Sono passati 88 anni dalla nascita di Volkswagen nel 1937 e non era mai successo che il costruttore tedesco chiudesse una fabbrica sul territorio nazionale. Ebbene, dopo un terzo trimestre del 2025 messo in archivio con un risultato operativo negativo di 1,3 miliardi di euro, la crisi del Gruppo continua a produrre effetti concreti.

La chiusura della fabbrica tedesca
Da qui, la decisione storica di fermare la produzione in uno dei suoi stabilimenti (leggi quali fabbriche VW rischiavano la chiusura). A chiudere è stata la fabbrica di Dresda, da sempre simbolo dell’innovazione industriale del gruppo. Martedì scorso dalle linee è uscita l’ultima vettura, una Volkswagen ID.3 GTX rossa, (guarda la VW ID.3 GTX Performance) firmata dai dipendenti e destinata a restare esposta come testimonianza del difficile momento storico per l’azienda.
Inaugurato nel 2001, lo stabilimento è noto come “fabbrica trasparente” per la sua avveniristica struttura vetrata. Nato per la produzione dell’ammiraglia Phaeton, negli anni si era riconvertito alle auto elettriche, diventando un riferimento per la mobilità a batteria del marchio Volkswagen.

Un passo necessario per guardare oltre
La decisione è stata definita “difficile ma necessaria” dall’amministratore delegato del marchio Volkswagen, Thomas Schäfer. Alla base della chiusura ci sono diversi fattori: una transizione elettrica più lenta del previsto, la crescente concorrenza dei costruttori cinesi e l’impatto dei dazi statunitensi.
Solo nel primo semestre del 2025, Volkswagen stima perdite per oltre un miliardo di euro legate alle tariffe, con una previsione di cinque miliardi entro fine anno.
Dodici mesi fa, l’azienda aveva siglato un accordo con i sindacati per una ristrutturazione che prevede la riduzione di 35.000 posti di lavoro entro il 2030.

Spazio a un centro di ricerca all’avanguardia
La fabbrica di Dresda sarà ora riconvertita in un polo di ricerca, sviluppato insieme al governo della Sassonia e alle università locali. Il centro sarà dedicato a intelligenza artificiale, robotica e semiconduttori, con un investimento di circa 50 milioni di euro.

Gli incentivi agli ultimi dipendenti
Ai 230 dipendenti rimasti sono state proposte indennità, prepensionamenti o trasferimenti verso altri siti produttivi. Un capitolo della storia Volkswagen si chiude dolorosamente, con la speranza di ripartire con slancio in breve tempo.






