Consumer Reports ha appena pubblicato una nuova classifica dedicata all’affidabilità delle auto usate. Ventisei marchi messi in fila, dal più al meno affidabile, sulla base delle segnalazioni dei proprietari. La vetta? Nessuna sorpresa. Il fondo della graduatoria, invece, può cogliere in contropiede.
In cima alla lista troviamo Lexus, con un punteggio di 77 su 100 e subito sotto, Toyota, a 73. Terzo posto per Mazda, anche se con un distacco importante: 58.
Audi e Volvo chiudono la top 10, dietro a Honda, BMW e Nissan, mentre la fascia centrale è popolata dai soliti noti europei e giapponesi, tutti intorno a quota 50 punti: Mercedes, Subaru, Volkswagen, Mini e la coreana Hyundai (che invece, in UK, è assai ben considerata).

Americane sfavorite in casa
Anche Lincoln e Cadillac stanno lì nel mezzo, con 46 e 45 punti, rispettivamente. Ma poi si scende. Sotto i 40 punti è un dominio di marchi americani: Chevrolet, Ford, Dodge, GMC, Chrysler, Ram e Jeep, con Kia a far loro compagnia. All’ultimo posto assoluto, con il voto peggiore, c’è Tesla a soli 31 punti.
A questo punto una domanda viene spontanea: come fa un’auto con così poche parti meccaniche a collezionare così tanti problemi? La prima risposta è che la qualità costruttiva ballerina della casa americana è una storia nota.
Poi va detto anche che avere poche parti meccaniche in movimento non è necessariamente sinonimo di minore complessità. Dopotutto, nella tua esperienza, quanti guasti delle auto normali hai visto che riguardavano la meccanica e quanti l'elettronica?

Una ricerca basata sui dati di 140.000 veicoli
Sia come sia, Consumer Reports è considerata una delle fonti più solide quando si parla di test e valutazioni oggettive. Intanto perché è solita acquistare in incognito le auto che recensisce, provandole in un attrezzatissimo circuito privato. E poi perché dispone di migliaia di dati da incrociare.
Anche questa indagine sulle auto usate si basa su una mole enorme di informazioni. Ogni anno CR chiede ai suoi iscritti di riportare eventuali problemi avuti nei 12 mesi precedenti. Per questa analisi sono stati considerati i modelli dal 2016 al 2021, con una raccolta dati su oltre 140.000 auto.

Come nascono i punteggi di Consumer Reports
Il punteggio finale nasce dal confronto tra il numero di problemi segnalati e la media dei difetti registrati dai modelli di quell’anno di produzione, tenendo conto di 20 “aree critiche”: dal powertrain ai sistemi elettronici, dalla ricarica EV alle sospensioni, passando per climatizzazione, freni, carrozzeria e infotainment.
I guasti più costosi — trasmissione, batterie EV — pesano naturalmente di più rispetto a rumorini e finiture labili. I punteggi dei modelli analizzati vengono poi combinati per ottenere il ranking dell’affidabilità dell'usato del marchio. Per entrare in lista servono almeno cinque anni di dati: niente improvvisazioni.

I limiti dello studio di Consumer Reports
Steven Elek, responsabile dei programmi di analisi dati auto per CR, lo sintetizza così: “Guardare la prospettiva degli ultimi cinque-dieci anni dà un quadro molto chiaro di cosa può aspettarsi chi compra un’auto usata.”
Certo, le indagini basate sulle segnalazioni dei proprietari non sono mai perfette — variabilità, percezioni soggettive, stili di utilizzo diversi. Ma il risultato resta un punto di riferimento fondamentale per chi vuole acquistare un’usata senza affidarsi al caso.
E Tesla? Se questa classifica non è certo un trofeo da mettere in bacheca, Consumer Reports riconosce che il marchio americano, negli ultimi anni, avrebbe migliorato sensibilmente la propria affidabilità, tanto da entrare nella top 10 delle previsioni di CR per le nuove auto. Tra 10 anni la verifica di queste previsioni.
Fonte: Consumer Reports



