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Prova

Suzuki Burgman 400 K7


Avatar Redazionale , il 13/04/06

18 anni fa - Nuovo motore e guida più divertente

Tanto spazio, ottimo comfort e bella guida per il nuovo Suzuki Burgman 400 K7. Molto atteso, il Burgman non delude affiancando alla solita grande ospitalità una guida molto più divertente e precisa che in passato.

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COM'È Se guardi la classifica di vendita lo trovi ancora lì, nei primi venti, e questo anche nei primi mesi del 2006, quando tutti ormai sapevano che sarebbe arrivata la nuova versione. Sono oltre 105.000 i Suzuki Burgman venduti in Europa (75.000 solo in Italia!!) fino ad oggi un vero successo commerciale che lo ha reso una delle pietre miliari tra gli scooter.

Il PRIMO OLTRE Un po' perché è stato il primo ad "osare" con la cilindrata nel 1998 oltrepassando gli allora canonici 250 cc per piazzare sotto le plastiche un monocilindrico da 384 cc. La gente ha apprezzato la mossa e la apprezza tutt'oggi, anche se era ormai evidente che il "Burghy" avesse bisogno di una svecchiata per rintuzzare gli attacchi di una concorrenza che ormai si è fatta decisamente aggressiva.

SOLO 400, PER ORA Le avvisaglie sono arrivate direttamente da Tokyo quando Suzuki presentò il nuovo Sky Wawe 250 che precedeva di poco la venuta in Europa del 400. Chi si aspetta però l'arrivo del duemmezzo si metta l'animo in pace, per ora. Suzuki non prevede grandi cambiamenti per il "piccolo", almeno per quest'anno. Il Suzuki Burgman 400 K7 invece è pronto per recitare un ruolo da protagonista, forte di un corposo restyling, di una tecnica completamente nuova e di un prezzo che non si discosta molto dal precedente: 6.190 € franco concessionario, che, guardacaso, è identico al concorrente diretto monocilindrico Yamaha Majesty. Suzuki comunque è sicura del fatto suo e a partire da maggio riempirà i concessionari con il nuovo 400, contando di venderne a regime 10.000 all'anno, una bella cifra che lo piazzerebbe tra i primi tre/quattro veicoli più venduti.

PIÙ SLANCIATO Il Burgman comunque ha delle ottime carte da giocare per riuscire nell'intento. Il restyling gli ha donato una linea moderna ed estremamente piacevole, con qualche richiamo all'ammiraglia 650. Dimensioni e quote sono restate sostanzialmente invariate (stesse lunghezza e larghezza, 5 mm in meno di interasse) rispetto al precedente, segno che l'abitabilità è rimasta ai massimi livelli.

MOTORE EVOLUTO Il grande lavoro dei tecnici è stato quindi svolto sul motore, che con quello precedente non ha assolutamente nulla a che spartire. La cilindrata adesso è piena (400 cc tondi, alesaggio e corsa 81x77,6 mm) e per il mono arrivano la distribuzione a quattro valvole con doppio albero a camme in testa e una nuova alimentazione ad iniezione elettronica con sistema a doppia farfalla, come sulle moto sportive della Casa. L'omologazione Euro 3 non ha impedito ai tecnici di ottenere un ottimo livello di potenza per la cilindrata (34 cv a 7.300 giri con una coppia di 36,3 Nm a 5.800 giri).

RUOTA GROSSA Anche la ciclistica cambia in modo piuttosto approfondito più che altro per ospitare il nuovo motore bialbero che ha ingombri differenti dal precedente. Cambia anche il diametro del cerchio anteriore, che passa da 13 a 14 pollici, e il pneumatico posteriore diventa un 150 dando al posteriore del Burgman un look più "consistente" del precedente smilzo 130. Modificate anche le tarature delle sospensioni, più "sostenute" e con il monoammortizzatore posteriore che continua ad essere uno dei pochissimi (l'altro è quello del Nexus) ad offrire il leveraggio progressivo.

DOPPIO DISCO All'avantreno raddoppiano anche i dischi (da 260 mm) mentre il posteriore da 210 mm adotta anche il tradizionale freno di stazionamento a leva piazzato dietro lo scudo. Abitabilità a mille, come tradizione per il Burgman (nei primi, lunghissimi, ci si stava anche in tre) che offre una sella a 710 mm da terra con uno schienalino regolabile su 5 posizioni per il pilota.

