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Prova su strada

Moto Guzzi Eldorado


Avatar Redazionale , il 27/05/15

8 anni fa - Moto Guzzi Eldorado, la cruiser all’italiana, bella da guardare e da guidare

Elegante, curata e con un cuore grande e generoso. La Moto Guzzi Eldorado è la cruiser all’italiana bella da guardare, ma soprattutto da guidare. Il prezzo è di 18.990 euro f.c.

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ITALIAN STYLE Cerchi a raggi, sellone, cromature e verniciatura accurata, la Moto Guzzi Eldorado sfoggia cura dei dettagli e soluzioni stilistiche d’altri tempi, come il parafango posteriore allungato su cui si staglia il fanalino a gemma. Poi, la guardo meglio e mi accorgo del gruppo ottico anteriore, tecnologico, con superfice riflettente complessa, faro poliellisoidale e luci diurne a LED. L’apparente contrapposizione  prosegue osservando il motore, il classico V trasversale di 90°, le cui grosse testate rubano spazio addirittura ai fianchi del serbatoio.

COMPLIMENTI PER LA TRASMISSIONE Il cardano si allunga verso la coppia conica posteriore fissa, posta al centro di un cerchio che risplende della luce riflessa dai raggi cromati. Però, sul manubrio, trovo i pulsanti dei blocchetti elettrici che mi portano in un menu tipico delle ultime applicazioni informatiche e scopro di poter regolare l’erogazione della coppia motrice, il traction control e scegliere tra tre diverse modalità di guida, Rain Turismo e Veloce.

POLTRONISSIMA Mi siedo sulla poltrona (definirla sella è riduttivo) posta a soli 740 mm da terra (con la possibilità della sell… pardon, poltrona, opzionale alta 720 mm), impugno il manubrio a corna di bue, apprezzo il comfort delle pedane allungate “all’americana”, tutti tratti tipici di una cruiser made in USA. In effetti il nome “Eldorado” era quello della 850 progettata proprio per il mercato americano, più di 40 anni fa...

ROBA GROSSA Il motore è quello che equipaggia le Guzzi della serie “California”: 1.380 cc, bicilindrico a camme in testa con comando a catena e quattro valvole per cilindro, dotato di testate a doppia candela, utilizzate per rendere il più efficiente possibile la combustione con alesaggi così grandi, 104 mm il diametro dei pistoni, 81,2 mm la loro corsa. Dato che le bielle sono montate sullo stesso perno dell’albero motore, il cilindro sinistro è in posizione più avanzata del destro. Il contatto con le ginocchia del pilota è però reso il più confortevole possibile, grazie ai corpi farfallati (da 52 mm con comando ride-by-wire e farfalla motorizzate), che occupano davvero poco spazio. Il raffreddamento di questo monumento d’alluminio e acciaio è affidato all’aria ma anche all’olio, che passa in un grande radiatore dotato di ventola e termostato.

BUONO E CATTIVO L’olio è un cattivo conduttore di calore ma anche un ottimo isolante dal rumore, il che contribuisce alla quasi sorprendente silenziosità di funzionamento di questo twin. Come da tradizione, è alloggiato in un telaio in tubi d’acciaio a doppia culla chiusa, che assicura rigidità e precisione dinamiche unite al comfort di guida. Il sistema di fissaggio con biellette e tamponi in gomma assicura il totale isolamento dalle vibrazioni. Il cambio a sei marce, la trasmissione primaria a denti elicoidali e la finale a cardano con doppio giunto omocinetico completano la meccanica e si fanno sentire, in viaggio, grazie al loro piacevole sibilo d’ingranaggi in rotazione.

SU MISURA Tornando a parlare di tecnologia, la nuova Eldorado propone a richiesta la Moto Guzzi Multimedia Platform, che permette di connettere la moto allo smartphone e, tramite quest'ultimo, alla rete. In pratica, grazie a un'App gratuita, il telefono si può trasformare in una sorta di computer di bordo, capace anche di registrare i dati di viaggio e di svolgere molte altre funzioni. Al di là della MG-MP, il menù degli optional e degli accessori si dimostra molto articolato e comprende oltre 50 articoli per personalizzare la moto, come leve, manopole e specchi in alluminio, manubrio touring, luci supplementari, diversi tipi di parabrezza, manopole riscaldate e borse varie, laterali, da serbatoio o da manubrio. Attingendo a piene mani dal catalogo accessori, si rischia di fare salire molto il conto, mentre chiunque risusca a resistere alla loro tentazione, si prepari a pagare un prezzo di 18.990 euro f.c.. E ora vediamo come se la cava su strada questa Guzzi.

IN QUESTO SERVIZIO
Casco HJC FG-70s

Giubbotto Rev'It! Roamer
Guanti Rev'It! Fly
Pantaloni MottoWear Gallante Blue
Stivali Stylmartin Legend 

IL RISVEGLIO DEI GEMELLI La moto più che accendersi, si risveglia, con uno scossone che mi piace molto e inizia il pum-pum-pum del twin da 1.380 cc a scoppi regolari. La coppia di rovesciamento smuove i 300 e passa kg della moto a ogni accelerata, sento il suono della distribuzione che gira proprio di fianco alle mie ginocchia e immagino quel che succede nelle camere di scoppio ad alta efficienza, il su-e-giù delle valvole ticchettanti, il lavorìo delle molle che le richiamano in sede. Cla-clac, dentro la prima, la frizione non è per “fighetti”, ma vi farà crescere il muscolo tra pollice e indice dopo un po’ di km.

