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Prova su strada

Yamaha MT-09 2016


Avatar Redazionale , il 14/04/16

8 anni fa - Con il Traction Control e nuove mappe motore, è più gustosa che mai

La prova su strada: com'è e come va la nuova Yamaha MT-09 2016

GIALLO, ROSSO E CHIP Di bene in meglio: è così che si potrebbe sintetizzare l'evoluzione che ha la Yamaha MT-09 con il model year 2016. E - ve lo dico subito - non correte a guardare la galleria immagini perché lì trovereste ben poco di nuovo: solo due colori, ovvero la livrea grigia e gialla chiamata Night Fluo e il rosso metallizzato Lava Red. Le vere primizie della MT-09 sono invisibili ma fanno fare alla moto un salto di qualità davvero notevole: sto parlando di nuove mappature per il D-Mode, il sistema che regola la risposta del motore all'acceleratore, e del Traction Control System, che fa il suo debutto sulla naked di Iwata.

LIMA GLI SPIGOLI Procedendo con ordine, il D-Mode mantiene le tre mappe del passato, la grintosa A, quella standard STD e la più educata B, ma a ciascuna di loro sono stati limati gli spigoli. La prima MT-09 aveva infatti ricevuto un po' di critiche per il marcato effetto on-off nell'apri-e-chiudi e i tecnici lo hanno voluto eliminare. La modalità A è ora meno brusca che in passato ma rimane comunque una scelta adatta soprattutto per le sparate domenicali. Il tre cilindri 850 ha sempre una bella castagna., con i suoi 115 cv e gli 85 Nm di coppia, nella funzione più sportiva richiede un certo impegno. Per un impiego a 360 gradi la soluzione di compromesso è - come spesso accade - la migliore. Selezionando STD non si perde infatti nemmeno un briciolo della vivacità del motore ma le reazioni a ogni rotazione del polso non sono così immediate. Con la modalità B, invece, è come se la benzina venisse diluita con un po' di camomilla e tutto diventa più soft e ovattato. Questa scelta è una vera benedizione se si vuole usare un occhio di riguardo per l'eventuale passeggero o nell'uso quotidiano ma può venire comoda anche nel misto, se si dà importanza alla scorrevolezza più che ad accelerazioni brucianti e grandi staccate.

NIENTE COLPI DI CODA  Tre sono anche le opzioni possibili a livello del controllo elettronico della trazione. La prima, Off, si può selezionare solo a moto ferma e fa sì che tutta la motricità sia affidata alla sensibilità del pilota. Le modalità 1 e 2 possono essere invece scelte liberamente dal pilota durante la guida, agendo sul comando a slitta che si trova sul blocchetto di sinistra. Con l'1 si ha maggior libertà d'azione, con una soglia di intervento alta: la centralina taglia i viveri al motore solo quando rileva una situazione molto critica. Quando s'illumina 2 nella strumentazione, al contrario, l'elettronica interviene molto prima, in modo prudenziale, una cosa che si appezza magari sul bagnato. Guidando in modo pulito, comunque, nemmeno questo set-up si dimostra invasivo.

LA SLALOMISTA Con queste migliorie e complice anche una taratura della forcella leggermente più dura, la Yamaha MT-09 diventa molto più piacevole e godibile. Quale che sia l'uso che se ne vuole fare, permette di concentrarsi di più sulle traiettorie e sulla guida in generale. Quest'ultima resta qualcosa di unico nel panorama delle due ruote. Pedane, sella e manubrio portano ad assumere una posizione aggressiva, protesa in avanti, e a guidare di corpo, usando il busto come la cloche di un aereo. Anche le gambe giocano un ruolo importante mentre l'azione delle braccia deve essere più delicata. Se poi si ha l'accortezza di arretrare il bacino di qualche centimetro il gioco è fatto: la MT-09 diventa sveltissima e chirurgica nel disegnare le curve, comportandosi come un ottimo paio di sci racing da slalom speciale.

