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Prova

Aprilia Tuono Factory


Avatar Redazionale , il 27/09/06

17 anni fa - Supersportiva con manubrio alto

Tiratura limitata, sospensioni super e prestazioni da superbike per la nuda più sportiva sul mercato. Aprilia rispolvera la dicitura Factory anche per la sua nuda e la Tuono diventa davvero esagerata. L'abbiamo provata su un percorso molto molto particolare.

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Video: in sella alla Tuono
(il video è stato girato su
strada chiusa al traffico)




COM'È
C'è qualcuno a cui non bastano le già eccellenti prestazioni della Tuono? Se davvero ci fosse, Aprilia ha pensato anche a lui, presentando una versione ancora più spinta della sua Street Fighter. La Factory riprende i concetti delle "vecchie" Tuono Racing

(quelle che hanno dominato tutte le gare per naked) e riporta sulla nuda tutto quello che di buono c'è sulla omonima RSV 1000 '06, motore compreso.

V2 DA CORSA Il V2 di 60° Euro 3 che equipaggia la Tuono Factory è, infatti, lo stesso montato sull'ultima versione della sportiva. Anche per lui valvole e condotti di scarico maggiorati portano la potenza a sfiorare i 140 cv, esattamente siamo a 139, ma fanno crescere anche la coppia massima, che arriva ad un regime inferiore (10,9 kgm a 8.500 giri, invece di 10,4 a 8750). La differenza con la RSV '06 è dovuta sostanzialmente ai cornetti d'aspirazione differenti che qui si allungano a cercare maggiore coppia e tiro ai medi regimi. Oltretutto c'è stato un ulteriore lavoro di affinamento dell'elettronica che avrebbe smussato gli spigoli del V60.


IL MEGLIO DEL MEGLIO
Perfino inutile dire che la componentistica è al top. Come tutte le Factory di casa Aprilia, anche la Tuono si spreca in materiali pregiati e in elementi tecnici di primo piano. Da qualsiasi lato la si guardi la nuova naked di Noale manda in sollucchero gli amanti dei pezzi speciali. Il motore ha carter in magnesio, i parafanghi, il puntale e gli spoiler applicati al telaio sono in carbonio, e nel pregiato tessuto nero sono realizzate anche le due piccole protezioni dei serbatoi dell'olio dei freni e della frizione.

GAMBE SVEDESI Naturalmente le sospensioni non potevano che essere marchiate Ohlins, visto che la Tuono propone lo stesso pacchetto già vincente sulla RSV. Una forcella da 43 mm trattata al TIN e con piedino forgiato e un ammortizzatore con piggy back, ovviamente entrambi regolabili in ogni dove, formano la connessione tra il telaio e i cerchi forgiati OZ a formare un insieme estremamente leggero (-2,5 kg rispetto alla Tuono R), calando drasticamente le masse non sospese.


SUPERLEGGERA
In tutto la dieta (ruote + carbonio) ha portato la Tuono afermare la bilancia sui 181 kg a secco, ovvero ad essere una delle naked più leggere in assoluto sul mercato.

GOMME RACING Per i freni confermato in toto l'impianto della Tuono R con pinze radiali a quattro pastiglie ma pompa assiale con leva regolabile su 4 posizioni. Completano la dotazione le gomme, di serie arrivano i Pirelli Supercorsa in mescola stradale, con il posteriore volutamente limitato nella sezione al 180/55 per offrire il massimo della maneggevolezza. Naturalmente, come tutte le Aprilia sportive, anche la Tuono Factory ha la tripla omologazione offrendo ampia possibilità di scelta all'utente che, volendo, oltre alla misura standard potrà montare anche il 190/50 o il 190/55.

COLORI FORTI Per lei Aprilia ha scelto una colorazione choc, ancora più forte di quella già adottata per la tuono R che al confronto della Factory fa la figura della smortina. Unica colorazione disponibile quella che vedete in foto, base bianca con fregi e sella rossi, cerchi anodizzati azzurri (una firma di Aprilia), telaio oro e l'immancabile leone a ruggire sul serbatoio. Il prezzo è di 13.990 € franco concessionario, e per il momento ne saranno prodotte 300 unità.


COME VA
Cosa dire di buono che ancora non è stato detto su questa moto? Niente. La Tuono potrà piacere o non piacere, ma certo sulla sua efficacia su strada e in pista nessuno può discutere. E la Factory non fa che enfatizzare ulteriormente la bontà della ciclistica di questa moto. Ancora una volta Aprilia ha dato il meglio di sé, e anche per la presentazione la fantasia non è mancata, così abbiamo potuto vivere un'esperienza nuova.

IN SALITA Per farcela provare al meglio è stato addirittura attrezzato alla perfezione il percorso della Levico-Vetriolo, una gara in salita inserita fino a due anni fa nel calendario del campionato italiano di specialità. Un budello di 7 chilometri chiuso al traffico, con asfalto perfettamente pulito, con tanto di balle di paglia, commissari sul percorso, e segnalatori. Mancavano giusto i cronometristi, per fortuna. Dunque, su un percorso dove la Tuono si esprime ai suoi massimi livelli c'era solo da fidarsi a dare gas... Sembra facile eh? Provate voi.

