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Unione Europea

UE, raggiunto l’accordo: nel 2035 l’addio alle auto a motore termico


Avatar di Claudio Todeschini , il 28/10/22

1 anno fa - Unione Europea, confermata la decisione: dal 2035 addio alle auto a motore termico

Entro quella data le emissioni dovranno essere ridotte del 100%. Le tappe intermedie da qui al 2035 e la deroga per la Motor Valley italiana

Nelle scorse ore i rappresentanti degli Stati Membri, del Parlamento e del Consiglio Europeo (in quella che in gergo viene definito trilogo) hanno raggiunto un accordo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per le auto e i veicoli commerciali leggeri. 

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I TERMINI L’accordo conferma sostanzialmente quanto già deciso nei mesi scorsi, e di cui vi avevamo dato notizia in questo approfondimento, ossia l’obiettivo di arrivare a zero emissioni per la mobilità stradale (relativamente alle auto per il trasporto di persone e i veicoli commerciali leggeri) entro il 2035, con una riduzione del 100% rispetto ai valori del 2021. In soldoni, questo significa che dopo quella data non potranno più essere vendute auto con motore termico, siano esse a benzina o a gasolio. “Si tratta di un chiaro segnale”, commentano da Bruxelles, “della serietà con cui l’Unione Europea intende adottare misure concrete per raggiungere gli ambiziosi obiettivi della legge europea sul clima” anche in vista della imminente conferenza COP27 Climate Change Conference che si terrà a novembre.

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I PROSSIMI PASSI Entro il 2030 l’Europa si è impegnata a ridurre le emissioni di CO2 del 55% per quanto riguarda le nuove automobili immesse sul mercato, e del 50% per i veicoli commerciali leggeri (LCV) rispetto ai livelli del 2021. Viene mantenuto il sistema di incentivazione per chi produce veicoli cosiddetti ZLEV (Zero e Light Emission Vehicles, a zero e basse emissioni): le case che coprono una determinata percentuale del venduto con questo genere di vetture potranno accedere a obiettivi meno severi. Le percentuali sono state riviste verso l’alto, e prevedono il 25% di ZLEV per le auto e il 17% per gli LCV. 

CLAUSOLA DI REVISIONE Richiesta dai rappresentanti delle case automobilistiche, si tratta di un passaggio intermedio nel 2026, quando la Commissione Europea dovrà fare una valutazione del raggiungimento degli obiettivi, e nel caso rivedere i parametri dell’accordo, anche tenendo conto dei progressi tecnologici di questi anni, sia nel settore degli e-fuel che dei veicoli PHEV.

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SPAZIO PER GLI E-FUEL E a proposito di carburanti alternativi, come già anticipato il mese scorso, la Commissione Europea si è impegnata a presentare una proposta per la registrazione dei veicoli che funzionano con e-fuel, in deroga alle norme che riguardano le auto per il trasporto passeggeri, rispettando comunque l’obiettivo ultimo della neutralità climatica. In altre parole: sì agli e-fuel, purché prodotti in maniera pulita.

VIVA L’ITALIA Confermata la deroga per i produttori di nicchia, la cosiddetta “salva Motor Valley”, per le case che non superano le 10mila unità prodotte in un anno (come Ferrari e Lamborghini), e che avranno qualche anno di tempo in più a disposizione per azzerare le emissioni della propria gamma. 

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LA REAZIONE DELLE CASE Non si è fatta attendere la risposta di ACEA, l’associazione europea dei costruttori, che applaude alla decisione presa, ma al tempo stesso sollecita un cambio di passo per la creazione delle condizioni che permettano di arrivare a una mobilità a zero emissioni. In altre parole: tutto bello, ma metteteci nelle condizioni di poter rispettare questi obiettivi. E quindi: infrastrutture, innanzitutto, ma anche incentivi.

Questa decisione così lungimirante è senza precedenti”, ha commentato Oliver Zipse, presidente di ACEA e CEO di BMW. “Significa che l’Unione Europea sarà la prima regione nel mondo a passare a una mobilità completamente elettrica. L’industria dell’automobile europea è all’altezza della sfida”, ha continuato Zipse. “Tuttavia, siamo ansiosi di vedere come l’Unione Europea intende metterci nelle condizioni di poter raggiungere questo risultato. Un impianto che deve prevedere abbondanza di energie rinnovabili, una rete infrastrutturale pubblica e privata, e l’accesso alle materie prime”.

Rapporto ACEA 2020: il presidente Oliver Zipse Rapporto ACEA 2020: il presidente Oliver Zipse

Grazie ai continui investimenti dell’industria, lo scorso anno un’auto su cinque possedeva una spina di ricarica. Entro il 2030 prevediamo che saranno tre su cinque”, ha commentato Sigrid de Vries, Direttore Generale di ACEA. “I costruttori sono pronti a collaborare con l’Unione Europea per affrontare le sfide sociali e industriali che questo cambiamento porta con sé, ma dobbiamo lavorare assieme a politiche che garantiscano l’accesso alle materie prime necessarie per la mobilità elettrica, rendere le auto elettriche accessibili a tutti, mitigare gli effetti negativi sull’occupazione, e consentire ai cittadini europei di ricaricare le loro auto elettriche velocemente e facilmente”.


Pubblicato da Claudio Todeschini, 28/10/2022
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