DUE CASCHI E ALTRO Sotto c'è spazio per 62 litri capaci di ingoiare almeno due caschi integrali, mentre dietro lo scudo ha altri tre cassettini (il più grande da 10 litri). Non mancano anche le classiche soluzioni Suzuki come la chiave con sistema SAIS e protezione magnetica del blocchetto di accensione. Il cruscotto è derivato da quello precedente con i quattro elementi analogici (contagiri, contakm, indicatore benzina e temperatura) corredati da un display a cristalli liquidi, multifunzione. Il colpo d'occhio è notevole. Tra gli optional lo schienalino, il parabrezza maggiorato e il navigatore satellitare.

COME VA Si viaggia una gran bene con il nuovo Suzuki Burgman 400 K7. Suzuki sapeva perfettamente che i tanti appassionati di questo scooter si aspettavano molto dalla nuova versione, e si è impegnata molto per non deluderli.

PIÙ SPORTIVO In effetti, si avverte un certo cambiamento di filosofia nel nuovo 400, perché pur tenendo come prioritaria l'attenzione al comfort ha alzato un po' il tiro della sportività. In sella si sta molto comodi ma meno spaparanzati di prima, con una distanza pedana/sella che mi pare aumentata di parecchio rispetto al precedente. La sensazione di qualità è ottima: belle plastiche ottimi assemblaggi, tutto al posto giusto: il Burgman anche da fermo fa la sua figura. In movimento poi più che una sorpresa è una piacevole conferma.

GUIDA ATTIVA Se il vecchio era il classico scooter poltrona questo consente anche quella guida attiva che fa la differenza tra l'essere semplicemente trasportati e il guidare un mezzo a due ruote. Il motore è silenzioso, esente da vibrazioni e mostra subito un buon temperamento con una buona rapidità nel prendere i giri e un bello spunto da fermo. Grazie a lui, ad un baricentro molto basso, e a sospensioni morbide ma ottimamente controllate nell'idraulica, il Burgman scivolava vellutato tra le curve del lago Maggiore (location scelta da Suzuki Italia per la presentazione). Una bella guida che mostra subito come il Burgman voglia stimolare maggiormente chi lo conduce. La luce a terra, vero punto debole del precedente, è finalmente aumentata in modo considerevole. Ne guadagna la sicurezza, perché non si corre il rischio di toccare pancia e cavalletto a ogni curva.

SINGLE BRILLANTE La brillantezza del mono non viene meno nemmeno quando si acquista velocità. Anche quando la lancetta del contakm staziona attorno ai 120/130 km lo scooter risponde brillante alle sollecitazioni del gas. La maneggevolezza è davvero notevole, alla faccia del peso che mi pare essere superiore ai 199 kg dichiarati, ma che si avverte esclusivamente quando si fanno delle inversioni di marcia. Anche perché lo sterzo è davvero esagerato e il Burgman gira praticamente su sé stesso (garanzia di poter svicolare nel traffico senza difficoltà) richiedendo però un minimo di malizia nel bilanciamento del peso, quando appunto si inverte la marcia a bassa velocità.

SEMPRE STABILE In movimento invece sono rose e fiori e anche alzando il ritmo si scopre con piacere che le sospensioni non vanno in difficoltà e anzi il sistema ammortizzante posteriore fa avvertire molto poco l'inerzia dovuta al peso del motore.

BANDERUOLA La sella ampia, larga e lunga offre tutto il comfort che serve e anche la pedana è ampia e correttamente sagomata, consentendo la classica doppia posizione di guida: sdraiata o seduta. Muovo l'unico appunto al passeggero che mi pare seduto un po' troppo in alto rispetto al guidatore. Anche la protezione aerodinamica è ottima, il parabrezza di serie svolge già un ottimo lavoro deviando l'aria al di sopra del casco e all'esterno delle spalle. Peccato per quella piega superiore che ha un certo "effetto lente", che si fa fastidioso quando si deve guardare ciò che accade immediatamente davanti allo scooter.

INTEGRALE? NO GRAZIE Il Burgman come altri scooter Jap rinuncia al sistema integrale ma dimostra con i fatti come un buon impianto tradizionale non necessiti di aiutini idraulici o elettronici. Bella la sensazione alle leve, ottima la potenza dell'anteriore (ben sfruttabile per l'affondamento controllato della forcella) e perfettamente modulabile il posteriore che arriva al bloccaggio solo ed esclusivamente se si forza la frenata.

SPAZIO IN ABBONDANZA Incredibile invece la capacità di carico. Il classico jet nel sottosella "ci balla dentro" e i 62 litri sono disposti in modo ottimale per essere sfruttati dal primo all'ultimo. Un bel lavoro, dunque, quello svolto da Suzuki il Burgman era tanto atteso e chi lo ha aspettato non resterà deluso. Questo scooter ha tutte le cose giuste al posto giusto per piacere ad un pubblico esigente come quello italiano.


Pubblicato da Stefano Cordara, 13/04/2006
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