Cambio di programma a Bruxelles: la Commissione Europea anticiperà alla fine del 2025 la revisione dell’obiettivo “zero emissioni” fissato per il 2035, inizialmente previsto per il 2026. In altre parole, si torna a discutere – e prima del previsto – sul destino del motore termico in Europa.
2035, addio ai motori termici?
L’attuale normativa stabilisce una riduzione del 100% della CO₂ per auto e furgoni nuovi dal 2035: tradotto, fine delle vendite di vetture con motore a combustione interna. Un traguardo che, secondo le associazioni di categoria, non è più realistico, complice una domanda di auto elettriche al di sotto delle attese.
Particolare attenzione sarà riservata al segmento dei veicoli commerciali leggeri: gli elettrici rappresentano appena l’8,5% delle immatricolazioni in UE, circa la metà rispetto alle auto.
Le novità sul tavolo
La Commissione lavora a una proposta per introdurre una nuova categoria regolatoria dedicata alle piccole auto elettriche: modelli più leggeri e accessibili, con possibili benefici fiscali. Un’iniziativa che ricalca l’idea di Renault e Stellantis, convinte che la salvezza del mercato europeo passi proprio per citycar a batterie a prezzi popolari.
Non solo: nel pacchetto di revisione potrebbero rientrare anche i carburanti CO₂-neutral (biocarburanti ed e-fuel), per alimentare auto a motore termico, ibrido o plug-in hybrid, ivi compresi i sistemi con range extender. Un modo per concedere maggiore flessibilità all’industria, che alle attuali condizioni si dichiara impossibilitata a centrare gli obiettivi fissati.
Il dialogo con l'industria
Il 12 settembre i vertici delle principali Case auto hanno incontrato la presidente Ursula von der Leyen a Bruxelles, per l’ultima tappa del “dialogo strategico” sul futuro del settore. Proprio la numero uno della Commissione aveva rilanciato pochi giorni prima l’idea di una “E-car europea”: pulita, leggera, economica e prodotta interamente con catene di fornitura continentali.
Resta da vedere se l’Europa saprà correggere la rotta senza sacrificare il proprio sistema produttivo. Come avvertiva John Elkann a primavera: “Se la traiettoria non cambia, nei prossimi tre anni saremo costretti a prendere decisioni dolorose”.