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Prova

Nissan Qashqai


Avatar Redazionale , il 31/01/07

17 anni fa - Una crossover Doc

Il nome è quello di una tribù nomade iraniana, suona un po' come un passato remoto (si legge kash-kai) ma a portarlo è un progetto attualissimo: una berlina pratica e funzionale con l'hobby dell'avventura. Disponibile a due quattro ruote motrici, è già nelle concessionarie con prezzi che partono da 17.850 euro.



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CROSSOVER DOC
Ormai il termine crossover è inflazionato. Da quando è divenuto una moda, tutte le Case lo appiccicano a destra e a manca sui modelli più disparati. Gli stessi che magari fino a ieri erano fiere di battezzare Suv o monovolume oggi sono promossi al rango di crossover solo perché fa chic. Le eccezioni sono poche ma tra queste c'è senza dubbio la Qashqai, che l'inserimento nella categoria se lo guadagna sul campo, giocando a fare la sorellina della Murano.

RISVOLTO Che la Qashqai fonda in sé due anime appare evidente sin dal primo sguardo. La parte superiore della carrozzeria ha un taglio classicheggiante, da berlina senza troppi grilli per la testa. La parte inferiore, quella che si sviluppa sotto la nervatura che segna la linea di cintura, invece, ha un'aria più atletica e vigorosa. L'altezza da terra (200 mm) è maggiore rispetto a quella delle rivali tutta casa e ufficio e questa Nissan dà come l'idea di essersi risvoltata in su i lamierati per non rovinarli nel disbrigo delle faccende quotidiane o nelle gite fuoriporta.

NELLA NORMA La sua linea si deve soprattutto al lavoro di Stéphane Schwarz, che definisce la sua creatura una nomade urbana. Le forme si fanno notare più per il grande equilibrio tra i volumi che per la presenza di segni particolari. Certo, il taglio slanciato del tetto e dei vetri laterali, i fari e la mascherina di grandi dimensioni e la doppia nervatura sul cofano sono elementi caratteristici, al pari dei parafanghi anteriori alti e ben definiti. Tutto è però stemperato in un contesto di grande sobrietà.

STESSA MANO Anche l'abitacolo è sulla stessa lunghezza d'onda, con uno stile moderno ma senza eccessi. La plancia adotta un look da dark, tutta vestita in nero, e vive sul contrasto tra l'affollata consolle centrale, impettita come soldato sull'attenti, e il grande pannello liscio che si trova davanti al passeggero. La strumentazione è sportiva, così come il volante a tre razze che ospita i comandi dello stereo. Le finiture sono di buon livello. I materiali, in particolare, appagano tanto la vista quanto il tatto, e gli unici appunti vanno ad alcuni assemblaggi che lasciano un po' troppo spazio tra i componenti.

BASTA E AVANZA Lunga 4.315 mm, larga 1.783 e alta 1.606, con un passo di 2.631 mm, la Qashqai inserisce nella carta d'identità anche i valori tipici delle fuoristrada, ovvero gli angoli di attacco e di uscita, rispettivamente pari a 19,2 e 30,2°. Nulla di eccezionale, se paragonato a quanto offrono le off-road dure e pure, ma quanto basta (e avanza pure...) per soddisfare la voglia di esplorazione dei più e per non far rimpiangere i Suv nella maggior parte dei casi, specie con le versioni a trazione integrale.

MADE IN EUROPE La Qashqai è un progetto interamente europeo, il primo nato e sviluppato dopo l'accordo tra Renault e Nissan. Tutto è stato concepito e industrializzato in Inghilterra, pur sotto l'occhio vigile dei quartieri generali di Francia e Giappone, dove la Qashqai sarà venduta da maggio con il nome di Dualis. In Italia, invece, la pre-vendita è già iniziata e il lancio ufficiale avverrà con un doppio porte-aperte, nei primi due weekend di marzo. La gamma si articola attorno a quattro motori, due a benzina e due a gasolio, e a tre livelli di equipaggiamento.

DUE A BENZINA... La motorizzazione d'accesso è un 1.600 da 115 cv e 156 Nm (175 km/h, 12 secondi nello 0-100 e 14,9 km/litro di media), proposto solo con cambio a cinque marce e trazione anteriore. La massima libertà di scelta si ha invece con il due litri da 140 cv e 196 Nm, che si può ordinare a due e quattro ruote motrici tanto con cambio manuale a sei marce quanto con un automatico a variazione continua CVT con funzione sequenziale a sei marce (velocità da 178 a 192 km/, crono da 10,1 a 11,3 secondi e percorrenze da 11,9 a 12,5 km/l).

... E DUE A GASOLIO Un ventaglio quasi altrettanto ampio di alternative si ha con l'altra due litri, quella a gasolio dCi da 150 cv e 320 Nm con filtro antiparticolato, che dovrebbe fare da best-seller nella gamma. In questo caso si può ordinare la Qashqai con trazione anteriore e cambio manuale a sei marce oppure con trazione integrale e cambio manuale o automatico a sei marce (velocità da 190 a 191 km/h, crono da 10,5 a 10,9 secondi e percorrenze 14,5 a 15,2 km/litro per le versioni manuali; dati non ancora dichiarati per l'automatica). Chiude l'elenco il 1.500 dCi da 106 cv e 240 Nm, che fa coppia fissa con un cambio manuale a sei marce e con la trazione anteriore (174 km/h, 12,2 secondi e 18,5 km/l).

