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W-Series 2020, conclusi i test per le nuove aspiranti pilote


Avatar Redazionale , il 22/09/19

4 anni fa - Terminati i test della W-Series ad Almeria, ecco i profili delle ammesse

W-Series 2020, conclusi i test per le nuove aspiranti

Terminati i test della W-Series 2020 ad Almeria, abbiamo analizzato i profili delle nuove promesse dell'automobilismo al femminile

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TEST TERMINATI Dopo tre giorni di azione, il circuito di Almeria è tornato alla calma del deserto di Tabernas. Costruito in una delle aree più aride d’Europa, il tracciato andaluso ha ospitato infatti i test di selezione per la stagione 2020 della W-Series, il campionato interamente femminile che ha da poco chiuso la sua prima storica stagione. Nel sud della Spagna sono state invitate le 14 nuove candidate per i restanti otto sedili: nella giornata di lunedì, inoltre, si è unita a loro Tatiana Calderon, pilota di Formula 2 e development driver del team Alfa Romeo F1. Conosciamo meglio dunque le pilote che hanno avuto modo di guidare l'impegnativa vettura di F3 della Tatuus ad Almeria.

IL FORMAT Selezionate tra più di 60 applicanti, 12 pilote hanno ricevuto l’invito diretto da parte dell’organizzazione della W-Series in base a meriti sportivi recenti; due ragazze hanno inoltre guadagnato l’accesso ai test dopo una ulteriore valutazione al simulatore. Al termine di tre intense giornate in cui sono stati percorsi più di 300 giri, le candidate attenderanno ora la decisione della commissione della W-Series, capitanata dal race director Dave Ryan: “Abbiamo trascorso dei giorni produttivi e illuminanti ad Almeria e ora il nostro lavoro sarà quello di raccogliere, valutare e analizzare i dati e compararli con quelli dell’anno scorso”. In questo modo, Ryan e il suo team saranno in grado di assegnare gli otto sedili tenendo in considerazione anche le pilote della passata stagione che non avevano conquistato la riconferma automatica. Non è stata resa nota la data delle decisioni ufficiali, attese comunque entro la fine del mese di settembre.

ABBIE EATON Uno dei profili di maggiore appeal per pubblico britannico è sicuramente quello di Abbie Eaton: la ventisettenne inglese ha infatti raggiunto una discreta notorietà per essere la test driver del programma televisivo “The Grand Tour” nella seconda e terza stagione. Figlia dell’ex pilota Paul Eaton, Abbie è una veterana delle vetture GT ma al debutto assoluto in monoposto. Dopo due titoli nazionali in monomarca Mazda, la Eaton ha militato nel campionato inglese GT prima di attrarre su di sé l’attenzione del motorsport internazionale quando, nel 2017, divenne la prima donna a vincere una gara nel Blancpain GT endurance nella sua prima ed unica partecipazione a Monza, alla guida di una Ferrari del team AF Corse. Frequentemente condizionata dalla mancanza di budget, Eaton ha tentato la strada australiana ad inizio 2019. Ma dopo la firma con il Matt Stone Racing nella serie cadetta della Supercars, ha fatto seguito un solo weekend di gara, ancora per ragioni economiche.

ABBIE MUNRO La giovanissima pilota scozzese è stata una delle due selezionate dopo il round al simulatore, data la sua breve carriera in monoposto. Brevissima, anzi: Abbie, dopo diverse stagioni nel karting nazionale, ha debuttato in auto sul circuito di casa di Knockhill nel round della F4 inglese che si è disputato appena due giorni prima dell’inizio dei test della W-Series. L’esordio di Abbie, affidato all’esperienza del team Arden, è stato notevole: un decimo e due noni posti, per un bottino di 5 punti all’assoluto debutto. Dalle tribune di Brands Hatch lo scorso agosto ha deciso di inviare la propria candidatura e, poco più di un mese dopo, si è trovata in pista su una vettura di Formula 3. Una pilota da tenere d’occhio per il futuro, ma per la quale probabilmente il test di Almeria ha rappresentato per ora un notevole traguardo.

ANNA INOTSUME Alla prima esperienza internazionale, la pilota di Tokyo ha esordito nel motorsport nel 2016, alla guida di diverse auto turismo. La sua esperienza si è di recente estesa al campionato giapponese di Formula 4 e ad un cameo nella Asian Le Mans Series al volante di una LMP3, grazie al supporto del programma Women in Motorsport della FIA. Il passaggio alla Formula 3 sarebbe un notevole, per quanto logico, step nel curriculum sportivo della Inotsume, il quale sogno nel cassetto resta il prestigioso Super GT giapponese.

