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Salone di Tokyo

Mazda Vision Coupé, eleganza e movimento in una concept


Avatar di Lorenzo Centenari , il 25/10/17

6 anni fa - Una filante Granturismo dal classico stile giapponese minimalista

Mazda Vision Coupé al Salone di Tokyo, concept di eleganza e dinamismo

Una filante Granturismo dal classico stile giapponese minimalista. Esterni disegnati in tratto unico, interni puliti e movimentati

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RITORNO AL FUTURO Si può essere proiettati anima e corpo verso il futuro, e allo stesso tempo omaggiare il proprio passato? Si può, e Mazda Vision Coupé ne sia una concreta testimonianza. Oltre a Kai Concept, vale a dire l'embrione della 3 di nuova generazione, Mazda porta al Salone di Tokyo anche il prototipo di una filante coupé a 4 porte dalla quale sia decifrare il nuovo corso stilistico di Hiroshima, sia intravedere richiami a modelli dei tempi che furono. Come Mazda R360, la prima Mazda in assoluto, ma anche Mazda Luce Rotary, meglio nota come R310.

ANIMA IN MOVIMENTO Mazda Vision Coupé è Kodo Design allo stato puro. Oltre a ricalcare le proporzioni di una classica GT a quattro posti, con cofano lungo, abitacolo arretrato e linea del tetto discendente in armonia, la carrozzeria del concept Vision davvero sembra tratteggiata da un solo ispiratissimo colpo di matita. Da un estremo all'altro, la sua silhouette corre via naturale, proprio come se copiasse la traiettoria del vento. Potere del minimalismo tutto giapponese, in particolare della corrente Soul in Motion che ogni modello Mazda sposa a modo proprio. Ma qui siamo alla Kodo-essenza: pulizia estrema, aerodinamica da sportiva autentica. Un pezzo da museo, la Vision Coupé. 

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SPAZIO ALL'IMMAGINAZIONE E se gli esterni sono musica per gli occhi, l'abitacolo è a sua volta un tributo al movimento e alla linearità. Il modello architettonico è in questo caso il cosiddetto ma: letteralmente, "spazio". Ogni particolare è come orientanto nella direzione di marcia, generando un gradevole effetto 3D. Al momento di studiare posizione di guida e strumenti, quelli di Mazda ammettono infine di aver preso spunto dall'immagine di un uomo a cavallo: e a ben guardare, il gesto della mano che accarezza la consolle centrale alla ricerca del comando desiderato non è poi così diversa da quella di un fantino che sprona ai fianchi il suo animale. Serve fantasia, certo. Ma a che serve una concept, se non per sognare?


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 25/10/2017
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