Dopotutto non ha mai fatto mistero, il primo Costruttore di auto al mondo, di guardare ai full electric vehicles con... prudenza. E i giapponesi, la dottrina del maestro Akio Toyoda, devono averla presa alla lettera.
Prima, una panoramica. Succede che le vendite Toyota, a livello globale, sono in crescita e ci sono ottime chance che nel 2025 il Gruppo superi le performance 2024 (10,8 milioni di unità).
Nel mondo vende bene sia Toyota, sia il brand Lexus, sia i marchi Daihatsu e Hino. Da gennaio ad agosto 2025, un volume di circa 7,4 milioni di unità e un aumento su base tendenziale del +6,2%.
Ad agosto 2025 la crescita in realtà subisce una battuta d'arresto: 900 mila unità, ovvero il -1,3% su base annua.
Più preoccupante è il calo in patria, dove le vendite del Gruppo diminuiscono del -10,2% ad agosto, nonostante un aumento del +17,8% sul lungo periodo.
Amaro 18
E arriviamo al dato anomalo, finanche clamoroso. Ad agosto, in Giappone, vendite di veicoli elettrici a batteria crollate del -84,9%. Fa più effetto leggere i volumi:
- 18 unità
Cioè poco più di una ogni due giorni. Problemi logistici? Sembra di no. Un incidente di percorso isolato? Non proprio. Nei primi 8 mesi, sul mercato interno il totale è di sole 469 unità elettriche a batteria (BEV), in calo del -71,1%.
BEV in ritirata
Questo calo drastico si verifica nonostante il numero complessivo di veicoli elettrificati Toyota, in Giappone, nel 2025 sia aumentato del +8,8%, raggiungendo le 617.947 unità.
Al di fuori del Giappone, inoltre, il business dei veicoli elettrici di Toyota va a gonfie vele. La domanda globale si rafforza, con 117.031 veicoli elettrici venduti nel 2025, per un solido +20,6%. Solo ad agosto, il mese orribile, 17.056 unità (+34,5%).
La chiave di lettura, è che in Giappone l'auto elettrica, diversamente dal concetto di auto ibrida (specie full hybrid), non riesce proprio ad attaccare.
Lo testimoniammo pure noi in prima persona un anno fa.
Nel 2023, la quota di EV ammontava al 2,2%. Bassa, ma mai bassa quanto l'1,3% del 2025.
Il Giappone ha scelto l'ibrido, che oggi vale l'85% del totale.
Tutto qui. Era per dire che, mentre in Italia l'auto elettrica non sfonda, c'è un altro mercato storico che mostra una tendenza assai più negativa. Il caso Giappone è da tenere d'occhio.