AYLA AGREN Ayla Agren torna alle selezioni dopo essere stata sorprendentemente scartata nella scorsa edizione: al primo evento di Melk, Austria, si trovò infatti a guidare per la prima volta una vettura GT, sotto la neve. “Se avessimo utilizzato direttamente delle monoposto, Ayla sarebbe stata dei nostri” – ci rivelò Catherine Bond-Muir, artefice della serie. La talentuosa scandinava (per metà norvegese e metà svedese), che dopo la delusione dello scorso anno aveva lasciato intendere un possibile ritiro dalle competizioni, si è invece nuovamente candidata nonostante l’ennesima stagione di inattività forzata. La Agren era emigrata negli Stati Uniti nel 2012 per inseguire il sogno della IndyCar e aveva da subito dimostrato il suo valore conquistando il titolo della F1600 nel programma di contorno della massima serie americana. La mancanza di supporti economici aveva posto un freno alla sua carriera, fino all’arrivo della W-Series. Il test di Almeria, quindi, ha nuovamente il sapore dell’aut-aut per la norvegese.

BELEN GARCIA La giovanissima catalana era sicuramente una delle più attese alla vigilia. Un percorso molto simile a quello della connazionale Marta Garcia, con la quale condivide (casualmente) il cognome e il management: prima il karting ad alti livelli, poi il salto nella Formula 4 spagnola. Belen ha subito stupito tutti alla sua seconda gara in monoposto, quando a Navarra ha centrato la vittoria assoluta. Altri piazzamenti in top-10 le fruttano ad oggi la leadership del (non sempre apprezzato) trofeo femminile della Formula 4 e una crescente popolarità in Spagna, sull’onda del successo di Marta Garcia. Pilota di auto e atleta astista, Belen Garcia è attualmente una delle maggiori promesse dell’automobilismo al femminile.

BRUNA TOMASELLI Tomaselli è la seconda pilota che si ripresenta alle selezioni della seconda edizione: “Sono grata che mi sia stata concessa una seconda chance e questa volta mi sento più preparata” – ha dichiarato prima dei test. Al settimo anno di monoposto nonostante la giovane età (ha compiuto 22 anni proprio durante le selezioni di Almeria), Bruna arriva ai test forte di una stagione ad ottimi livelli nella USF2000, parte del programma Road to Indy della Indycar. Presenza costante nella top-10 con frequenti incursioni in top-5, la brasiliana è forse una delle candidate con le maggiori chance per un sedile nel 2020.

CHELSEA HERBERT La ventenne neozelandese Chelsea Herbert sarà probabilmente tra i profili meno familiari agli spettatori europei: dopo aver conseguito un titolo di kart nazionale, la transizione alle auto non è avvenuta attraverso il passaggio in monoposto, come la nostra tradizione motoristica vorrebbe. Piuttosto, Chelsea ha scelto il campionato Ssangyong Racing Series, il monomarca della casa coreana molto popolare “down-under”. Sono poi seguite tre stagioni nella più importante serie neozelandese per vetture turismo, il V8s Championship, nel quale la Herbert è stata da subito tra i protagonisti indiscussi: il 2018 l'ha vista terminare 12 gare sulle 18 previste sul podio. La mancanza di esperienza su vetture dall'alto carico aerodinamico si rivelerà determinante o sarà Chelsea Herbert la nuova Tasmin Pepper?

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COURTNEY CRONE Courtney compare come la terza delle contendenti già valutate per la scorsa edizione della W-Series ma la diciottenne californiana non arrivò ad inizio 2019 a provare la Tatuus T-318 in quanto venne eliminata prima di scendere in pista. La Crone non si è persa d'animo e si ripresenta con il sogno intatto di sfruttare la piattaforma della W-Series per approdare un giorno in IndyCar. Da vera appassionata di sport motoristici americani, Courtney ha inizato da giovanissima a competere nelle più svariate discipline: kart, Formula Ford, stock-car, vetture midget su asfalto e sterrato, senza farsi mancare le due ruote, aggiungendo al suo repertorio anche motocross e speedway. Courtney Crone si candida ad essere la seconda esponente a stelle e strisce in griglia, qualora non dovesse arrivare la riconferma di Shea Holbrook.

