di livello molto alto.

GUANTI DAINESE DRUIDS ST Sicuri, grazie alle protezioni in fibra  di carbonio su nocche, dorso e giunture delle dita, sono anche piuttosto comodi e danno un pizzico di stile - che non guasta. Anche per loro, primo utilizzo: le mie mani non hanno accusato il colpo, nemmeno dopo una giornata di pista. 

STIVALI TCX R-S2 EVO Una vecchia conoscenza, questi TCX calzano come guanti, grazie alla scarpetta interna con chiusura separata. Il piede - meglio se con pianta larga - è ben fermo e stabile e gode della sensibilità giusta per agire su cambio (o freno). Inoltre, le protezioni in titanio davanti alle dita donano un bel tocco racing.

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DEBUTTO PISTAIOLO Per il debutto in società della Monster 1200 R gli uomini Ducati hanno scelto una pista: e che pista! Si chiama Ascari Race Resort e chi l'ha disegnata doveva avere un pistone al posto del cuore. Paraboliche, curve strette, veloci, in contropendenza, in discesa... Un ottovolante da batticuore, insomma. Il briefing è finito, si salta in sella.

BEN INSERITO La posizione di guida mi piace: è vero, le ginocchia devono piegarsi molto per far sì che i piedi si sistemino bene sulle pedane ma, dal canto suo, il manubrio, molto largo, è lì dove mi aspetto di trovarlo. Sulla Ducati Monster 1200 R mi sento ben inserito ma anche libero di spostarmi a piacimento in sella. La strumentazione con schermo TFT è uno spettacolo e ricorda quella delle moto da corsa: peccato solo che ci voglia un certo periodo di apprendistato per capire esattamente a quanto giri il motore, perché il contagiri non è dei più leggibili.

GRAN CUORE Il Testastretta 11°, sulla R, è davvero un gioiello: allunga con gran gusto fino a quota 10.000 giri o giù di lì ma si dimostra anche piuttosto rotondo e, soprattutto, vanta un comando del gas ride-by-wire dolce e trattabile, che non mette in difficoltà nemmeno nella più spinta mappa Sport. Non c'è praticamente traccia di effetto on-off e nemmeno di vibrazioni, almeno quando si rimane sopra quota 3.000 giri. Il sound? Cupo come si conviene ad un bicilindrico Ducati al minimo, perde qualche ottava (e un po' di carattere) in velocità.

GRATTA E VINCI E' una moto più agile che stabile, la Ducati Monster 1200 R: nello stretto si butta in piega con una velocità (e una facilità) disarmanti e, se siete in vena, potete riuscire a grattare il grattabile, come cavalletto, pedana e perfino la parte bassa dei collettori di scarico. Ciò nonostante, sul veloce l'avantreno rimane piuttosto rigoroso e preciso, richiedendo poche correzioni al manubrio (a quelle più importanti ci pensa l'ammortizzatore di sterzo).

MOOD TONDO Entrare (relativamente) piano per uscire veloci: potrebbe essere questa la massima da tenere a mente prima di ogni vigorosa staccata. L'impianto frenante by Brembo ha potenza e resistenza alla fatica eccellenti ma la Monster 1200 R non è portata per gli ingressi in curva da... MotoGP, con i freni ancora molto pinzati. Lei, la naked Ducati più potente di sempre chiede di essere guidata senza troppe spigolature, in modo equilibrato e rotondo, disegnando le traiettorie al compasso. Così, entrare nel mood è ancora più facile. E divertente, anche per merito di un'elettronica ben calibrata, che interviene poco e, quando lo fa, agisce sempre cum grano salis.

CAMBIA CHE TI PASSA A dirla tutta, difetti veri della Ducati Monster 1200 R non ne ho trovati. Inutile intenderla e guidarla come una sportiva pura ma d'altronde lei non vuole neppure esserlo. Gradisce la pista, certo, ma predilige la strada. In ogni caso, un cambio più preciso e meno lungo non avrebbe guastato, così come un bel quickshifter, per cambiare marcia con il pensiero – e senza frizione (in bagno d'olio).

VOGLIO LA STRADA Dopo quattro turni in pista sono proprio curioso di capire come si comporta la Ducati Monster 1200 R nel suo habitat naturale, la strada. Secondo me, la super naked bolognese ha tutte le carte in regola per stamparvi un bel sorriso in faccia nel misto stretto, per esempio, di un bel passo alpino (o appenninico). Gli ingredienti ci sono tutti: un motore bello pieno lungo tutto l'arco d'erogazione, una ciclistica agile, una posizione di guida che non affatica. Ne riparleremo molto presto, garantito.

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CASCO AGV CORSA Piccolo e con una calzata estremamente precisa (ma anche confortevole), l'AGV Corsa è l'anello di congiunzione fra un casco da strada e uno da pista. La calotta in fibra tricomposita (carbonio-vetro-aramidica) offre robustezza e leggerezza, per 1.350 g totali. Anche dopo svariati giri, infatti, il collo non si affatica. Merito, anche, della buona aerodinamica, con spoiler posteriore. Piuttosto silenzioso, vanta anche un'ottima chiusura della visiera e una buona aerazione. Occhio: la presa d'aria sul mento si libera con una levetta dall'interno della mentoniera, non facile da trovare in movimento.

TUTA DAINESE RACING P. ESTIVA Una tuta elegante, questa Dainese. Con una pelle morbida che si adatta bene al corpo e rimane sempre molto aderente. Nonostante l'abbia usata per la prima volta, non ho accusato problemi particolari: solo un leggero fastidio nella zona delle ginocchia. Qualità, tipologia di pelle, cuciture e chiusure zip sono di livello molto alto.

GUANTI DAINESE DRUIDS ST Sicuri, grazie alle protezioni in fibra  di carbonio su nocche, dorso e giunture delle dita, sono anche piuttosto comodi e danno un pizzico di stile - che non guasta. Anche per loro, primo utilizzo: le mie mani non hanno accusato il colpo, nemmeno dopo una giornata di pista. 

STIVALI TCX R-S2 EVO Una vecchia conoscenza, questi TCX calzano come guanti, grazie alla scarpetta interna con chiusura separata. Il piede - meglio se con pianta larga - è ben fermo e stabile e gode della sensibilità giusta per agire su cambio (o freno). Inoltre, le protezioni in titanio davanti alle dita donano un bel tocco racing.


Pubblicato da Andrea Rapelli, 15/10/2015
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