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Come gonfiare correttamente i pneumatici. L' azoto serve davvero?


Avatar di Andrea  Rapelli , il 25/05/14

9 anni fa - Facciamo un po' di chiarezza in materia di azoto

Come gonfiare correttamente i pneumatici. L' azoto serve davvero?

Azoto contro aria normale: chi vince nella guerra delle pressioni? Ecco pregi, difetti e consigli relativi al gonfiaggio degli pneumatici

AZOTATI Qualche anno fa scoppiò la moda degli pneumatici gonfiati ad azoto, con appassionati che ammiccavano, fieri dei tappini rossi sulle loro valvole. Molteplici i vantaggi, secondo i convinti assertori: pressioni che restano stabili più a lungo, più leggerezza, capacità di scaldarsi in misura minore rispetto alla comune aria. Tutto vero? In teoria sì ma vediamo di far luce, una volta per tutte, su questo gas. Cominciamo con una piccola presentazione, giusto due righe: l'azoto (simbolo chimico N) è un gas incolore, inodore e insapore che costituisce il 78% dell'atmosfera terrestre. In parole povere, è il gas più diffuso nell'aria che respiriamo, nonché il quarto elemento più abbondante nel corpo umano. 

POSSIBILI VANTAGGI Essendo un gas inerte, l'azoto viene già utilizzato in situazioni di notevoli carichi e stress: aeronautica, mezzi da lavoro e veicoli pesanti, per ridurre i rischi legati ai problemi di surriscaldamento. Non solo: l'azoto secco viene impiegato anche negli pneumatici da competizione, per contribuire a ridurre anche le più piccole variazioni di pressione causate dall'umidità presente nell'aria comune. Già, perché l'azoto usato per le gomme è senza ossigeno, senza impurità e senza umidità.

NIENTE FAI-DA-TE L'operazione di gonfiaggio ad azoto non si può fare da sé e nemmeno da un qualunque benzinaio. Occorre andare da un gommista, che dovrà dapprima sollevare l'auto, quindi sgonfiare totalmente gli pneumatici (se usati) e immettervi tutto l'azoto necessario. L'operazione ha senso soprattutto sulle auto ad alte prestazioni e su quelle più stazzate, visto che per una utilitaria, leggera e usata prevalentemente in città, a bassa andatura, il surriscaldamento è improbabile e non costituirebbe comunque un gran problema.

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MEGLIO D'ESTATE Chiaramente il ricorso all'azoto ha un senso in estate, quando le temperature esterne e dell'asfalto sono elevate e un gas che plachi i bollenti spiriti degli pneumatici può fare comodo. In inverno, invece, l'azoto potrebbe anche ritardare il raggiungimento della giusta temperatura da parte della gomma ed è quindi sconsigliato. Stesso discorso nel caso di gomme datate o danneggiate: l'azoto fuoriesce facilmente da porosità e microfessure e quindi non va utilizzato laddove gli pneumatici non siano al top. Se quindi, da una parte, l'azoto può aiutare a diminuire le variazioni di pressione, dall'altra ciò non deve indurre a rimandare il controllo con il manometro, che va eseguito comunque almeno una volta ogni 15 giorni

RITORNO ALL'OVILE Ricordate infine che, gonfiando i pneumatici ad azoto, sarete costretti a tornare da un gommista ogni volta che dovrete controllare la pressione. Il controllo potrebbe essere gratuito o costare una cifra piuttosto contenuta ma per il gonfiaggio iniziale lo specialista potrebbe farvi pagare fino a 20 euro per 4 pneumatici di misura normale, che potrebbero arrivare anche a 30 nel caso di gomme da 20 e 21 pollici. Fate i vostri calcoli.


Pubblicato da Andrea Rapelli, 25/05/2014
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