GABRIELA JILKOVA “Quick Gabi”, soprannome di Gabriela Jilkova, non sarà un volto nuovo ai conoscitori del karting europeo. 24 anni da Praga, Jilkova ha poi disputato alcuni anni in monoposto fino ad arrivare alla competitiva Formula Renault 2.0. “Le vetture a ruote scoperte non mi sono estranee” - ha commentato la pilota della Repubblica Ceca. “I miei anni in Formula Renault sono stati i più belli della mia vita. Ora voglio tornare a confrontarmi con i migliori piloti al mondo”. Quando il budget per avanzare nelle formule addestrative si è fatto troppo rilevante, è arrivato il passaggio alle vetture GT4 e, recentemente, agli eSport. Gabriela è infatti anche una appassionata simracer.

HANNAH GRISHAM “Guida veloce e prendi dei rischi” - è il motto di Hannah Grisham, diciannovenne di San Diego, California. La passione di Hannah per le corse inizia a tre anni e con le due ruote, sulle orme del padre pilota di motocross. Tre anni più tardi il passaggio in kart e poi a sedici in auto. Hannah Grisham, la seconda americana sulla lista delle candidate, è una giovane studentessa di finanza aziendale e la pilota dal curriculum sportivo apparentemente meno rilevante: tre stagioni alla guida di una Mazda Miata in un campionato turismo locale sono sulla carta difficilmente equiparabili alle esperienze internazionali di altre sfidanti. Ma il motorsport, si sa, può sempre riservare delle sorprese. E ci piace anche per questo.

IRINA SIDORKOVA Irina è la più giovane delle applicanti: i 16 anni compiuti il giugno scorso le hanno permesso di rientrare nell'età minima consentita per accedere alla W-Series. Ira, alla prima stagione in monoposto, è considerata una delle promesse dell'automobilismo russo ed è già sostenuta dal programma di giovani piloti della SMP Racing, tra i quali si annoverano tra gli altri anche l'attuale leader di classifica della FIA Formula 3 Robert Schwartzman. E proprio grazie al supporto economico di SMP, Sidorkova ha avuto modo di accumulare esperienza in pista associando la partecipazione ai campionati di Formula 4 russo e spagnolo.“Essere invitata al test di Almeria è già una soddisfazione enorme per me, al primo anno di monoposto” - ha commentato Irina. Se i podi conquistati nella categoria russa non possono essere considerati al pari di una top-10 in quella spagnola, la giovanissima moscovita ha comunque dimostrato ottime doti velocistiche, anche se pare ancora troppo incline all'errore sulla distanza di gara. Sidorkova, insieme alle due colleghe del campionato spagnolo di F4, resta tra le nuove leve da osservare per il futuro.

KATHERINE LEGGE Dopo la più giovane, la più “anziana”: a 39 anni Katherine Legge si è rimessa in gioco e dopo quattro stagioni è tornata al volante di una vettura a ruote scoperte. La presenza di Katherine ad Almeria è di quelle che smuove sentimenti contrastanti: se da un lato non si può certo biasimare un pilota che coglie l'occasione di competere ad alti livelli gratuitamente, dall'altro lato è una scelta che potrebbe costare nuove polemiche ad una categoria che ha da subito voluto rifiutare l'etichetta di “Formula 1 femminile”, insistendo sul valore addestrativo e di reinserimento nei campionati misti. Katherine Legge è probabilmente la più alta rappresentante del motorsport femminile: dalla Formula Renault alla Champ Car, passando per i test in Formula 1, il DTM, la IndyCar, Formula E, fino all'endurance, con prototipi LMP1 e GT. Un pilota di assoluto valore e per la quale non si può che essere felici ma che, probabilmente, snatura lo scopo di un campionato di Formula 3. Si è parlato di introduzione di un limite di età massima: soluzione che i vertici della W-Series hanno voluto scongiurare per non precludere opportunità a piloti dal talento cristallino (vedasi Emma Kimilainen) che hanno superato la soglia dei 30. Probabilmente, però, potrebbe rendersi utile uno sbarramento a piloti con esperienza in categorie che la FIA definisce tier-2 e tier-1. La vice-campionessa in carica della IMSA è arrivata con un giorno di ritardo ai test spagnoli a causa dell'impegno a Laguna Seca con la maggiore serie americana per vetture sportive. 18 ore di volo dopo e un po' provata dal jet-lag, la Legge ha percorso i suoi primi giri ad Almeria con un'auto a noleggio per imparare la sequenza di curve prima di calarsi nell'abitacolo della Tatuus. “Non ho nessuna pressione, sto solo sfruttando l'opportunità per fare qualche giro in una Formula 3” - ha dichiarato scherzando la veterana. “Non so come siano andate le altre. Ci sono diversi livelli di esperienza, dal mio canto sono solo interessata a vedere cosa riesco a fare e magari aiutare qualcuna delle altre ragazze”.