VINCE L'ISTINTO Più che altro, provate a buttarvi dentro in una curva cieca stando magari tutti a sinistra. Sapete benissimo che la strada è sgombra, non scende nessuno, ma la mente, l'istinto di sopravvivenza (almeno il mio) non ne vuole sapere e finisce che state sempre a destra. Mi ci sono voluti almeno un paio di turni per allentare la tensione, e iniziare a fidarmi un minimo aumentando il ritmo a livelli dignitosi.


E la prova non fa che confermarmi come chi fa queste gare cercando di limare il decimo di secondo forse è ancora più svitato di uno che corre le gare di endurance di notte e con la pioggia. Non a caso il record del percorso lungo della Levico-Vetriolo appartiene tutt'ora ad Ivo Arnoldi, mio compagno di squadra nel mondiale. L'avremo forse scelto a caso?

ASSETTO PERFETTO Tensione per il percorso a parte, la Tuono Factory è semplicemente grandiosa. L'assetto standard (più morbido che rigido) è già perfetto per una strada come questa, e la naked Aprilia sfoggia qualità ciclistiche eccezionali. Le Öhlins si fanno sempre apprezzare per la loro favolosa scorrevolezza: "partono" alla minima sollecitazione, scorrono che è un piacere, copiano alla perfezione il manto stradale tenendo incollati i Pirelli Supercorsa all'asfalto in ogni situazione (ma occhio, se l'asfalto è freddo, meglio non fidarsi troppo).


RAPIDISSIMA
Il connubio ruote leggere/gomma da 180 regala alla Tuono un'agilità straripante, che sulle prime può anche spiazzare chi non la conosce bene. Più che altro all'inizio la posizione seduta dà l'impressione di sentire poco la ruota anteriore, una sensazione, più che altro. Ma se proprio vi pare che l'avantreno sia troppo leggero sappiate che la cosa è ovviabile facilmente con una chiave da 10 mm, ruotando leggermente il manubrio all'indietro (e quindi contemporaneamente più in basso). In questo modo si finisce per avere un assetto di guida più raccolto, spostando maggiormente il peso sull'avantreno e si acquista una sensibilità notevolmente aumentata sulla ruota anteriore, cosa che rende la Tuono ancora più efficace.

LA PIÙ CORTA Detto questo, la reattività della moto è incredibile: basta pensare di piegare e "paf", sei già li dove volevi essere. Il manubrione offre un braccio di leva esagerato demoltiplicando la forza necessaria per muovere la moto. Non va dimenticato che, a dispetto delle dimensioni che paiono magari più generose di altre naked, la Tuono ha pur semprel'interasse più compatto della categoria (condiviso con la Brutale 910), solo 1410 mm.


UN RITMO INFERNALE
Così tra le curve ti trovi a volteggiare senza nemmeno avere bisogno di muoverti troppo sulla sella (che ho trovato un pelo scivolosa),godendo non solo di una reattività incredibile ma anche di una gran bella precisione di guida, doti che non è comune coniugare sulle moto con manubrio largo. Ci vuol poco a prendere un ritmo infernale, a mio parere insostenibile da qualsiasi sportiva, soprattutto perché tutta questa rapidità è accompagnata da un freni eccezionali e da una sensazione di controllo totale. Anche spalancando il gas fuori dai tornanti la Tuono non è mai nervosa, non sbacchetta anche quando la ruota anteriore perde il contatto con l'asfalto, e vi garantisco che succede spesso.

PIÙ POTENZA, MA NON SOLO Il motore fa la sua parte, devo dire che più che la potenza aumentata si nota il gran lavoro svolto sull'elettronica. Il V2 di ultima generazione gira pulitissimo, è più fluido e spinge con maggiore regolarità che in precedenza, mostrando una schiena consistente ai medi e confermando il solito cambio di carattere oltre i 7.000 giri, che sfocia in un allungo notevole. Gli interventi ai condotti e alla centralina hanno smussato parecchi spigoli e il bello è che la Tuono Factory, oltre ad andare più forte della R è anche più godibile e sfruttabile. Certo io cambierei un po' la rapportatura.


CAMBIO LUNGO
Il cambio derivato dalla RSV va benissimo per correre in pista, ma per questo genere di moto e per un utilizzo prettamente stradale la prima marcia resta fin troppo distesa. Ma, certo, siamo al pelo nell'uovo perché la Factory è davvero una gran moto, un'arma da divertimento assoluto su strada e in pista: come ho già detto l'estetica può piacere o non piacere (anche se in questa versione la tuono mi pare anche più bella) ma una volta in sella resisterle è quasi impossibile.


Pubblicato da Stefano Cordara, 27/09/2006
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