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IL BELLO DEL SECCO Chi conosce le Guzzi lo sa, ma chi è abituato alle frizioni multidisco in bagno d’olio (quelle montate da quasi tutte le moto moderne per capirci), potrebbe restare sorpreso dall’attacco rapido anche se esente da strappi, della frizione monodisco a secco della Eldorado: la Guzzona “capisce” che sto partendo e... parte senza troppe cerimonie e modulazioni della leva, tanto i 120 Nm a 2.750 giri (i kW sono 71 a 6.500 giri) smuoverebbero anche un trattore, figuriamoci una moto, anche se il peso dell’Eldorado tocca i 314 kg in ordine di marcia.

OCCHIO AI GIRI Non so se avete fatto caso al regime di giri dichiarato per la coppia massima (che comunque resta quasi costante fino ai 6.000 giri circa), che descrive la spinta muscolosa e maschia della Eldorado a regimi bassissimi, tanto che mi diverto a vedere fino a che punto può arrivare una meccanica dall’architettura ultraquarantennale unita a una cubatura da automobile e all’elettronica di ultimo grido: il motore che non “ratta” a 47 km/h anche nella lunghissima sesta, a gas spalancato, dovrebbe rendervi l’idea dell’elasticità di questo bestione.

IL RAMO A MEZZOGIORNO La presentazione dell’Eldorado è stata organizzata sulle strade del Lago di Lecco (quello di Como è lo stesso, ma oltre il versante segnato da Bellagio), curve strette, salite e discese, la carreggiata che si allarga dove la tecnologia è riuscita a vincere sulla montagna e che bruscamente si restringe dove la roccia si protende sopra il manto stradale. Qui non si può correre troppo, ma il percorso è assolutamente magnifico se si è in sella a una moto di questo tipo, che non è certo l’inno alla velocità. Con una sportiva mi sentirei frustrato su queste strade, con l’Eldorado me le godo, gustandomi le “pistonate” mentre riaccelero uscendo dalle svolte, e portando con grazia i suoi trecento chili, serpeggiando sulla riva del Lario, con un occhio alla strada e un altro alle acque calme in cui il picco del San Martino, una roccia che tra qualche era geologica cadrà sopra Lecco, si rispecchia, disegnando il paesaggio romantico e malinconico tipico del Lago di Lecco.

BEL POSTO Poche volte una location di una presentazione ha rispecchiato in modo così aderente lo spirito e la dinamica stessa della moto, oggetto del lancio stampa. L’Eldorado è sicuramente nata su queste sponde. Una volta in movimento mi sento seduto su una tonnellata di acciaio in movimento, sento il motore vivo che ricambia con una spinta dolce ma possente e che rispetto, senza “tirare il collo” alle marce, tanto non serve, meglio sfruttare la coppia motrice, poderosa fin da regimi poco superiori al minimo.

IL BELLO DELLA MECCANICA Sono così preso a gustarmi la guida “meccanica” che quasi mi scordo l’elettronica: le mappe motore a disposizione sono tre, “Rain”, in cui la coppia motrice viene ridotta parecchio per l’uso su fondi viscidi, “Turismo” e “Veloce”, che in realtà sono piuttosto simili agli effetti della guida rilassata che l’Eldorado predilige: i nomi delle mappe spiegano già le variazioni della risposta del motore, più aggressivo, si fa per dire, nella selezione “Veloce”. La coppia motrice erogata a vagonate è gustosa quando si guida su un fondo asciutto e regolare, ma può diventare un problema se invece il grip diminuisce bruscamente: pensi di essere sottocoppia, apri il gas e la moto “parte” dietro… invece no, perché l’Eldorado è dotata di un efficiente sistema di controllo della trazione, direttamente derivato nelle sue componenti essenziali dalla migliore produzione sportiva dei “cugini” di Aprilia. L’ABS è di rigore su una moto così, ma se gli pneumatici Dunlop American Elite con banda bianca son strabelli da vedere, non posso tessere le lodi alla loro aderenza, dato che il sistema antibloccaggio mi sorprende per la frequenza con cui interviene, proprio a causa del grip non eccelso delle gomme. Quasi di rigore utilizzare entrambi i freni, sia per mantenere l’assetto il più neutro possibile, sia per garantire spazi di arresto contenuti.

BELLA STORIA Il modello Eldorado originario è stato progettato dall’ing. Carcano quasi mezzo secolo fa per il mercato americano: questa Eldorado è nata negli Anni 2000, da cui eredita potenza, sicurezza e guidabilità, ma mantenendo stile ed eleganza senza scimmiottare vecchi paradigmi di design. Si tratta di una gran bella moto, nel complesso agile ed efficiente che, se siete avversi alle “modernerie” estreme che spesso prevaricano il gusto della guida, vi ripagherà dei soldi spesi con il suo sapore artigianale: senza però i problemi che caratterizzavano le moto di tanto tempo fa… 

IN QUESTO SERVIZIO
Casco HJC FG-70s

Giubbotto Rev'It! Roamer
Guanti Rev'It! Fly
Pantaloni MottoWear Gallante Blue
Stivali Stylmartin Legend  


Pubblicato da Riccardo Capacchione, 27/05/2015
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