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Editoriale

Dal Sud del mondo e coi pickup. È Fiat il brand salva-Stellantis


Avatar di Lorenzo Centenari , il 26/02/23

1 anno fa - Per volumi globali, il Lingotto è leader indiscusso. Grazie al Brasile

Fiat primo marchio Stellantis per vendite 2022. Grazie al Brasile
Per volumi globali, è il Lingotto il vero leader dell'intero Gruppo. Grazie a un mercato lontano. E a modelli a benzina ed etanolo...

Numeri alla mano, per Stellantis il 2022 è da incorniciare. Buoni i volumi di vendita, alti i profitti, bonus dipendenti e ruolino di marcia elettrico in pari con l'agenda. Stellantis simbolo di moderno Gruppo automobilistico globale: bandierina in cinque Continenti e portafoglio di 15 brand che più completo non si può, dalla citycar al ''truck'', passando per la supersportiva. Dal 100% elettrico all'ottovù a benzina, passando per varie sfumature di ibrido. E pensare che Stellantis non registrerebbe risultati tanto lusinghieri, senza i numeri che un marchio (solo all'apparenza) di seconda linea macina in mercati (solo nell'immaginario occidentale) periferici. Con prodotti (ai nostri occhi) esotici, alimentati a carburanti (solo dalle nostre parti) giudicati (all'improvviso) inadeguati.

INVERSIONE DEI POLI Quel marchio non è Jeep, non è Peugeot. Quella regione non è l'Unione europea, non sono gli USA. Quel marchio è Fiat, quella regione è il Sudamerica: il Brasile, ma non solo. Posti lontani, nei quali Fiat comanda in lungo e in largo da decenni. Panda? 500? Niente di più fantasioso. A quelle latitudini, letteralmente, spopolano Fiat ''dell'altro mondo''.

Fiat Cronos Fiat Cronos

FIAT LUX Nel 2022 il Lingotto è dunque il marchio che alle vendite globali del Gruppo Stellantis ha contribuito in misura maggiore: oltre 1,2 milioni di unità, su un totale di 5,8 milioni. È Fiat oltre una vendita su 5. Oltre alle tradizionali alte prestazioni sul mercato domestico (in Italia quota del 13,5%, Panda e la famiglia 500 non si prendono una sosta ormai da lustri) e alla leadership sul mercato turco, nel quale Fiat (specialmente grazie a Tipo) si conferma il primo brand col 18,7% di quota, oltre infine ai primati stabiliti da 500 elettrica in tutta Europa (prima EV in Italia, secondo posto in Spagna, terza in Germania), nel 2022 Fiat rafforza il proprio ruolo di capolista nel suo feudo storico, il Brasile. Che per chi non lo sapesse, di Fiat è il primo mercato al mondo.

Per Fiat, il Brasile è la seconda casa Per Fiat, il Brasile è la seconda casa

SAMBA! Se di tutto il Sudamerica, con il 13,6% di share, Fiat è il primo marchio automobilistico in assoluto, in Brasile la quota raggiunge addirittura il 21,9%. Nel 2022 la calcolatrice restituisce un volume di immatricolazioni pari a 430 mila unità. Per capirci: sono oltre il doppio delle 179 mila unità registrate in Italia, ma anche maggiore delle 367 mila unità in tutta Europa

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PERFETTI SCONOSCIUTI I cavalli di battaglia brasiliani hanno caratteristiche diverse rispetto ai cavalli di sangue nostrano: Fiat motorizza il Brasile attraverso modelli come i pick-up Fiat Strada (best seller nazionale) e Fiat Toro (il più diffuso tra i pick-up di dimensioni medio-grandi). Una grossa mano arriva anche dalla berlina Fiat Cronos, che ha venduto il 49% in più rispetto al 2021, infine dal SUV compatto Fiat Pulse (anche in veste Abarth), che nel 2022 ha a sua volta superato le 50 mila unità. La gamma è vasta: ci sono pure il city SUV Fiat Mobi (base Panda), una compatta (Argo), il SUV coupé Fiat Fastback. C'è anche 500e, d'accordo. Ma in realtà di elettrico, in Brasile, si parla assai meno (''zero virgola'' la quota di mercato): i carburanti sono la benzina e l'etanolo.

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L'ELETTRICA CHE VA A BENZINA Per il pubblico, sono pure curiosità. Per Stellantis, invece, lo strapotere Fiat in Brasile è linfa vitale che sostiene l'architettura industriale globale e - di rimando - proprio quegli investimenti sull'elettrico imposti dalle autorità europee e statunitensi. Sorge insomma spotanea una considerazione: come avviene anche per altri settori merceologici, se i consumatori occidentali possono permettersi prodotti all'avanguardia è anche grazie al duro lavoro dei cosiddetti Paesi emergenti. Non manodopera a basso costo, bensì clientela a basso reddito, che acquista alti volumi di prodotti a bassa spesa, che finanziano prodotti ad alto valore aggiunto. In un modo o nell'altro, ad alimentare l'auto elettrica è in definitiva energia termica. Le cifre estrapolate dal bilancio Stellantis ispirano, da ultimo, un'altra riflessione. Più che altro, un dubbio.

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EMIGRANTI DI RITORNO Fiat non è affatto la ''Cenerentola'' del Gruppo, come le dinamiche in Europa (dove i lanci di nuovi prodotti non tengono il passo con quelli dei brand ex PSA) e USA (dove ormai vige una politica ''mono-prodotto'') potrebbero far pensare. Fiat conta. Ha un potenziale immenso, ma in parte inespresso. Perché, allora, non importare in Italia almeno alcuni dei carros sudamericani? Se non la coppia di pickup, almeno i SUV. Al netto di problematiche logistiche che ammettiamo di non conoscere, avrebbero - forse - un discreto successo anche sul nostro mercato. Almeno, da qui al famigerato 2035. Almeno, presso tutti coloro che (per costi e per ragioni pratiche) l'elettrico non possono ancora permetterselo.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 26/02/2023
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