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Prova

Pirelli P Zero


Avatar di Marco Rocca , il 07/05/14

9 anni fa - Fa un figurone con la Ferrari California sul bagnato di Vizzola

Abbiamo provato sulla pista Pirelli di Vizzola Ticino il pneumatico Pirelli P Zero. Ottima la tenuta sul bagnato e grande la sicurezza in frenata.  

SCENDE LA PIOGGIA Il sole splende alto, in cielo non c’è nemmeno una nuvola, l’asfalto però è bagnato. No, non è un problema di tubazioni. Sono a Vizzola Ticino, sulla pista di prova Pirelli dove l’asfalto viene costantemente bagnato da idranti che rendono il fondo scivoloso. Ciò vuol dire, sfruttando questa particolare condizione, poter avere un riscontro estremamente preciso su come uno pneumatico lavori sull’acqua. E proprio in quest’ottica voglio mettere alla prova i Pirelli P Zero per valutarne il comportamento ai piedi di una della granturismo più apprezzate al mondo: la Ferrari California prima serie, capace di sprigionare 460 cv dal suo V8 aspirato da 4.3 litri.

UN PO’ DI STORIA Quest’ultima genrazione del PZero è il frutto di un miglioramento basato sulla collaborazione con le principali Case automobilistiche, che l’hanno scelto per equipaggiare i modelli più sportivi, Ferrari in primis, così come accadde nel 1987 per la leggendaria F40.

UNO PER UNO Questa evoluzione e il continuo adattamento alle diverse esigenze di ogni singolo modello fa sì che non si possa parlare di un unico P Zero ma di uno pneumatico per così dire ”matrice”, da cui sono derivate numerose versioni, appositamente sviluppate per ogni vettura di destinazione. Alla base dell’efficienza del P Zero ci sono caratteristiche, come sicurezza su fondo asciutto e bagnato, tenuta su rettilineo e in curva, maneggevolezza e comfort, che lo hanno reso famoso.  

CHE COSA C’E’ SOTTO Il P Zero è stato creato utilizzando speciali compositi nelle mescola del battistrada e del tallone, che assicurano una guida confortevole oltre a elevate prestazioni sportive, quando si decide di fare sul serio anche sul bagnato. Proprio come nel nostro caso, in cui emerge chiaramente come il disegno del battistrada sia stato studiato per la massima aderenza. La sua particolare struttura permette, inoltre, di contenere la deformazione del profilo della gomma anche a velocità elevatissime (fino a 370 km/h). Non è tutto, perché grazie ai particolari incavi a forma di "S" il P Zero si distingue anche per la bassa rumorosità di rotolamento, a tutto vantaggio del comfort acustico nell’abitacolo. 

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PUROSANGUE V8 La Ferrari California non è tra le sportive più facili e intuitive da portare al limite, figuriamoci sul bagnato, penso tra me e me, prima di iniziare la prova. Il tratto di pista che devo percorrere prevede un mix di curve strette e ad ampio raggio, esse veloci e rettilinei che mettono bene in risalto la tenuta in frenata sul bagnato. Giro di chiave, tasto start e comincia la danza tra le note magnifiche del V8 Ferrari.

SALI SCENDI Appena partiti si percorre un grande scollinamento che porta giù verso la prima curva a destra. Il trasferimento di carico è notevole ma nonostante ciò la tenuta è buona, anche se il battistrada è chiamato a smaltire una grossa quantità d’acqua: il lavoro dei P Zero è esemplare. L’avantreno tiene molto bene la traiettoria impostata, richiedendo pochissime correzioni, e il posteriore segue fedelmente.

ALLA RICERCA DEL LIMITE La pista di Vizzola è tutta allagata e questo mi consente di girare cercando curva dopo curva il limite di tenuta dei P Zero che sento davvero alto; solo schiacciando a fondo sull'acceleratore si genera la scodata di potenza ma, con tutti i controlli attivati, la California scorre via con grande sicurezza. Sono sul rettilineo e mi attacco ai freni prima di iniziare la curva verso destra: la decelerazione si consuma in poco spazio restituendo, tra l’altro, ottime sensazioni allo sterzo, tramite il quale si ha sempre un'idea precisa di cosa accada tra le gomme e l'asfalto.  

TI AVVERTE Pollice verso l’alto anche alla voce feeling: pur forzando, il Pirelli P Zero arriva gradualmente alla perdita di aderenza che non avviene mai in modo repentino. La California inizia a scivolare con un minimo di preavviso, il che facilita l’impostazione delle manovre necessarie per riprendere il controllo. Tirando le somme, mi hanno colpito la motricità e la tenuta sul bagnato, mi è piaciuto il feeling di guida e la relativa facilità con cui si riesce ad arrivare al limite


Pubblicato da Marco Rocca, 07/05/2014
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