Non solo scooter e adventure di media e piccola cilindrata, i costruttori cinesi stanno spingendo per far capire ai motociclisti europei che anche tra le sportive possono dire la loro. Tra queste nuove protagoniste spicca la QJ Motor SRK 800 RR, una moto che ha attirato grande curiosità non solo per il prezzo, ma soprattutto perché rappresenta un passo deciso verso un segmento fino a poco tempo fa impensabile per un marchio cinese. La ricetta è chiara: design accattivante, motore 4 cilindri, componentistica firmata e un listino che resta sotto la fatidica soglia dei 10.000 euro. Per capire se la SRK 800 RR è davvero solo una questione di numeri, oppure se può regalare emozioni anche tra i cordoli, l’abbiamo portata al Cremona Circuit.
- Com'è fatta la SRK 800 RR
- La prova in pista
- Conclusioni e prezzo
- La prova in video
QJ MOTOR SRK 800 RR, LA SPORTIVA STRADALE IN DETTAGLIO
La prima cosa che colpisce guardando la SRK 800 RR è il look da vera race replica. Linee affilate, carenatura aggressiva e quelle appendici aerodinamiche che, almeno esteticamente, non hanno nulla da invidiare a una supersportiva europea. Che poi siano davvero utili a migliorare la stabilità resta discutibile, ma l’impatto visivo è forte e questo conta parecchio in un segmento in cui l’occhio vuole la sua parte.
La moto appartiene alla categoria delle sportive stradali, qui la nostra comparativa, cioè quelle che non cercano il tempo sul giro ma vogliono unire divertimento tra i cordoli e fruibilità su strada. Rivali dirette? L’elenco è nutrito: Aprilia RS 660, Yamaha R7, Suzuki GSX-8R, Honda CBR500R, Kawasaki ZX-4R, Triumph Daytona 660. A queste si affiancano le connazionali CFMoto 675 SR-R e la futura Zontes 703R, entrambe intenzionate a guadagnarsi un posto tra le sportive “accessibili”.
Sotto la carena lavora un quattro cilindri in linea da 778 cc, capace di 95 CV e 74 Nm. È un dato volutamente bilanciato, che permette di offrire una moto depotenziabile per patente A2 senza sacrificare troppo le prestazioni. Non è un motore rabbioso come le vecchie 600 supersport, ma un’unità pensata per dare più coppia ai medi e maggiore sfruttabilità su strada.
Questa è già la seconda generazione della SRK 800, ora omologata Euro5+, occasione utile per introdurre alcune chicche tecnologiche: il comando del gas è ora ride-by-wire, con tre riding mode selezionabili, traction control aggiornato e persino cruise control, soluzione insolita su una sportiva ma utile nei trasferimenti autostradali.
La ciclistica, invece, è il vero fiore all’occhiello. QJ ha abbandonato il telaio in acciaio a favore di un perimetrale in alluminio con telaietto imbullonato, soluzione suggerita direttamente dal team Puccetti Racing, che ha portato la moto in pista nell’Europeo Supersport 600. All’anteriore troviamo una forcella Marzocchi regolabile in precarico, compressione e ritorno, mentre dietro c’è un mono con registro rapido per precarico ed estensione.
Il comparto freni porta un marchio che è garanzia: Brembo M4.32 con dischi da 320 mm davanti e 260 mm dietro. Non è l’impianto più recente in circolazione, ma resta una scelta di livello, specialmente in combinazione con la piattaforma inerziale che consente l'ABS cornering, volendo disinseribile per l'uso intenso tra i cordoli.
Il dato meno entusiasmante? Il peso: 223 kg in ordine di marcia, che la posizionano ben sopra le concorrenti più dirette.
LE IMPRESSIONI DOPO LA PROVA IN PISTA
La posizione in sella racconta molto della filosofia del progetto. Non è estrema, ma studiata per piacere a chi vuole usarla tutti i giorni e non solo in pista. Le pedane sono abbastanza basse e leggermente avanzate, rendendo la postura meno affaticante, i semimanubri sono un po’ chiusi ma comunque ben posizionati e la sella è spaziosa quanto basta per muoversi agilmente nei cambi di direzione. L’unico appunto va al cupolino, più bello da vedere che utile: a velocità elevate (215 km/h dichiarati da QJ come top speed) la protezione aerodinamica è limitata.