MICHELLE GATTING Michelle Gatting è certamente tra i piloti di più alto profilo presenti al test di valutazione della W-Series. Una carriera iniziata con risultati di primo livello nel karting internazionale, la Gatting aveva da subito fatto pensare ad una potenziale protagonista delle formule addestrative in giovane età. La mancanza di fondi per entrare nell'universo delle monoposto l'aveva dirottata invece verso le vetture GT, dove ha comunque trovato una sua dimensione nei campionati internazionali più prestigiosi: Porsche Carrera Cup, GT Open, Asian Le Mans Series e infine ELMS. E proprio grazie ai risultati in quest'ultima, Michelle ha avuto modo quest'anno di prendere parte alla iconica 24 Ore di Le Mans nell'equipaggio tutto femminile schierato da Kessel Racing. La realizzazione di un sogno per la venticinquenne danese, che ha fatto ritorno dalla Sarthe con un nono posto e un vistoso tatuaggio sull'avanbraccio raffigurante un inequivocabile “24”. Anche per lei solamente due i giorni di test disponibili ad Almeria: la Gatting si è messa in volo nella giornata di mercoledì per recarsi a Spa-Francorchamps per il penultimo round del campionato ELMS.

NEREA MARTI La spagnola Nerea Marti è la terza pilota proveniente dalla Formula 4 iberica e indubbiamente tra le più attese. Figlia del proprietario di una squadra di kart, il passo da spettatrice interessata a pilota è stato breve. Quando i risultati sportivi hanno attratto l'attenzione del team Praga, Nerea è presto diventata parte dello junior program della squadra ceca e a diciassette anni, la Marti è diventata la prima donna a conquistare il titolo di kart della Comunità Valenciana. Nel 2019 il grande salto in monoposto, proprio nel campionato spagnolo di F4, conquistando un secondo posto all'esordio. Sono stati tre giorni stupendi, a fianco di ragazze provenienti da tutto il mondo e con l'estrema cura per i dettagli dell'organizzazione della W-Series. Si è creata un'atmosfera molto speciale.” - ha commentato la Marti. “Ho l'impressione di avere dato il mio massimo, fino alla fine. Ora attendiamo i risultati”.

TATIANA CALDERON La prima pilota nella storia della Formula 2 ha preso parte solamente alla prima giornata di test ed è stata ufficialmente invitata dall'organizzazione della W-Series in un ruolo di coaching per le giovani promesse. La Calderon ha comunque avuto modo di guidare la Tatuus T-318 e ha dichiarato di aver sfruttato l'occasione per conoscere meglio la categoria, facendo alimentare voci su un suo potenziale approdo come pilota. Il profilo di Tatiana Calderon non necessita di troppe presentazioni: la colombiana è attualmente la donna più vicina alla massima serie automobilistica nonostante una stagione di esordio in Formula 2 molto al di sotto delle aspettative che le è costata numerose critiche. Tatiana ha comunque dalla sua l'esperienza di cinque stagioni in Formula 3 (prima nella serie Open, poi in quella Europea) e tre anni in GP3, in cui era comune scorgerla nelle posizioni di centro gruppo. L'invito della W-Series suona come una ricerca di “endorsement” verso una figura di spicco del motorsport femminile, soprattutto in seguito alle iniziali critiche della Calderon che avevano fatto eco a quelle di Sophia Floersch e Pippa Mann. Ma dopo i risultati deludenti in Formula 2, non ci sarebbe da stupirsi qualora la Calderon decidesse di ritrovare la fiducia in se stessa (e magari racimolare qualche punto di Super Licenza) proprio attraverso la W-Series.


Pubblicato da Daniele Zeri, 22/09/2019
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