Il mercato auto è un mercato in trasformazione, e ormai lo sappiamo a memoria. Sì, ma se questa trasformazione non fosse quella che abbiamo sempre inteso noi (leggasi: elettrificazione)?
Se questa trasformazione fosse una vera e propria rivoluzione silenziosa, ma profonda? Cioè se l'auto del futuro (prossimo) fosse, paradossalmente, l'auto del passato (prossimo)?
A credere ciecamente nell'usato di qualità sono senz'altro Tomasi Auto e tutti i player grandi e piccoli del rigoglioso sottobosco del mercato secondario. Si intende l'usato ultra-certificato, garantito, giovane.
Ma procediamo in ordine.
Il contesto
Le immatricolazioni di auto nuove, nei primi otto mesi del 2025, segnano un calo del -3,7%, mentre il comparto dell’usato registra un +1,9%.
Non è un fenomeno casuale: i listini delle nuove vetture dei segmenti più popolari (B e C) sono saliti in media del +35% dal 2018, mentre i salari sono cresciuti appena del +8%.
Risultato? Oggi, per acquistare un’auto nuova, servono 7,7 stipendi medi, contro i 4,7 del 2015.
Senza contare che, sotto i 15.000 euro, è ormai quasi impossibile trovare un modello nuovo, se non con forti limitazioni.
La tesi di Tomasi, in ogni caso, è che l'usato non sia più una scelta di ripiego. Ma un’alternativa sia concreta, sia anche e soprattutto sostenibile. Vediamo perché.
Perché l’usato oggi è strategico
Incrociando tutte le macro-variabili, la corsa all’usato recente è in effetti la risposta a tre criticità.
Economica: i prezzi dei nuovi modelli sono diventati proibitivi per molte famiglie.
Ambientale: il parco circolante italiano ha un’età media di 12 anni, una delle più alte d’Europa.
Tecnologica: l’incertezza sulla transizione energetica e la scomparsa delle utilitarie low cost lasciano il cittadino senza opzioni accessibili nel nuovo.
Qui entra in gioco il concetto di “usato certificato”, fatto di vetture con pochi anni di vita (2-3), basse percorrenze (50.000 km) e standard tecnologici avanzati (Euro 6). Vetture, quindi, capaci di offrire sicurezza, efficienza e sostenibilità, a costi più contenuti.
Sostenibilità individuale e collettiva: nel 2025 Tomasi Auto rottama in media 158 veicoli al mese, l’80% dei quali appartenenti alle classi Euro 4 o inferiori, sostituendoli con vetture Euro 6 o elettriche.
Win-win situation: il processo di rottamazione contribuisce sia a ridurre l’inquinamento, sia a migliorare la sicurezza sulle strade.
Il modello Tomasi: un ponte sociale
Fondata nel 1997 da Giancarlo e Franco Tomasi, Tomasi Auto ha saputo intercettare il cambiamento.
Nata a Guidizzolo (Mantova), l’azienda si è progressivamente espansa in Lombardia, Veneto, Emilia e Lazio, inaugurando di recente anche un nuovo showroom a Milano: un investimento simbolico, in una città che rappresenta il cuore economico del Paese.
I numeri confermano la crescita:
17.500 veicoli vendutinel 2024
296 milioni di euro di fatturato
rete in espansione con aperture a Piacenza, Modena, Bergamo, Padova, Udine.
Tomasi Auto si definisce un “player indipendente”: gamma multimarca orientata alla qualità e alle esigenze del cliente, dal segmento A alle flotte di veicoli commerciali, non legata alle logiche delle Case auto. Maggiore libertà strategica.
Un tassello distintivo è il Centro di Ripristino (CDR), unico in Italia, dove ogni mese passano oltre 700 veicoli per controlli e certificazioni.
Chi acquista un’auto usata da Tomasi può contare sulla trasparenza degli interventi e sulla garanzia (di 4 anni) di un prodotto affidabile. Un usato ultra-ripristinato e ultra-certificato, insomma.
L’auto usata come scelta “green”
La mobilità del futuro sarà elettrica, ibrida o forse alimentata da carburanti sintetici e idrogeno.
Ma nel presente, la conclusione è che la vera “rivoluzione verde” passa anche dall’usato recente, che consente di svecchiare il parco circolante riducendo emissioni e consumi, senza svuotare il portafogli di clienti in larga parte ''abbandonati'' dalle Case.
L'usato è ''verde''? Sì, di un verde chiaro, almeno. Tomasi Auto registra un aumento del +19% nelle vendite di elettriche e del +12% nelle ibride nei primi mesi del 2025.
Un trend che conferma quindi come l’usato possa fungere da ponte sociale verso la transizione ecologica, senza lasciare indietro chi non può permettersi il nuovo.
In altre parole, la nostra tesi del giorno è che l'auto usata non rappresenta solo il passato, ma una via concreta al futuro.
L’esperienza di Tomasi Auto dimostra come, con una strategia mirata e trasparente, sia possibile trasformare una scelta “di seconda mano” in un pilastro della mobilità sostenibile.
Spazio al dibattito: chi ha letto fino qui è un cliente dell'usato, o può permettersi un modello nuovo? Il web, è bello perché è vario...