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Toyota Prius Plug-in


Avatar di Mario Cornicchia , il 22/09/10

14 anni fa - Primo passo verso il futuro elettrico con l'evoluzione della formula ibrida.

Primo passo verso il futuro elettrico con l'evoluzione della formula ibrida. La Toyota Prius Plug-in si attacca anche alla presa di corrente.

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COM'E' A prima vista la Prius e la Toyota Prius Plug-in sono praticamente gemelle. L'unica differenza è nel bocchettone di rifornimento che per la Prius più evoluta sono due: quello per la benzina, sul lato destro nella posizione convenzionale, e quello per fare il pieno di Ampere, tra il parafango e la porta anteriore sinistra. L'opzione Plug-in sta proprio qui: la Prius si ricarica anche direttamente collegata alla presa di casa.

PRIUS PLUS La base è la Prius di terza generazione, ora con una più spiccata propensione elettrica. Lo schema di base rimane invariato, con il motore a benzina 1.8 a ciclo Atkinson abbinato al motore elettrico, per 136 cv di potenza complessiva e 142 Nm di coppia massima. Ma i pacchi batteria diventano tre, passando dalla tecnologia nichel metalidrato agli ioni di litio. Si adegua alle nuove funzionalità e alle tre batterie anche il complesso inverter/converter e si aggiunge un modulo per la gestione della ricarica.

TRE SU TRE Tre batterie, con 345,5 V contro i 201,6, spostano l'asticella del modo EV, quello totalmente elettrico verso nuovi orizzonti. Se sulla Prius il modo EV può essere una scelta comandata da apposito pulsante, sulla Prius Plug-in il pulsante non c'è nemmeno e il modo elettrico è il modo di gestione primario. Perché l'autonomia delle 288 celle delle batterie consente circa 20 chilometri e una velocità massima di 100 km/h con la sola spinta elettrica. Le prestazioni bimotore non cambiano, con 180 km/h, 11,4 secondi per lo 0-100 km/h ma consumi ed emissioni si riducono ulteriormente, con 2,6 l/100km e 59 g/km di CO2 nel ciclo combinato.

PLUG IN La Prius Plug-in è come un grande apparecchio elettronico: si estrae l'alimentatore dal bagagliaio (simile a quello di un notebook) e si infila la spina nella presa di casa. Si carica con un 1kW, lasciando al solito contatore domestico banda anche per le altre faccende di casa. Un led si accende alla base del parabrezza e la carica si può seguire dal monitor al centro della plancia. Novanta minuti e le batterie sono cariche. Terminata la carica la Prius Plug-in si trasforma in una normale Prius, con i suoi cicli di carica e scarica della batteria principale.

ANELLO MANCANTE È l'anello mancante tra l'auto elettrica e l'auto ibrida, è l'auto elettrica che non genera ansie da prestazione: quando l'energia elettrica finisce entra in funzione il motore a benzina e a casa si arriva sempre. Il motore a benzina si avvia anche quando, pur con batterie cariche, si preme a fondo sull'acceleratore, o quando i servizi di bordo chiedono molta corrente 12V (e la normale batteria a 12V sistemata nel bagagliaio è caricata dalle batteria Li-Ion), oppure quando la pompa di calore non è sufficiente a riscaldare l'abitacolo.

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LA CARICA DEI 600 Per ora sono soltanto 600 le Prius Plug-in prodotte e verranno affidate ad aziende che le metteranno alla prova, 200 in Europa, prima di passare alla fase commerciale, prevista per il 2012. Per ora di prezzi non se ne parla.

COME VA Una normale Toyota Prius di terza generazione con un modo EV esteso a circa 20 km, quanto basta per le piccole faccende cittadine. Poi, si torna in garage o si trova qualsiasi presa di corrente e si mette in carica. Venti chilometri non sono molto ma spesso sono più che sufficienti per i brevi tour cittadini, spesa, ufficio, scuola, considerando che il 55% dei tragitti quotidiani non supera i 10km e l'80% non supera i 25km. E si torna a casa gratificati dal bosco virtuale che si crea sullo schermo della Prius, con il nuovo schema con alberi che aumentano in misura del contributo ecologico ottenuto con la riduzione di CO2.

UN DUBBIO Oltre al fascino di questa tecnologia e soprattutto il fascino di mostrare dove questa piattaforma potrà portare, fino a alle batterie alimentate da fuel cell, un dubbio sorge: un buon motore diesel moderno riesce a raggiungere piuttosto agilmente la soglia dei 20 km/h o poco meno, vale la pena di girare come un rabdomante alla ricerca di una sorgente di energia per percorre 20 km, magari anche 30 se siete campioni di piede piuma?

UNO SU TRE Perché il problema è che dei tre pacchi batteria, i due secondari vengono ricaricati soltanto se collegati alla presa di corrente. Quindi, finita la scorta domestica, la Prius Plug-in si comporta né più né meno come una Prius senza cordone ombelicale. La spiegazione tecnica è questa: è più efficiente ricaricare le batteria con l'energia di rete piuttosto che con il motore termico, che in questo ruolo ha una efficienza economica ed ecologia ridotta. Ok, siamo tutti d'accordo, il motore dell'auto ha una efficienza del 30% e quello di una centrale termoelettrica dell'80%, senza considerare fonti più pulite.

NO AGLI SPRECHI Ma viene da chiedersi perché non si può sfruttare l'energia sprecata, quella della decelerazione. È vero che, utilizzando una Prius, raramente si riesce a ricaricare completamente la batteria, stretta in un continuo gioco ben bilanciato tra carica e scarica, e quindi poco avanzerebbe per le due batterie ausiliarie. Ma almeno lasciateci il gioco e l'illusione dell'avverarsi di un sogno, quello della benzina che si riforma nel serbatoio. E poi, se affronto una lunga discesa magari di ritorno dai monti magari riuscirei a ripristinare la carica completa con un bel bonus di 20 chilometri.

SSSIBILO Anche perché la guida elettrica è molto piacevole. Il silenzio innanzitutto, con il motore elettrico che al massimo emette un sibilo (anche se pure il motore termico è molto silenzioso fino a quando non si imballa se si chiede il massimo). E poi la curva di coppia che è una retta, al massimo già a zero giri e costante fino all'ultimo giro. La Prius si muove come un cigno, scatta veloce da ferma e procede con una progressione costante e continua. È una piacevole sensazione di potenza a cui non si abbina il rombo con scarso piacere degli amanti dello scarico aperto.


Pubblicato da M. A. Corniche, 22/09/2010
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