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Test Drive

Yamaha FZ1 Fazer


Avatar di Mario Cornicchia , il 10/07/06

17 anni fa - Anima sportiva a prova di città

La seminuda Yamaha FZ1 Fazer messa alla prova nell'utilizzo quotidiano. Un pacchetto vincente praticamente in ogni situazione per il quale si vorrebbe un po' di protezione in più.

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DUE IN PIÙ Sulle moto devo ammetterlo, sono un po' talebano. Se sulle auto non mi bastano mai e otto è il numero perfetto, sulle moto per me due sono già troppi, e parlo di cilindri. Anche perché con due ruote mi muovo soprattutto in città e l'agilità dei mono e dei bicilindrici è impagabile per rendersi facile la vita tra semaforo e semaforo. La Yamaha Fazer 1000, in teoria, ha due clandestini a bordo, un paio di cilindri che sulla carta non vorrei trovarmi tra i piedi, letteralmente. Sono un poco scettico prima di saltare in sella, anche se l'oggetto ha il suo bel sex appeal.

BELLA CODA La coda è la parte migliore, ben proporzionata (meglio di quella più corta della FZ1, anche se nello stile è parente stretta), mentre la faccia è più scontata ma comunque piacevole. Il telaio con la finitura blu, come quella della MT-01, è una bella perla e la qualità di tutti i dettagli è in grado di appagare chi spende 10.609 € per acquistare la Fazer 1000.

BEN STUDIATA Tutti i dettagli sono studiati da buone matite, come la forma dello scarico, un barilotto bello a vedersi e piazzato dove non dà fastidio a nessuno, né ai piedi, né alle borse, né alla temperatura dei glutei del passeggero. Trovo perfetta la posizione di guida, non troppo sdraiata né troppo diritta, con il manubrio dalla giusta inclinazione e larghezza. Vivaddio...

VOCE DA TENORE Contatto, gli aghi degli strumenti finiscono il loro balletto e start. Il barilotto suona bene, un gran bene e il rombo da sportiva è utile anche nel traffico, per far sentire la propria presenza agli automobilisti distratti.

VUOTO? NON TROPPO Mi aspettavo il vuoto cosmico fino a 4.000 giri e invece il quattro cilindri non sarà un trattore che strappa le braccia ma è inspegnibile, ha un buon rapporto con la frizione e subito offre tutta l'energia che serve per scattare al semaforo e per muoversi facilmente nel traffico senza pensare troppo al cambio (che, peraltro, è a prova d'errore e di mocassino).

DOPPIA ANIMA Certo, la sua vera anima, quella dell'R1 da cui è stato estirpato e adattato al turismo esce dopo i 6-7000 giri dove i cavalli arrivano come una fucilata, ma nella fascia di giri da passeggio veloce non le manca nulla. Qualche mille bicilindrica è un poco più esuberante ai bassi regimi, ma nemmeno così tanto, in compenso non è così esuberante come la Fazer 1000 invece quando si apre tutta la manetta.

FACILE Posizione di guida e telaio, poi, rendono facile ogni curva e istintivo cercare la posizione migliore col corpo per affrontarla. Ogni piega diventa un vero piacere, con un rapporto diretto testa-ruota, facendo esattamente quello che si aveva in mente di fare. Freni potenti e dosabili con il bilancino, poi, chiudono il quadro di una motina (è un mille, ma è compatta e passa dappertutto) che offre un buon piacere di guida.

PIÙ PROTEZIONE Dove invece la Fazer 1000 mi ha deluso profondamente è la protezione aerodinamica, che davo per scontato visto il suo cupolozzo abbondante e ben profilato. Alcune nude sono più confortevoli in velocità e la Fazer 1000 diventa stancante anche in un Milano-Parma. Un parabrezzino più alto migliorerebbe certamente il comfort nei viaggi autostradali.


Pubblicato da M.A. Corniche, 10/07/2006
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