TUTTA MOTORE Serbatoio, fianchetti, sella, ma anche le ruote, la forcella e tutto il resto, sembrano semplici accessori “attaccati” al bestione a due cilindri di quasi 1.400 cc (1.380 la cilindrata esatta): la Moto Guzzi Audace è tutta motore. Mi piacciono le due torri che spostano il serbatoio per farsi largo verso l’alto, sembra quasi che il bicilindrico si prenda a forza lo spazio che gli serve, a discapito del serbatoio (da 20,5 litri., di cui 5 di riserva), scavato sui fianchi in modo unico. Se “Il design è una promessa” come dice Robert Robb - uno dei più noti designer di moto di questo secolo - il look dell’Audace promette bene.
MATITE D’AUTORE Un altro mostro sacro del motorcycle design, Miguel Galluzzi, ha definito lo stile di questa Guzzi cattivissima, lavorando parecchio sui dettagli. Le linee della Moto Guzzi Audace sono nate sui computer e tavoli da disegno del PADC, Piaggio Group Advanced Design Center, situato a Pasadena, California, un punto d’osservazione privilegiato per le nuove tendenze del design. La contaminazione yankee è arrivata fin sulla punta della matita di Miguel, che ha reinterpretato alcuni elementi della Kustom Kulture statunitense, filtrandoli e amalgamandoli con stilemi tipici della scuola italiana. Il risultato è questo bestione tutto muscoli, un toro da prendere per il drag-bar, il manubrio dritto e stretto che è montato sull’Audace.
IN QUESTO SERVIZIO
Casco HJC FG-70s
Giubbotto Rev'It! Roamer
Guanti Rev'It! Fly
Pantaloni MottoWear Gallante Blue
Stivali Stylmartin Legend
PER APPARIRE… La sella è comoda, bassa e ben sagomata, mi ritrovo disteso sull’Audace, con le mani protese verso le manopole e gli stivali sulle pedane leggermente avanzate. Detta così, sembra che stia descrivendo una posa da fachiro, e in effetti non è il massimo della comodità, ma stiamo parlando di una moto in cui il look conta parecchio e la postura in sella all’Audace, in fondo, è proprio una figata. Prima di partire con le obiezioni, alzi la mano chi non si specchia nelle vetrine dei negozi guidando la moto… A me piace molto, ma sono gusti personali. Giusto per chiudere il discorso dei famosi designer, questo tipo di seduta abbinato a un drag bar piccolo e lontano dal piano sella, è stato per la prima volta utilizzato dal compianto Carlo Talamo su una propria H-D special e, visto che la soluzione adottata da Carlo aveva il suo perché, l’Harley mise in produzione la Night Train, un caso più unico che raro nella storia del brand.
MUSCOLI ED ELEGANZA Ma torniamo sulla sella molto italiana dell’Audace, rifinita con sfiziose impunture rosse. La porzione posteriore, asportabile per un look ancora più da duri, è uno strapuntino o poco più: se avete una compagna/o che viaggia solitamente con voi, tenetene conto. Il motore ha quote caratteristiche di 104 x 81,2 mm (alesaggio x corsa), 8 valvole, due candele per cilindro e raffreddamento ad aria e olio con un grosso radiatore dotato di elettroventola (anche questa soluzione è piuttosto ricercata). L’olio infatti non è un gran conduttore di calore, ma un buon insonorizzante: anche grazie a questa soluzione la moto è omologata Euro4. La frizione è monodisco a secco e gestisce i 121 Nm a 3.000 giri, e i 71 kW (96 CV) a 6.500 giri dl twin.
GRANDE E GROSSA Lunghezza, altezza, peso 2.445-1.180 mm e 299 kg dichiarati rispettivamente, descrivono una “motona”. Il motore è connesso alla ruota posteriore tramite un cardano a doppio giunto e coppia conica fissa. Il cerchio posteriore da 16’’ è abbinato a un anteriore da 18’’: tutte le altre quote della ciclistica sono uguali a quelle della cruiser Eldorado: 32° l’inclinazione dello sterzo, 145 mm l’avancorsa e 1.695 mm l’interasse. Evidentemente i “telaisti” hanno recuperato la variazione delle quote indotta dalla ruota da 18’’ (in luogo della 16’’ dell’Eldorado), lavorando su altezze e posizionamento delle sospensioni. La forcella non è regolabile, ma ben tarata mentre gli ammortizzatori posteriori offrono la possibilità di variare il precarico della molla e il ritorno idraulico. Pinze ad attacco radiale all’anteriore e dischi da 320 mm made by Brembo sono una garanzia, soprattutto se abbinati all’ABS d serie e ai pneumatici Dunlop D251, dal buon grip e maneggevolezza nonostante il colossale 200/60-R16 posteriore, abbinato a un 130/70-R18 anteriore.
ELETTRONICA NASCOSTA Per la gestione elettronica del motore la Guzzi ha attinto all’esperienza di Aprilia, e infatti ritroviamo il controllo di trazione, tre mappe motore (Pioggia, Turismo e Veloce) e cruise control basati sul sistema ride-by-wire, messo a punto a Noale in collaborazione col fornitore Magneti Marelli. Il ride-by-wire è azionabile tramite i classici comandi elettrici montati sulle Aprilia, frutto di un’economia di scala intelligente.