Triumph ha fatto un passo importante aprendo la gamma verso il basso con la piattaforma 400 cc sviluppata insieme a Bajaj. Speed 400 eScrambler 400 Xhanno già mostrato il potenziale di questa base tecnica: un monocilindrico moderno, Euro 5+, capace di coniugare prestazioni più che dignitose con un prezzo competitivo senza perdere troppo in qualità. La domanda che molti appassionati iniziano a porsi è la seguente: vedremo mai una Bonneville con motore da 400 cc? Provo a darvi una risposta.
IL FASCINO DI UNA “BABY BONNIE”
Per Triumph, la Bonneville non è semplicemente una moto, ma un simbolo. È la linea più iconica di Triumph, quella che ha dato identità al marchio e che continua a richiamare alla mente lo stile british classico. Creare una versione più piccola, più accessibile, significherebbe dare a tanti neofiti con patente A2 e appassionati l’opportunità di entrare nel mondo Triumph senza spendere cifre impegnative (la porta d'accesso Bonneville T100 ha un prezzo di listino di 11.595 euro). Se dovesse arrivare sul mercato si tratterebbe di una valida alternativa a moto come la Royal Enfield Classic 350eHonda GB350, entrambe accolte con i favori degli appassionati.
I MOTIVI PER DIRE “SÌ”
Un progetto del genere, se realizzato, avrebbe senz'altro dei punti di forza, ecco i 5 motivi per cui la Bonneville 400 (secondo noi) sarebbe una buona idea:
Espansione della famiglia Bonneville: con la Bonneville 400 si chiuderebbe il cerchio, accontentando chi ha gusti più classici rispetto aThruxtoneScrambler 400 XC.
- Mercati emergenti (ma non solo): India, Sud-Est Asiatico e Sud America sono terre di conquista per queste cilindrate, ma anche da noi le moto semplici ed economiche dal look rétro stanno prendendo quote di mercato.
- Piattaforma già pronta: il motore e la ciclistica delle 400 attuali hanno dimostrato di essere validi
- Patente A2: un modello A2 ''nativo'' spesso risulta meglio riuscito di uno ''depo'', andrebbe ad accontentare giovanissimi e non, alla ricerca di una moto da costi di gestione e prestazioni contenuti.
- Forza del brand: ampliare la famiglia Bonneville con una piccola entry-level significherebbe consolidare l’identità del marchio e sfidare marchi che nel segmento stanno raccogliendo buoni frutti come Royal Enfiled e Honda
I MOTIVI PER DIRE “NO”
Dall’altra parte ci sono però ostacoli non trascurabili:
- Cannibalizzazione interna: è vero, c'è interesse per le piccole cilindrate dal look classico, ma con Speed 400 e Scrambler 400 X e l'imminente arrivo delle novità già citate, il rischio è quello di farsi concorrenza interna nel segmento entry-level.
- Immagine premium: Triumph difende con cura il posizionamento “british” della Bonneville. Una 400 prodotta in India potrebbe sembrare un prodotto troppo distante dallo spirito originale.
- Costi di sviluppo estetico: adattare la piattaforma 400 a un design davvero convincente e proporzionato in stile Bonnie richiederebbe investimenti.
LA PROBABILITÀ REALE
E allora, quanto è concreta la possibilità di una Bonneville 400? Non è da escludere, ma non è detto che arrivi nel brevissimo periodo. Se Speed, Scrambler 400 e Thruxton si confermeranno un successo globale, nulla vieta a Triumph di ampliare la famiglia con una terza sorella, più classica e più vicina alla tradizione Bonneville. Una moto perfetta per contrastare la cavalcata vincente di Royal Enfield e per conquistare un pubblico nuovo, giovane e globale. Difficile dunque vedere una Triumph Bonneville 400 prima del 2026–2027, ma l’idea resta affascinante e percorribile. Perché in fondo una “baby Bonnie” è qualcosa che molti motociclisti stanno già sognando.