NE VALE LA PENA Forse sarà scomoda per i trasferimenti ma per gli 8.690 euro di listino è difficile pensare a una rivale nuova gustosa e gasante tra le curve come questa Yamaha MT-09 con ABS e Traction Control. Per la cronaca, a 8.190 euro rimane a catalogo anche la versione nuda e cruda, senza le migliorie di cui sopra e senza questi dispositivi elettronici, ma si tratta di una scelta che non consiglio affatto, pensando tanto alla sicurezza quanto alla tenuta del valore a livello di usato.

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CASCO AGV K3-SV L’AGV K3-SV è un casco di fascia intermedia (costa 209,95 euro) che fa però una gran scena, un po’ per il suo taglio moderno e filante e un po’ anche per la buona cura costruttiva.  La calotta è realizzata in resina termoplastica e offre una calzata comoda. L’interno Dry-Comfort (amovibile e lavabile) è morbido e aderisce bene alla testa, senza dare alcun fastidio. Neanche dopo ore e ore di utilizzo emergono indolenzimenti, cosa che rende questo modello adatto anche a un impiego turistico, assieme al pratico visierino parasole integrato e alla silenziosità. Il campo visivo è piuttosto ampio, specialmente sui lati e la ventilazione è nel complesso buona.

GIUBBOTTO IXON TYPHON RACE HP Grazie ai suoi tre strati l’Ixon Typhon Race HP è un giubbotto sportivo davvero molto versatile. La parte esterna, con ampi inserti in rete 3D, è perfetta per essere utilizzata da sola nelle giornate più calde. La membrana che fa da strato intermedio rende poi all’occorrenza  il capo impermeabile, mentre l’imbottitura interna permette di affrontare senza paure la stagione invernale. A completare il quadro ci sono le tutte le protezioni CE necessarie. Davvero niente male per un capo che costa 249,90 euro.

GUANTI IXON PRO BLAZE HP I guanti Ixon Pro Blaze sono un prodotto tipicamente invernale, che sa tenere le mani calde e asciutte anche nelle condizioni critiche. Nonostante l'imbottitura, sanno offrire pure una buona sensibilità sui comandi e sono  dotati di protezione rigida sulle nocche, oltre che di doppia regolazione con Velcro.

PANTALONI MOTTOWEAR FMJ ’15 Stufi dei soliti jeans? Ecco i morbidi pantaloni MottoWear FMJ ’15: sono in stile cargo, hanno un’ottima vestibilità e un motivo quadrettato nero su fondo khaki davvero originale. Un segno particolare sono chiaramente le tasche sulle cosce, con quella destra messa ben in evidenza da un vistoso ricamo. Da un punto di vista della sicurezza, il cavallo di battaglia sono gli inserti in Kevlar sul fondoschiena, sulle anche e sulle ginocchia, protette anche da ginocchiere estraibili. Un ultimo plauso va alle regolazioni con Velcro nella parte alta dei polpacci e sulle caviglie, che permettono di regolare il volume e di limitare gli svolazzamenti. Ah, dimenticavo: anche le tasche posteriori hanno una chiusura a strappo davvero resistente, per tenere il portafogli al sicuro.

STIVALI DAINESE  TR-COURSE OUT Lo stivale Dainese TR-Course Out  in microfibra ha un taglio molto sportivo, con ampie zone in materiale termoplastico, inserti in nylon, snodo nella zona della caviglia e protezioni su ogni fronte. Oltre che sicuro, sa essere anche comodo, grazie a una pratica regolazione dell’ampiezza del polpaccio tramite Velcro, a una imboccatura piuttosto ampia e a una conformazione che lascia il giusto spazio al collo del piede. In altre occasioni ho avuto anche modo di sperimentare una discreta tenuta all’acqua, anche se sulla carta il modello non sarebbe impermeabile. La versione Out è poi pensata per un impiego esterno rispetto alla tuta in pelle ma le regolazioni consentono di mettere il gambale sotto un normale paio di pantaloni.


Pubblicato da Paolo Sardi, 14/04/2016
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