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Test ride

Ducati Scrambler Classic


Avatar di Andrea  Rapelli , il 14/10/15

8 anni fa - Con la Scrambler Classic nella vita quotidiana

Una medicina anti-noia, la Scrambler. E con un bel caratterino

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DUCATI-BLUES La Ducati Scrambler Classic è un po' come il Blues: si esprime in soli tre accordi, ma dentro quelle note c'è tutto. In questa Ducati, che affonda le radici in un'epoca ormai lontana, ci sono spensieratezza e semplicità. Ma anche - confesso che non me l'aspettavo - un pizzico di cattiveria.

ROTONDA La conoscenza con la Scrambler ha il sound rotondo e gustoso di un pezzo di B.B. King. La sella vintage in pelle marrone, l'Orange Sunshine del serbatoio e i cerchi a raggi rendono la Classic una fra le Scrambler più eleganti – se non la più elegante – per farsi ammirare nei quartieri più “in” della città, davanti al locale giusto per l'aperitivo. Caricando, intanto, lo smartphone, grazie alla presa Usb nel sottosella. La prova struscio, insomma, è superata a pieni voti.

MANUBRIO A V Una volta in sella, la prima cosa che salta all'occhio è il manubrio a V, storico richiamo alla Scrambler che fu. Se vi piace guidare in avanti, con le braccia un filo tese, ok. Altrimenti, il rischio è che vi sentiate un po' scomodi, almeno sulle prime. Fortunatamente, la frizione non è un macigno e la leva del freno si può regolare. Sella (a 790 o 770 mm da terra, a scelta) e pedane non creano particolari problemi: la Scrambler si guida facilmente anche da chi non ha la statura di un cestista.

SCRAMBLER IN THE CITY La guardi, nella sua completa essenzialità, e pensi: la città è il suo regno. E invece, nei primi metri, tocca mettere in discussione la tesi. Perché la Scrambler Classic, ai bassi regimi, soffre di qualche vibrazione e di un comando del gas nervoso, che sembra ritrasmettere al bicilindrico, amplificandolo, qualsiasi vostro minimo input. Risultato: sulle prime si soffre un po', complice la gagliarda spinta dei 75 cv del Desmodue (derivato dal cuore della Monster 896). Poi, una volta presa la mano, questione di metri, s'impara a schizzar via al verde come un sasso lanciato da una fionda. E a frenare senza patemi, grazie a pinza radiale Brembo e ABS di serie. C'è poi il discorso sospensioni, non proprio gentili sui tombini – soprattutto il mono Kayaba, regolabile nel precarico, che si fa sentire senza troppi complimenti sul fondoschiena.

DAL BLUES AL ROCK Appena le dai spazio libero, fuori dalle mura cittadine, la Scrambler tira fuori un bel caratterino, tipo riff di chitarra di Jimi Hendrix. E' - un po' a sorpresa - quel tipo di moto che preferisce essere guidata con un certo piglio, piuttosto che in totale relax. Così, si scopre un'erogazione del bicilindrico da 803 cc piena e corposa dai 3.000 ai circa 6.000 giri. Le sospensioni decisamente composte, con una taratura che predilige le strade lisce come tavoli da biliardo, si sposano bene con l'indole birichina della Scrambler. Che scende in piega agile e svelta ma, al contempo, riesce a rimanere piuttosto stabile e rigorosa sui tratti veloci. Accompagnata da due Pirelli MT 60 RS (18” davanti, 17” dietro) che sanno interpretare bene le intenzioni del pilota, anche quando piove. Per 192 kg (in ordine di marcia) di acciaio, alluminio e gomma che fanno quasi divertire.

ANTI-NOIA A quel punto, l'unico limite diventa la protezione dall'aria, praticamente assente: fino ai 100-110 km/h tutto ok, poi si comincia a soffrire. Aspetti meno riusciti di questa Ducati un po' Blues un po' Rock? La ricerca difficoltosa della folle, il calore emanato dal collettore di scarico destro nelle giornate più calde e la strumentazione, con il contagiri poco leggibile. Roba da poco, se inquadrate la Scrambler Classic come medicina anti-noia (anche) per le vostre domeniche, da somministrare pure in coppia, con la vostra lei (la sella è grande abbastanza). Il tutto per 10.150 euro, franco concessionario. 

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CASCO HJC FG-70s
Un jet con calotta in Kevlar e fibra dal look decisamente vintage, che calza comodo e si chiude con un cinturino a sgancio rapido. Non manca il visierino fumé per riparare dal sole. Il tessuto interno è antibatterico e sia i guanciali sia la parte superiore dell'imbottitura si possono rimuovere e lavare. Ottimo rapporto qualità - prezzo (169,90 euro).

GIACCA IXON MECHANICS Un bel "chiodo" in morbida pelle, che puoi mettere con nonchalance anche all'aperitivo serale (pure senza moto al seguito). Grazie all'interno imbottito staccabile i climi meno miti non fan paura, il generale inverno un po' sì. Certo, non è un capo tecnico tecnico: la regolazione di polsi, collo e vita è piuttosto sommaria. Ma le protezioni ci son tutte, dai gomiti al paraschiena e, in velocità, difficilmente svolazza. Ecco, non chiedetegli di essere anche impermeabile...

GUANTI HEVIK DAKOTA Comodi e stilosi, gli Hevik Dakota hanno inserti in denim elasticizzato che vanno dal polso alle dita, passando per le nocche - protette da appositi “gusci” in policarbonato. Dove serve, il denim lascia spazio alla pelle, che rende più pratica la calzata e la regolazione del polsino (con linguetta di chiusura a velcro) e fa respirare le mani (sono guanti estivi). Il palmo, infine, si difende dall’asfalto con un’apposita imbottitura di rinforzo. 

JEANS MOTTOWEAR CITY X Comodi anche da indossare tutti i giorni, hanno un tessuto morbido e protezioni non troppo invasive, che tendono però a muoversi un po' intorno al ginocchio. Inoltre, non sacrificano il lookBuona anche la qualità di cuciture e cotone (rinforzato).

SCARPE TCX X-STREET Fanno parte della linea Urban ma queste scarpe si possono usare senza patemi anche per gite più lunghe. Modaiole ed eleganti, hanno una tomaia in pelle pieno fiore trattata stile vintage e rinforzi su punta, tallone e malleoli. Non bastasse, sono anche impermeabili. Occhio che vestono larghe: può anche andar bene un numero in meno rispetto al solito. Le taglie vanno dalla 36 alla 48 e c'è anche la versione lady.


Pubblicato da Andrea Rapelli, 14/10/2015
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