IN CRESCENDO L'allestimento base si chiama Visia e si può ottenere con i motori 1.6 (17.850 euro), 1.5 dCi (19.350 euro) e 2.0 dCi (21.950 euro). Della sua dotazione fanno parte tra le altre cose 6 airbag, il bracciolo centrale, il computer di bordo, il clima manuale, la radio Cd con comandi al volante e il sistema Bluetooth, mentre l'Esp è di serie per la sola due litri turbodiesel. Per ottenerlo con le altre motorizzazioni occorre sborsare 600 euro o passare alla versione Acenta, che si può ordinare indistintamente con tutti e quattro i motori (1.6 a 20.450 euro, 2.0 a 22.650 euro, 1.5 dCi a 21.950 euro e 2.0 dCi a 23.950 euro). A giustificare la maggior spesa ci sono anche i sensori pioggia e crepuscolare, i cerchi in lega da 16", i fendinebbia e il volante in pelle, con il clima che diventa automatico.

PER TUTTI I GUSTI Per chi non si dovesse accontentare, c'è infine la Tekna, a sua volta incrociabile con i quattro motori (1.6 a 24.000 euro, 2.0 a 25.800 euro, 1.5 dCi a 25.500 euro e 2.0 dCi a 28.100 euro). Per l'allestimento top sono standard anche il tetto panoramico, la chiave elettronica Intelligent Key, il caricatore Cd in plancia, il cruise control, i sensori di parcheggio, i cerchi da 17". Per i soli esemplari dadue litri ci sono anche gli interni in pelle e i fari allo xeno. E' invece considerato optional il sistema di trazione integrale All-mode, che costa 2.000 euro, proprio come il navigatore satellitare, mentre 1.500 euro è prezzo richiesto per il cambio automatico e per quello CVT.

DI VEDETTA Il posto di guida della Qashqai si adatta bene a guidatori di tutte le taglie, con ampie possibilità di regolazione. Solo il poggiatesta incombe un po' sulla nuca dei più alti, come se volesse ricordare che sollevarlo e regolarlo all'altezza corretta è cosa buona e giusta. Il sedile mette il pilota in posizione privilegiata, più in alto e con una buona visuale su quel che accade al di là del muso.

VENGA, DOTTO' La visibilità è un po' più critica nella zona posteriore, dove finestrini e lunotto hanno dimensioni limitate. A chi avesse bisogno di fare parcheggi al millimetro potrebbe quindi far comodo un'aiuto, magari anche quello della telecamerina posteriore che dà man forte ai sensori di parcheggio. In ogni caso, il raggio di sterzo ragionevolissimo e le dimensioni compatte permettono di affrontare senza imbarazzo anche i passaggi più stretti e i parcheggi con incastri alla Tetris.

A TUTTO VOLUME Anche chi viaggia sul divano posteriore non ha di che lamentarsi. Lo spazio per le gambe è più che sufficiente e il padiglione spiovente può essere un problema solo per i cestisti o per chi si pettina alla Branduardi. Nessun problema neppure per i bagagli, cui sono riservati 410 litri di volume, pronti a salire a 1.513 in configurazione biposto.

LA MOLLEGGIATA La prima cosa che colpisce alla guida di questa Nissan sono le doti di ottima incassatrice. Le sospensioni, anteriori con schema McPherson e posteriori multilink, hanno una lunga escursione e una taratura azzeccata, con una prima parte di corsa più morbida e una seconda più rigida. Tombini, rallentatori e buche varie vengono digeriti con disinvoltura, per la gioia delle vertebre di tutti i passeggeri. L'adozione di un assetto rialzato non porta a gravi controindicazioni nel misto.

COME UNA BERLINA Finché l'andatura resta nei limiti del buon senso, la Qashqai disegna le curve con precisione, coricandosi appena sulle ruote esterne e comportandosi né più né meno come una buona berlina. Solo forzando l'andatura, la lontana parentela con i Suv viene fuori e occorre mettere in preventivo una leggera tendenza a prendere le traiettorie un po' alla larga, tanto nella fase di percorrenza quanto in quella di uscita. Unfenomeno, quest'ultimo, che viene quasi azzerato dall'eventuale inserimento della trazione integrale. Rispetto alle fuoristrada compatte, anche a quelle più imborghesite, questa Nissan mostra comunque una più spiccata vocazione stradale. Questa crossover se la cava benone anche nei panni della maratoneta da autostrada. A velocità sostenuta qualche fruscio aerodinamico turba un po' la quiete nell'abitacolo ma solo se si superano i limiti imposti dal Codice: viaggiando a 130 km/h indicati la silenziosità è buona.

VEDO ROSSO Alla Nissan si dichiarano convinti che la Qashqai abbia comepartner ideale il due litri dCi da 150 cv e dar loro torto è quasi impossibile. Il turbodiesel di origine Renault parte lesto e con una voce piuttosto sommessa. Regolare anche al minimo, si sgranchisce le bielle einizia a spingere con convinzione già prima dei 2.000 giri, per dare il meglio di sé ai regimi intermedi. Anche quando gli si chiede di fare gli straordinari, insistendo più del dovuto con l'acceleratore, non si tira indietro: in allungo, la lancetta del contagiri sembra non curarsi dell'ingresso nella zona rossa del contagiri e sale imperterrita fino quasi a quota 5.500. Imporre simili sevizie al motore è però inutile, visto che cambiando marcia prima si ricade nella parte più favorevole della curva di coppia.

LA DIFFERENZA C'E' Di temperamento diverso è invece il due litri a benzina. Più che i 10 cv di potenza, a fare la differenza sono soprattutto gli oltre 100 Nm di coppia, la cui mancanza si avverte soprattutto in ripresa. Questo motore ha il pregio di avere una curva di erogazione regolarissima, così lineare che pare tirata con il righello, ma l'elasticità non è eccezionale. Specie se si sta viaggiando in sesta, marcia lunga e di tutto riposo, e se si desiderano rilanci briosi non resta che sfruttare la buona rapidità del cambio e scalare.


Pubblicato da Paolo Sardi, 31/01/2007
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