Andare in moto è bellissimo. Quando però, in seguito a un incidente, si perde l'uso di un braccio, di una gamba, o si resta paralizzati su una carrozzina, tutto cambia. BMW Motorrad e i Di.Di., insieme con BMW Italia e il progetto SpecialMente, danno il massimo per permettere anche a chi ha subito incidenti così invalidanti, di salire o tornare in sella. Alzate il volume e guardate il video, vi racconto tutto dopo.
Probabilmente avrete capito. Nella serata che precedeva il corso, BMW Motorrad ha ''rotto il ghiaccio'' con questo filmato. Un uragano di emozioni che ha travolto anche noi: quello del giorno seguente non sarebbe stato un evento qualunque. Al mattino, presso il Circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, 18 allievi si sono radunati per affidarsi a istruttori – disabili e non – e al personale volontario di BMW Group Italia, a supporto per tutta la giornata. Un pubblico, quello dei corsisti, piuttosto eterogeneo: uomini, ragazzi, una signora e una ragazza. Normodotata. Sì perché quando ho chiesto a Emiliano Malagoli, presidente dei Di.Di., perché una persona senza disabilità dovrebbe pensare di fare un corso con loro, lui ha risposto così: ''Qui non ci sono pregiudizi: uomo, donna, senza una gamba, senza un braccio, in carrozzina... Qui anche se non ti senti all'altezza non c'è giudizio'.
Dopo il briefing iniziale gli allievi si spostano nel box di fianco per la vestizione, e noi con loro. In questa fase – e molte altre volte nel corso della giornata – il personale di BMW Italia risulta fondamentale: come farebbe, altrimenti, un disabile a mettersi una tuta in pelle? È un'operazione non troppo semplice nemmeno per chi è al 100% delle sue facoltà motorie, immaginate cosa possa significare per chi è privo di una gamba, di un braccio, o peggio ridotto sulla sedia a rotelle. Quando siamo tutti pronti, si parte! Ma aspetta un attimo. Come fa un disabile a guidare una moto? Senza un braccio, una gamba, o in carrozzina, è impensabile poter salire in sella. L'altra grande criticità per i disabili – e allo stess tempo il plus di Diversamente Disabili – è che nel panorama non è mica facile trovare moto attrezzate. Invece, anche grazie a BMW Motorrad, Emiliano Malagoli e i suoi possono fornire un parco moto adattato: supporti per accogliere chi è in sedia a rotelle, ma anche cambio e freno posteriore sul manubrio. Così, chiunque può tornare in sella.
I corsisti iniziano a essere divisi sul piazzale in piccoli gruppi: la pista sarà un ''premio'' dopo una mattinata di duro lavoro nel paddock. Mentre allievi e allieve si misurano tra i birilli, a noi giornalisti viene data la possibilità di scendere in pista con le moto di BMW Motorrad, accompagnati da Emiliano (e la sua S1000 RR). Niente supersportive, c'è la gamma F 900, con la nuda R e la crossover XR, una R 1300 RS e una F 800 GS. Va bene che si tratta di un corso di avviamento alla pista, ma la GS mi sembra un po' fuori dal coro, opto per la F 900 R. Emiliano ci porta a spasso, poi ci fa procedere un po' davanti a lui, per osservarci. Rientrati ai box ci dà un po' di dritte ''Andate bene, però occhio alle traiettorie, in qualche punto anticipate troppo''. Menomale, abbiamo evitato figuracce...
D'accordo, abbiamo potuto sfruttare un grande pilota come Emiliano – campione italiano ed europeo di categoria, uno che al Mugello gira in 2'01'', roba da piloti veri, nonostante la protesi alla gamba – ma lo scopo di questa giornata non è imparare in pista, vogliamo andare oltre. Ci interessa conoscere la tenacia, la passione, la voglia di rimettersi in gioco e superare tutti gli ostacoli di questi uomini e donne. Eccoli che si misurano tra i birilli, nel paddock, mentre gli istruttori – dalla loro sedia a rotelle – li incitano e correggono. Per qualcuno arriva anche il momento di guidare in pista, a qualcun altro tocca fare da passeggero: un'emozione diversa, certo, ma arriva dopo chissà quanti ''Impossibile, non puoi farlo''.
Quel che capiamo, parlando con Emiliano, sua moglie Chiara e Silvia – vicepresidente dei Di.Di., in carrozzina dal 2015 in seguito a un incidente – è che per un disabile, sentirsi dire ''no'' è quasi la prassi. ''Non potrai tornare a camminare'', ''Non potrai tornare in sella'' e così via. Sono i ''no'' di genitori e conoscenti magari, o quelli dei professionisti: molto spesso legati a paura e ignoranza. I Di.Di. lo sanno – ci sono passati anche loro – e tendono la loro mano: non solo corsi di guida, ma anche patenti speciali, il primo passo per tornare davvero in sella, anche nella vita di tutti i giorni, su strada. Per farlo si affidano al partner handytech, che modifica le loro moto per superare la disabilità.
Emiliano Malagoli e i suoi ragazzi hanno costruito davvero qualcosa di grande: oltre 400 motociclisti sono tornati in sella, hanno conferito oltre 100 patenti speciali e oltre 100 piloti si sono misurati e si misurano, nelle corse su pista, sotto l'egida di Diversamente Disabili. Quello che i numeri non dicono, però, è che un corso come quello al quale abbiamo partecipato noi fa respirare voglia di vivere, speranza, inclusione. Lo sport, in questo caso la moto, è vera e propria rinascita. Ed è bellissimo.