Motore e prestazioni
In pista la SRK 800 RR sorprende per la sua docilità. Non è la classica sportiva che obbliga a spremere il motore fino al limitatore per dare il meglio: il quattro cilindri QJ è stato progettato per essere più sfruttabile ai medi regimi, rendendo la guida meno esasperata e più intuitiva. Ciò significa che, anche senza inseguire il cronometro, si riesce a mantenere un buon ritmo sfruttando marce più lunghe e una coppia sempre disponibile. Un aiuto in più per il motociclista neofita che magari si affaccia per la prima volta tra i cordoli di un circuito, un punto debole se si è abituati agli allunghi entusiasmanti dei 4 cilindri supersportivi.
Difetto? No, il carattere è quello giusto per il segmento, una moto che sa essere fluida e costante, ma anche performante se serve. In strada questa caratteristica diventa un pregio, perché permette di godersi la guida senza dover sempre tirare le marce. In pista, invece, significa che non sarà lei a far segnare il giro veloce, ma regalerà comunque divertimento senza mettere in crisi.
Ciclistica e comportamento dinamico
Se il motore non da troppo spazio a miglioramenti - le impressioni sono state raccolte utilizzando sempre il più performante dei riding mode - sulle sospensioni Marzocchi di spazio di manovra ce n'è decisamente di più. In configurazione standard l’assetto è morbido e pensato più per l’uso stradale: assorbe bene buche e sconnessioni, ma in circuito tende a far grattare presto le pedane e a perdere un po’ di precisione in staccata. Il vantaggio rispetto a tante competitor di costruttori più balsonati arriva con le regolazioni delle sospensioni. Con qualche clic in più su compressione e ritorno, la situazione cambia radicalmente: la moto diventa più precisa, rapida nell’inserimento e capace di mantenere meglio la traiettoria.
Il peso, comunque importante, si fa sentire nei cambi di direzione più rapidi, ma non rovina l’esperienza complessiva. Anzi, il telaio trasmette solidità e confidenza, permettendo di fidarsi anche quando si alza il ritmo.
Freni ed elettronica
Il reparto freni firmato Brembo offre la giusta potenza e una modulabilità buona, anche se le pinze M4.32 non sono le più moderne. L’ABS è poco invasivo e, volendo, si può disattivare. La traduzione del comando sul display che indica “off-road” fa sorridere, ma nei fatti funziona.
Il quickshifter, invece, è più stradale che racing. In salita lavora bene, ma nelle scalate richiede pazienza: se si insiste con scalate rapide tende a impuntarsi. Meglio affidarsi alla frizione in pista, mentre nell’uso quotidiano resta un aiuto comodo.
Gomme e feeling generale
Le Michelin Power Cup 2 montate per il test hanno fatto la differenza: entrano in temperatura subito, offrono grip costante e permettono di spingere senza pensieri. Non sono la gomma per inseguire record, ma sono perfette per chi vuole una sportiva da usare senza complicazioni: niente termocoperte, niente furgoni, solo montare e guidare.
PREZZO, RIVALI E CONSIDERAZIONI
Il prezzo della QJ Motor SRK 800 RR è di 9.450 euro, e questo è il suo asso nella manica. Una cifra che la rende molto competitiva rispetto a sportive come Yamaha R7 o Suzuki GSX-8R, pur restando distante dal livello di raffinatezza di Aprilia RS 660. Il risultato complessivo è quello di una moto che, pur non essendo estrema, sa divertire e trasmettere confidenza. Non è la più leggera né la più potente della categoria, ma compensa con un carattere facile, intuitivo e buona componentistica di serie.
Le rivali più pericolose arrivano però dalla stessa Cina: la CFMoto 675 SR-R, già molto apprezzata per equilibrio tra prestazioni e ciclistica, e la Zontes 703 RR, attesa per la sua combinazione di prezzo aggressivo e dotazione tecnica interessante.
LA PROVA IN VIDEO
Allestimento | CV / Kw | Prezzo |
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SRK 800 RR Euro5+ | 95 / 69 | 9.490 € |
Per ulteriori informazioni su listino prezzi, caratteristiche e dotazioni della QJ Motor SRK 800 RR visita la pagina della scheda di listino.
Scheda, prezzi e dotazioni QJ Motor SRK 800 RR