Una nuova startup britannica promette di accelerare la ricarica delle auto elettriche, tagliando i tempi alla colonnina fin del 70%. Si chiama Hydrohertz e sostiene di aver risolto uno dei problemi più grossi degli EV, ossia come tenere le celle dell'accumulatore abbastanza fresche da accettare una ricarica completa alla massima velocità. Come?

Dectravalve, il mago delle temperature
L'innovazione messa a punto da Hydrohertz si chiama Dectravalve ed è una valvola di controllo intelligente e multi-zona che fa una cosa semplice ma geniale: gestisce la temperatura di ogni singola cella della batteria, invece di trattare il pacco come un unico blocco da raffreddare a casaccio.
Risultato? Niente più punti caldi: temperatura uniforme in tutto l'accumulatore e niente energia sprecata per raffreddare zone già fredde. Addio, quindi, a quei rallentamenti del flusso di ricarica che fanno passare la voglia di fare viaggi lunghi.

Da 30 minuti a 10: la nuova soglia psicologica
Con la tecnologia di Hydrohertz, un classico “10-80%”, che oggi richiede circa mezz’ora su un’auto elettrica a 400 volt, potrebbe scendere a 10 minuti circa.
Non siamo ancora nei tempi di un rifornimento di benzina o gasolio, ma ci siamo vicini. O quantomeno, molto più vicini di prima. E i benefici non si fermano qui.
Mantenendo la batteria sempre alla sua temperatura ideale, non solo in ricarica ma anche durante la guida, Hydrohertz promette un aumento dell’autonomia reale fin del 10%. Tradotto: 30-40 chilometri in più senza toccare il design della vettura né la chimica delle celle. E con questo, anche le batterie allo stato solido possono attendere.

Più autonomia, più durata, più performance
Un pacco batteria sempre in equilibrio termico non è solo più efficiente, ma anche più longevo e più sicuro. Riduce il rischio di surriscaldamento incontrollato (il famigerato thermal runaway) e nei modelli più sportivi può persino garantire accelerazioni più costanti, senza cali di potenza dovuti all’aumento di temperatura.
I test parlano chiaro: su una batteria LFP da 100 kWh dotata di Dectravalve, la cella più calda non ha mai superato i 44,5°C, con una variazione massima di appena 2,6°C in tutto il pacco. Per confronto, i sistemi attuali oscillano anche di 12°C o più, costringendo la centralina a tagliare la potenza appena si superano i 50°C.
Con il Dectravalve, invece, la ricarica resta alla massima velocità fino all’ultimo secondo. Una differenza che, su strada, si traduce in minuti risparmiati e più energia disponibile.

Una scorciatoia verso l’auto elettrica “perfetta”
Il sistema Hydrohertz è compatibile con qualsiasi chimica di batteria presente o futura. In pratica, un aggiornamento plug-and-play per i costruttori, molto più economico che sviluppare da zero un accumulatore di nuova generazione.
“L’industria aspetta da anni che le batterie raggiungano le aspettative dei clienti”, spiega il CEO Paul Arkesden. “Ma sviluppare una nuova chimica richiede dieci anni e miliardi di investimenti. Noi abbiamo scelto un’altra strada: migliorare ciò che già esiste. Per gli OEM significa offrire auto elettriche migliori adesso, senza aspettare la prossima rivoluzione”.
Se i test verranno confermati nella pratica, la tecnologia Hydrohertz potrebbe rappresentare il ponte tra le batterie di oggi e quelle del futuro. Una scorciatoia verso l’elettrico “senza compromessi”, dove la ricarica non è più il tallone d'Achille.



